di Miriam Cuccu - 7 giugno 2012 - FOTOGALLERY
Ieri, mercoledì 6 giugno, le vie del centro di Porto San Giorgio sono state illuminate da un migliaio di fiaccole che hanno voluto ricordare tutte le vittime di mafia dal 1893 ad oggi. A fare da forza trainante nell'organizzazione dell'evento (patrocinato dal Comune di Porto San Giorgio e dalla Provincia di Fermo) sono stati i ragazzi delle scuole medie che, grazie al lavoro svolto in classe con le rispettive insegnanti, hanno splendidamente concluso un percorso di educazione alla legalità che ha trovato il gran finale nella fiumana di gente riunitasi per l'occasione.
Non è mancata la presenza delle istituzioni nelle vesti del sindaco Nicola Loira e dell'assessore alla cultura Peppino Buondonno, così come quella di diverse associazioni attive sul territorio: le Agende Rosse, il Tavolo della Legalità, Elesia, Legambiente, Cea la Marina e la stessa ANTIMAFIADuemila.
Un evento che ha sorpreso gli stessi organizzatori per la grande partecipazione di tutta la cittadinanza (non mancavano, oltre alle scuole medie, le elementari e diversi bimbi accompagnati da nonni e genitori) che per un'ora abbondante ha sfilato lungo le strade, accompagnata dalle canzoni di “Pensa”, “I cento passi” e da alcune letture di Falcone, Borsellino, Peppino Impastato, nonché di libri come “La mafia spiegata ai ragazzi” di Nicaso che, come ci hanno detto i ragazzi stessi, è stato ampiamente spiegata in classe dalle loro insegnanti. “Oggi siamo qui per celebrare le vittime di mafia, per fare in modo che questa venga sconfitta. Tutti insieme” hanno commentato alcuni, a dimostrazione del fatto che la sensibilizzazione all'argomento non è certo prerogativa del Sud Italia, anzi: “La mafia è ormai dappertutto, anche qui nelle Marche” ci ha dichiarato un tredicenne evidentemente già consapevole del contesto sociale che ormai caratterizza tutto il nostro Paese, costretto a convivere con una mafia perfettamente inserita al suo interno.
Insomma, un'iniziativa che ha visto le generazioni future unite sotto un unico ideale di legalità e giustizia, simboleggiato dai tanti striscioni su cui hanno scritto frasi come “La mafia uccide, il silenzio pure”. Le stesse generazioni su cui Falcone, Borsellino e tanti altri riponevano, a ragione, la più cieca fiducia.
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