Appello rivolto a realtà, associazioni, singoli, chiunque voglia contribuire e partecipare al progetto.
10 febbraio 2013
Finalmente siamo in campo. Antonio Ingroia, uomo autorevole e con la schiena dritta, che in questi anni e negli ultimi mesi ha avuto il coraggio di assumersi la responsabilità di battaglie importanti e difficili, è il nostro candidato premier. Le sue battaglie per la legalità costituzionale, per la democrazia, contro le mafie e contro gli intrecci perversi tra queste e la politica, tra queste e lo Stato sono le nostre battaglie. Quelle della parte migliore del Paese, delle sue forze vive e dinamiche. I dieci punti programmatici che sorreggono la candidatura di Ingroia e la lista Rivoluzione Civile sono la base di una proposta di governo alternativo del Paese. Incompatibile con il berlusconismo e con il montismo, alternativa alle alleanze che – direttamente o indirettamente – propongono una continuità con i disastri delle politiche degli ultimi vent’anni, in sintonia con le lotte sociali e civili di chi resiste. In particolare sono due, tra i tanti, i motivi che ci spingono a credere che sia possibile, con Ingroia, aprire il libro dei sogni.
Il primo è che con questo percorso si realizza una parte importante del progetto messo in campo da molti di noi con la campagna referendaria in difesa del lavoro: un progetto unitario della sinistra italiana che mira a ricostruire per il presente e il futuro del Paese una rappresentanza unitaria del mondo del lavoro, dei movimenti, della società civile progressista, esattamente ciò che è mancato – drammaticamente – in questi anni. Per noi il lavoro è il mondo dell’economia reale, il lavoro dipendente, subordinato e parasubordinato, nonché quelle piccole realtà autonome strangolate dalle tasse, dalle mafie e dall’assenza di politiche industriali lungimiranti che pongano finalmente il tema fondamentale di cosa, come e per chi produrre.Anche per questo serve molto coraggio e lavorare per gettare le basi affinché questo progetto si strutturi, rafforzi progressivamente, anche dopo le elezioni, il suo corpo e la sua anima.
Il secondo motivo è che vediamo in questa nuova aggregazione uno strumento straordinario di rinnovamento e di cambiamento nella sinistra italiana, che tenga uniti diritti sociali e civili, equità, lavoro, laicità. Sul piano delle forme organizzative e dei linguaggi e anche sul piano generazionale. La nostra generazione vive il peggiore dei paradossi: subisce sulla propria pelle il massimo della sofferenza e della precarietà e al contempo esprime il massimo della distanza dalla partecipazione e dalla lotta politica. Qui si colloca quella che in molti chiamano passività ed anti-politica. Ma è un paradosso apparente perché a produrre sofferenza e precarietà è proprio questa politica prodotta da queste classi dirigenti. Si tratta di mettere in campo un’altra politica, una nuova politica, una politica nuova, fatta per le nuove generazioni dalle nuove generazioni.
Una politica che ponga al centro l’obiettivo della piena e buona occupazione – innanzitutto giovanile – e l’esigibilità di forme di salario e reddito garantito nell’ambito di un altro modello di sviluppo, sostenibile e democratico, basato sulla riconversione ecologica del sistema economico. Crediamo fermamente in un’economia verde ed ecosostenibile, capace di ridare dignità alla ricerca pubblica, fondata sulla salvaguardia del territorio, sulla valorizzazione dell’agricoltura di qualità, sull’aumento della quantità e della qualità del trasporto pubblico, su di una politica per l’abitazione non invasiva dal punto di vista dell’impatto ambientale.
Questi impegni programmatici non devono poggiare – come altrove si è fatto in questi anni – sull’affidamento al leader carismatico, alla figura salvifica che risolve con la propria presenza i limiti e i problemi del corpo collettivo. Si tratta di investire in un progetto di cui tutti noi dobbiamo – con le nostre storie e soprattutto con il nostro sguardo rivolto al futuro – farci soggetto protagonista e determinante. Come ci hanno insegnato le pagine più belle della nostra Storia, come ci ha insegnato Peppino Impastato e tutti coloro che hanno saputo unire l’impegno militante per la legalità e la democrazia con l’impegno intransigente per la giustizia e l’eguaglianza. Giovani dalla parte del cambiamento. Per una vera rivoluzione civile.
Per aderire scrivete a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Prime adesioni: Claudia Bellano, Danilo Borrelli, Irene Bregola, Alfonso Cetera, Rosario Coco, Alessia Colantoni, Rocco Di Filippo, Marco Gaudini, Giuliano Girlando, Francesco d’Agresta, Roberto Foderà, Manuela Grano, Matteo Iannitti, Alessandro Lombardi, Massimiliano Mazzola, Simone Oggionni, Claudia Nigro, Luciano Pisanello, Matteo Pucciarelli, Elisa Scarano, Marco Severa, Emanuele Toscano, Nicola Pissas, Luciano Pisanello, Pasquale Videtta, Lorenzo Erbi
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