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catalano-emiliadi AMDuemila - 8 aprile 2013
“Presidente finirà che saremo noi, vittime della ferocia mafiosa, a chiedere scusa ai boss se continuiamo ad ammorbidire la legislazione antimafia”. Era il mese di gennaio del 2000 quando Emilia Incandela, mamma di Agostino Catalano (agente di scorta di Paolo Borsellino, ucciso a 42 anni nella strage di via D’Amelio insieme ai suoi quattro colleghi), si rivolgeva con queste parole all’allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, venuto a Palermo a deporre una corona di fiori ai piedi del monumento ai caduti nella lotta alla mafia in piazza XII vittime. “Pensate a noi - aveva detto al presidente Emilia Catalano - al dolore delle mamme che non possono più baciare i propri figli. Il nostro dolore è sempre vivo e si rinnova ogni volta che apprendiamo che i mafiosi si avvantaggeranno da nuove norme”.

catalano-emilia-c-luciana-murruDopo tanti anni di battaglie, di incontri nelle scuole con gli studenti di tutta Italia, se ne è andata così la mamma di Agostino, in silenzio, con la sua incrollabile speranza di avere giustizia. La ricordiamo con tanto affetto l’ultima volta che l’abbiamo incontrata due anni fa a Lotzorai, un piccolo centro dell’Ogliastra, con un sorriso disarmante e un dolore insopprimibile vissuto con estrema dignità, mentre trasmetteva ai ragazzi il valore della giustizia che dava senso alla vita.
Ciao Emilia, grazie per il tuo esempio, ora finalmente potrai riabbracciare Agostino. La tua sete di giustizia camminerà sulle gambe di tutte le persone oneste che continueranno a lottare anche nel tuo nome fino a quando non raggiungeremo la verità.

Foto © Luciana Murru

Reportage © Melania Messina photojournalist BuenaVista* photo
Donne e antimafia in Sicilia - Emilia Catalano

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