Prossimo evento: 4 Novembre
L’Osservatorio Antimafie Pavia e il Coordinamento per il Diritto allo Studio - UDU presentano la XV edizione della rassegna “Mafie: legalità e istituzioni 2019”. La rassegna “Mafie: legalità e istituzioni” nasce nel 2005 ad opera di un gruppo di studenti del Coordinamento per il Diritto allo Studio – UDU con la volontà di sensibilizzare la popolazione studentesca e la cittadinanza sui temi della criminalità organizzata, del suo dilagare anche al Nord e dello sviluppo degli strumenti di contrasto sia sul piano repressivo sia su quello preventivo. Una rassegna nata grazie alla volontà degli studenti e al supporto scientifico e civile di un illustre maestro, Vittorio Grevi, che non dimentichiamo mai di ricordare ad ogni edizione e ad ogni singolo evento della stessa. È a lui che dobbiamo la grande forza di volontà che ci aiuta, ogni anno, a metterci in gioco, per affrontare sempre nuove tematiche invitando, di volta in volta, relatori in grado di raccontare un pezzo diverso del grande e complesso puzzle chiamato Mafia.
Dopo le prime edizioni della rassegna, nasce nel 2009 l’Osservatorio Antimafie Pavia grazie all’incontro con Nando Dalla Chiesa, fondatore di OMiCrON (Osservatorio milanese sulla criminalità organizzata al Nord). Proprio sul modello di quest’ultimo abbiamo deciso di fondare un osservatorio simile anche nella nostra città, che si occupasse in particolar modo dell’organizzazione della rassegna ma non solo: l’Osservatorio è sempre attento sia nel ricordare a tutti il passato, mediante iniziative che si tengono in anniversari significativi nella storia del nostro Paese, sia nel porre l’attenzione su fenomeni che colpiscono, in particolar modo il pavese, negli ultimi anni. Inoltre, viene svolta un’attività di sensibilizzazione nelle scuole superiori.
Quest’anno l’Osservatorio Antimafie Pavia si propone di dare un taglio maggiormente internazionale allo studio del fenomeno mafioso, trattando temi come la mafia in Messico, il collegamento tra criminalità organizzata pugliese e albanese, come l’’ndrangheta sia arrivata anche in Germania e come questa venga percepita e contrastata. Lancia quindi un occhio oltre confine, domandandosi come e quanto, organizzazioni di stampo mafioso diffuse in tutto il mondo, possano influenzare la vita democratica del nostro Paese. Anche quest’anno non tralascia però l’aspetto nazionale, grazie alla messa in scena di uno spettacolo che si focalizza sul codice Provenzano ed una conferenza che vuole analizzare il rapporto tra mafia e tifoseria organizzata delle grandi e piccole squadre di calcio italiane.
Entrando nello specifico della rassegna sono previsti un totale di sette incontri, così suddivisi:
- Lunedì 14 Ottobre alle ore 12.30 presso il Cortile delle Magnolie (Pavia) inaugureremo la mostra intitolata "15 anni di Mafie: un impegno dal basso per sensibilizzare i cittadini a conoscere e contrastare il fenomeno mafioso", finanziata dal Dipartimento di Giurisprudenza e realizzata in occasione dei quindici anni della nostra rassegna.
- Giovedì 17 Ottobre alle ore 21 presso il Cinema Politeama (Pavia) - Ingresso gratuito
Titolo della proiezione cinematografica: “Oro verde: c’era una volta in Colombia”
Regia: Cristina Gallego, Ciro Guerra
Genere: Drammatico
Girato in: Colombia, Danimarca
Anno di produzione: 2018
Durata: 125 minuti
Introducono la visione del film:
Birdman Magazine
Roberto Figazzolo
Alla fine degli anni Sessanta, in Colombia l'ambizioso Rapayet sposa la giovane Zaida. In poco tempo, il ragazzo convince delle proprie capacità imprenditoriali i capiclan e avvia un fiorente commercio di marijuana verso gli Stati Uniti alleandosi per interesse con una famiglia rivale. La ricchezza derivante dal narcotraffico modifica radicalmente lo stile di vita della comunità di Rapayer e conduce nel corso degli anni Settanta a uno scontro fratricida con gli alleati, che verrà combattuto cercando di rispettare usi e tradizioni di un mondo in via di sparizione. Oro verde è un film antropologico che si trasforma inaspettatamente in un gangster movie seguendo la disgregazione di un popolo nel passaggio da un'economia arcaica a una di tipo capitalistico. Negli anni '60 del '900, un popolo che ha saputo difendersi «contro i pirati, gli inglesi, gli spagnoli e i governi» preserva ancora intatta la sua natura fuori dal tempo. Ma laddove non ha potuto la Storia, possono il denaro e l'economia di mercato: i soldi ricavati dal narcotraffico verso il Nord America mutano nel giro di pochi anni la geografia umana e sociale della famiglia di Rapayet. I muli sono sostituiti dalle jeep, i coltellacci dalle pistole, un raggruppamento di capanne da un fortino blindato, e il film stesso si trasforma in un gangster movie sull'ascesa e la caduta di un narcotrafficante. La violenza e il calcolo economico diventano i principi regolatori di un mondo che evolve alla velocità della luce, ma che, paradossalmente, nel momento in cui si allontana dalle proprie radici si ritrova attorno alle proprie tradizioni. A differenza infatti di quanto avviene nel cinema americano - a cominciare dai film di Scorsese o dalla saga del Padrino, in cui la parabola ascendente della mafia italoamericana porta a una perdita dei legami col passato - nella guerra tra i clan Wayuu a dominare sono regole ancestrali fatte rispettare dai membri anziani.
