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Secondo quanto riferito del Servizio di sicurezza federale russo (FSB), la nave comando della Marina ucraina ‘Donbass’ avrebbe lasciato la città portuale di Mariupol giovedì alle ore 09:12 di Mosca, dirigendosi verso lo stretto di Kerch. La parte ucraina non avrebbe presentato richieste di navigazione. Alle 13:45, una nave della guardia costiera russa avrebbe avvertito su questo punto ma l’equipaggio della nave ‘Donbass’, che avrebbe risposto che non aveva intenzione di navigare attraverso lo stretto di Kerch, ha continuato a dirigersi verso lo stretto di Kerch. Solo più tardi, nella notte tra giovedì e venerdì, la nave militare ucraina ha invertito la rotta. “L’incidente della nave comando ucraina “Donbass” nello stretto di Kerch mostra ancora una volta il potenziale pericolo che puo’ derivare da tali azioni provocatorie”. A dichiararlo il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, che ha sottolineato, "Qualsiasi provocazione insignificante puo’ portare a conseguenze molto, molto gravi”. Nel frattempo almeno 80 navi civili in questo momento si trovano nello stretto di Kerch, chiuso al traffico. Per Vladimir Putin “la russofobia è una sorta di primo passo verso il genocidio”. Quello che sta succedendo ora in Donbass, lo possiamo vedere bene, lo conosciamo. Ovviamente ricorda molto il genocidio. Ma gli Stati Uniti non si fermano e ad ottobre hanno consegnato all’Ucraina 30 lanciamissili anticarro e 180 missili, riferisce il Pentagono. Per il vice ministro degli esteri russo Ryabkov “non è escluso che la crisi possa evolvere in maniera simile a quella cubana. Abbiamo tracciato delle linee rosse molto chiare, ci auguriamo che i nostri interlocutori le rispettino”.

Tratto da: casadelsole.tv

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