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Erano gli anni in cui Spatuzza faceva tremare l’Italia. Noi eravamo sui banchi di scuola. Ci mise in contatto Salvatore Borsellino, quando eravamo ancora sporchi di latte. Se ne ricorda quello che fu il mio fedele compagno di banco, Claudio (oggi medico che opera nel SSN). Alla notizia dell’arresto di Cecilia Sala, mi scrive: «Ma è lei?». Proprio lei. Se ne parlava tra i banchi, allora. Mi rinfrancava sapere che qualcun altro, altrove, passasse il tempo libero a studiare sentenze. Occorreva «fare rete». Inclinazione, quest’ultima, che non ho mai avuto; tutti i miei tentativi, in questo senso, sono sempre stati fallimentari. E anche con Cecilia persi, nel giro di poco, ogni contatto. Me la ritrovai, a distanza di anni, su locandine pubblicizzanti il suo podcast. Brava, Cecilia. Lo è sempre stata. E, si sa, quelli bravi stanno sulle palle a tutti.
Leggo sui socials delle cattiverie che faticherei a trascrivere (ragione per cui non lo farò). Cattiverie in ogni caso sintetizzabili, pressappoco, in tal modo: chi di atlantismo ferisce, di atlantismo perisce.
Il ministro Tajani, intanto, ci ha subito rassicurati, dando notizia del fatto che a Cecilia fosse stata assegnata una “cella singola” (e noi che speravamo in una Deluxe Superior).
Un po’ come:
- Pierino, come va in famiglia?
- Mamma batte, papà beve Grappa di Sassella alle sei del mattino, nonno ci picchia con la zappa, ma facciamo anche delle buonissime torte al cioccolato.
Insomma, c’è un po’ puzza di merda, ma le mogli di Barbablù non se la passavano meglio.
Stendiamo un velo.
E poi a preoccuparci maggiormente, in questi casi, non è certo chi sta dentro le celle, quanto invece chi se ne sta fuori. Intanto la stampa ha dato notizia dell’ennesimo non-senso: la Farnesina avrebbe richiesto, prendendo a calci la logica (sport a cui siamo certo abituati, nondimeno non affezionati), «il rilascio immediato e garanzie per la sua detenzione». I due estremi della richiesta avanzata sono non solo inconciliabili, ma addirittura antitetici. Chiedere un rilascio immediato esclude ogni garanzia relativa alla detenzione, per la semplice evidenza che esso esclude la detenzione stessa. Per contro, l’atto di reclamare assicurazioni sullo stato di carcerazione dà per ovvio che questa debba perdurare. Si spera che i nostri si siano espressi con maggiore eloquenza in lingua farsi, perché la vulgata italiana ci lascia un po’ perplessi.
Dagli U.S.A., in ogni caso, hanno già fatto sapere quel che avremmo potuto agevolmente subodorare da noi: non vi è alcuna intenzione di ritirare e ringoiare la richiesta di estradizione per Abedini.
Occorre attendere, in altri termini, che in Casa Bianca vengano lavati certi panni sporchi; sempre e solo con il sapone degli altri, come da tradizione. Un po’ come si è soliti far la guerra su territori d’altri (rectius: con il culo degli altri). Sempre e solo secondo tradizione.
A Cecilia ho mandato un messaggio, ammesso che il numero sia ancora quello. Di tanto in tanto controllo su iMessage, sperando che i servers lo indichino come consegnato.
  
Foto © Imagoeconomica
  

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