- Mercoledì 23 Ottobre alle ore 21 presso l’Aula ‘400 dell’Università degli studi di Pavia.
Titolo della conferenza: “Mafie nel pallone: lo spettro della criminalità organizzata nelle curve d'Italia”
Relatori:
Gianfrancesco Turano, giornalista presso l’Espresso, autore del libro “Fuorigioco” (ed. Chiarelettere – 2012);
Andrea Giambartolomei, giornalista presso “Il Fatto Quotidiano”.
La prima conferenza del ciclo si prefigge di indagare i collegamenti tra mafie e il mondo della tifoseria organizzata. Cercando di meglio comprendere la contiguità di questi ambienti uniti da logiche di profitto, l’interrogativo più rilevante riguarderà la potenziale connivenza, tolleranza o conoscenza degli ambiti dirigenziali delle maggiori squadre di calcio italiane in relazione, ad esempio, alla redditizia pratica di bagarinaggio. Tale ricognizione non vuole accontentarsi delle grandi del calcio italiano ma anche analizzare le strategie e le infiltrazioni della criminalità organizzata all’interno dei quadri dirigenziali di squadre locali, realtà particolarmente delicate e utili al fine del controllo del territorio e costruzione del consenso. Scenario la cui probabilità e vicinanza ci è stata evidenziata dall’Operazione Barbarossa, condotta dalla DDA di Torino, sull’Asti Calcio, squadra di capoluogo di provincia che è risultata de facto controllata dalla ‘Ndrangheta.
- Martedì 29 Ottobre alle ore 20.30 presso l’Aula ‘400 dell’Università degli studi di Pavia.
Titolo dello spettacolo teatrale: “Binnu Blues. Il racconto del codice Provenzano”
Produttore: Editori Laterza
Regia di: Vincenzo Pirrotta
Autore: Salvo Palazzolo, Michele Prestipino
Protagonista: Vincenzo Pirrotta
Musiche di: Charlie Di Vita
Durata: 60 minuti
Numero atti: 1
Anno di produzione: 2018
Lo spettacolo è diretto e interpretato dall’attore e regista palermitano Vincenzo Pirrotta, tratto dal libro “Il Codice Provenzano” di Salvo Palazzolo, giornalista del quotidiano La Repubblica e di Michele Prestipino, il magistrato che arrestò il boss dopo 43 anni di latitanza, oggi procuratore aggiunto a Roma. Gli ordini di morte, la falsa religiosità, la trama dei rapporti con gli insospettabili: nelle parole ritrovate dagli investigatori guidati da Renato Cortese (attuale questore di Palermo) prende forma il ritratto del padrino che custodiva i segreti della mafia siciliana. In alcuni passaggi i pizzini diventano un canto blues. Dice Pirrotta: “ridicolizzo le parole di un capomafia che non sa neanche parlare italiano ed esprimo tutta la rabbia per ciò che è accaduto nella nostra terra a causa di quell’uomo e dei suoi complici. Proprio attraverso le parole del blues, i neri d’America costretti nei campi di cotone manifestavano tutta la loro rabbia”. Lo spettacolo ripercorre i 43 anni di latitanza del boss corleonese morto nel luglio 2016, dall'efferato omicidio di Michele Cavataio nel 1969, all'ultimo periodo del capomafia, trascorso tra carcere e tribunali.
