Si torna in piazza il 10 febbraio a Trento (Piazza Duomo) alle ore 10 per manifestare contro ogni forma di colonialismo e nazi-fascismo.
Mentre avvenivano le celebrazioni ufficiali per la Giornata della Memoria, in diverse città italiane – tra cui Trento – si è scesi in piazza per la Palestina. Questo è avvenuto nonostante i divieti di un governo avente al suo interno i nipotini di Almirante (tra le altre cose nel comitato di redazione della rivista “La Difesa della Razza”) e che malgrado ciò si sente titolato ad accusare di antisemitismo chi manifesta in solidarietà alla Palestina.
Fra i vari aspetti che la retorica bipartisan sulla Giornata della Memoria ha volutamente tralasciato c’è anche il rapporto tra nazi-fascismo e colonialismo.
Di fatto lo Stato nazista fece nel cuore dell’Europa e in una forma tecnicamente più avanzata quello che gli stati europei per decenni avevano fatto in giro per il mondo: pensiamo al genocidio degli Herero da parte dell’esercito tedesco in Namibia, e ben prima allo sterminio dei nativi americani nel cosiddetto “Nuovo Mondo”. Anche lo Stato italiano, sia col regime liberale che con quello fascista, ha avuto il suo ruolo.
Oltre alle guerre di conquista per le terre africane (Libia, Eritrea, Etiopia, Somalia – quest’ultima formalmente italiana fino al 1960!), ci fu l’annessione e l’occupazione dei territori a Est, attualmente parte degli stati di Slovenia e Croazia. Lì il comportamento dell’esercito italiano contro la popolazione – accusata di appoggiare la guerriglia partigiana contro di esso - fu quello di ogni esercito d’occupazione: rappresaglie, fucilazioni, torture, stupri, ruberie, campi di prigionia. A giustificare il tutto la convinzione, propagandata dai teorici del razzismo fascista, che le popolazioni slave fossero biologicamente inferiori.
Senza ricordare questi fatti non si può capire quanto avvenuto in quelle terre sul finire della Seconda guerra Mondiale.
Il Giorno del Ricordo, istituito su richiesta della destra neofascista e incentrato su una ricostruzione perlomeno faziosa rispetto ai “Martiri delle Foibe”, rivaluta il colonialismo italiano, riabilita i caduti fascisti per mano partigiana e rinsalda un patriottismo buono solo per nuove guerre. Tutto questo è inaccettabile nel momento in cui stiamo assistendo contemporaneamente a una nuova guerra mondiale strisciante, a un genocidio ipertecnologico perpetuato da uno stato coloniale (quello israeliano) e al possibile inizio di un processo di decolonizzazione. Senza dimenticare che l’esercito italiano ha continuato ad essere forza d’occupazione e dell’imperialismo NATO, e lo è tuttora, in particolare con la partecipazione alla guerra in Yemen.
Per questo torniamo in piazza per ricordare gli orrori del colonialismo europeo e italiano in particolare, la lotta di chi vi si oppose ma soprattutto la lotta che adesso la resistenza palestinese, supportata da un movimento internazionale, sta conducendo contro lo Stato sionista, supportato dalle potenze occidentali.
Oggi come ieri, contro ogni colonialismo, dalla parte della resistenza e per la decolonizzazione.