Neanche davanti all’orrore della morte di due ragazze giovanissime si ferma l’odio online contro le donne.
Su Sara Campanella e Ilaria Sula, le due ragazze barbaramente uccise per mano di uomini, in questi giorni si leggono sul web commenti osceni e irripetibili scritti da uomini che si definiscono INCEL — celibi involontari — i quali odiano le donne perché da loro rifiutati.
Secondo questi uomini misogini, la “colpa” di Sara e Ilaria sarebbe stata quella di non accontentarsi, di aver rifiutato qualcuno, di aver scelto liberamente con chi stare e chi amare.
Una colpa che, per loro, giustifica l’odio e addirittura il femminicidio.
Questi individui rappresentano una mentalità malata: maschilista, patriarcale, arcaica. Una visione che considera le donne oggetti da possedere, e che vede nel rifiuto da parte di una donna una provocazione, un affronto da punire.
Ciò che vogliono è una società in cui le donne continuino a essere discriminate, sottopagate, picchiate, e anche uccise, se osano ribellarsi.
Al contrario questi “uomini” si raccontano come “vittime”, perché costretti a elemosinare attenzioni.
A un occhio distratto potrebbero sembrare commenti di pochi squilibrati, ma, in realtà, si tratta di decine e decine di gruppi, pagine e forum online e perciò è gravissimo sottovalutarne la pericolosità.
Ho depositato immediatamente un’interrogazione per chiedere al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, di assumere iniziative per contrastare questo odio misogino.
E insisto con il chiedere che la mia proposta di legge per l’introduzione dell’educazione affettiva e sessuale nelle scuole venga discussa e approvata subito.
La cultura patriarcale, sessista, misogina si può superare solo facendo prevalere una nuova cultura basata sul rispetto reciproco, sulla parità di genere e sulla non violenza. E questa rivoluzione culturale va iniziata subito, altrimenti continueremo a essere ancora e sempre una di meno.

La colpa di essere libere: l'odio INCEL dopo il femminicidio
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- Stefania Ascari