- Lunedì 4 Novembre alle ore 21 presso l’Aula Magna dell’Università degli studi di Pavia.
Titolo della conferenza: “Le organizzazioni criminali in Puglia. Collegamenti con la mafia albanese”
Relatori:
Marilù Mastrogiovanni, scrittrice, direttrice del quotidiano online “il Tacco d’Italia” e docente presso l’Università di Bari;
Vincenzo Musacchio, Presidente dell’Osservatorio Regionale Antimafia del Molise.
Da diversi anni, all'interno della relazione semestrale, la Direzione Investigativa Antimafia dedica sempre maggiore spazio di analisi alle realtà pugliese e lucana nonché alle mafie dell’est Europa. In Puglia il fenomeno delle organizzazioni criminali risulta essere particolarmente ramificato e capillare e in particolare la Sacra Corona Unita, a partire dagli anni dieci del XXI secolo, ha perseguito una strategia di mimetizzazione e di infiltrazione nel tessuto imprenditoriale, alla ricerca del massimo consenso in tutti gli strati della società. Una delle specificità di questa organizzazione criminale è il rapporto che ha sviluppato con realtà criminali dell’est Europa. Le coste pugliesi infatti sono un ottimo approdo per organizzazioni che si occupano del traffico di stupefacenti ed armi. La criminalità albanese, secondo la relazione della DIA, “è l’organizzazione straniera tra le più attive e ramificate in ambito nazionale. Il continuo “reclutamento” di giovani leve è sintomatico della capacità di rinnovamento delle proprie file, mentre le condotte, sempre più violente, risultano spesso idonee non solo per fini criminali ma anche per risolvere dissidi e controversie tra gruppi rivali”. Per questo motivo la serata in questione verterà proprio sull’analisi e l’approfondimento di questi temi. A partire da una ricognizione generale sul fenomeno mafioso pugliese, grazie all’intervento della direttrice del quotidiano online “il Tacco d’Italia” Marilù Mastrogiovanni passeremmo all’analisi della mafia albanese con l’intervento del Dottor Vincenzo Musacchio.
Mercoledì 13 Novembre alle ore 21 presso l’Aula ‘400 dell’Università degli studi di Pavia.
Titolo della conferenza: “Mafie in Messico: ricerca, inchiesta e resistenza”
Relatori:
Thomas Aureliani, collaboratore di Cross ed esperto di criminalità organizzata messicana;
Lucia Capuzzi, giornalista nella redazione Esteri di Avvenire e vincitrice del Premio Lucchetta (2014) per un articolo sui baby lavoratori boliviani e del Premio Colombe della Pace dell'Archivio Disarmo (2016);
Cynthia Rodriguez, giornalista, blogger messicana e corrispondente freelance. Collabora con diverse testate messicane e nel 2009 ha pubblicato il suo primo libro: Contacto en Italia. El pacto entre Los Zetas y la ‘Ndrangheta;
Emiliano Cottini, del settore Internazionale Libera e del Gruppo Abele.
Moderatore: Federico Rossi, Dottore di ricerca in diritto internazionale
Con questa conferenza si intende fare chiarezza su un tema che negli ultimi anni ha visto un crescente interesse - non solo da parte di giornalisti ed esperti nel settore - e pubblicità grazie anche a romanzate e romanzesche serie-tv: i cartelli della droga in Messico e il potere dei Narcos. La criminalità in Messico è uno dei problemi sociali più preoccupanti della storia recente messicana e, in generale, dell'intero continente americano. La recrudescenza della violenza dei cartelli della droga sfociata in una sanguinosa guerra della droga ha portato a una situazione di destabilizzazione democratica e parziale collasso delle attività delle forze dell'ordine, in concomitanza a un aumento esponenziale dei crimini violenti.
Lunedì 25 novembre alle ore 21 presso l’Aula Magna dell’Università degli studi di Pavia.
Titolo della conferenza: "Mafia in Germania: nein danke!"
La serata ha lo scopo di analizzare la presenza della criminalità organizzata in territori di non tradizionale insediamento mafioso, in particolare la Germania (focalizzando l'attenzione sulla 'ndrangheta) dati gli ultimi sviluppi, ma soprattutto dopo la strage di Duisburg.
Relatori:
Sandro Mattioli, presidente dell'associazione “Mafia? Nein danke!” e giornalista di inchiesta italo tedesco.
Moderatore
Prof. Sergio Seminara, Professore Ordinario di Diritto Penale
L'evento facebook.com/events/2811032785596441