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Milano, 12 dicembre 1969. Piazza Fontana, ore 16:39.

Un boato squarcia l’ordinarietà milanese. Una bomba è esplosa all’interno del Banco Nazionale dell’Agricoltura. Ad averla messa lì un ignoto, in totale 17 sono le vittime, 87 i feriti. L’Italia assapora, amaramente, la strategia della tensione. È la strage di Piazza Fontana.

Negli anni si susseguiranno processi e indagini, depistaggi e fughe. Nel 2005, la Corte di Cassazione indicherà il gruppo neofascista "Ordine Nuovo” come responsabile della strage, ma mai verrà condannato chi, materialmente, pose la bomba contenuta nella valigia da cui partì l’esplosione.

Una strage frutto di piani occulti che riguardano il potere ai livelli più alti, i servizi segreti italiani e no. Destabilizzare il Paese, attaccare la libertà e la democrazia, portare in Italia un regime autoritario.

Dopo cinquantatré anni, non è stata fatta verità.

Parliamone per ricordare le vittime, per ricordare cosa è stato il neofascismo in questo paese, per manifestare indignazione verso uno Stato che, troppo spesso, invece di combattere i criminali, si rende complice.

Ci vediamo a Palermo lunedì 12 dicembre, ore 15:30, presso il Giardino di Handala.

Parliamone.

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