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f 35 cacciadi Giulietto Chiesa
Risposta a Federico Picchio Terenziani

Buongiorno Giulietto, ho appena guardato (come sempre) il suo ultimo video su Pandora TV e la prima cosa che vorrei chiederLe è, vivendo a Udine, dove posso trovare l'intervista al generale Mini sull'ipotetica bomba da sganciare sulla mia città.
Il secondo argomento che vorrei affrontare è su quello che lei ha detto, come non essere d'accordo?) sulla naturale indignazione di fronte agli F35; alla mancata, vera contestazione della commissione UE e delle sue regole. Ma da Lei vorrei sentire/vedere un servizio se ciò sia davvero possibile. Quello che mi domando è: siamo sicuri che sia possibile cancellare l'ordine degli F35? Ce lo lascerebbero fare? Gli USA hanno promesso di acquistare i ns. titoli in cambio degli F35 e del mantenimento delle loro basi? Siamo certi che la UE ci lasci fare i certificati fiscali? Draghi sarebbe d'accordo? Non ha, per caso, il potere di bloccare gli acquisti dei ns. titoli?
In conclusione, tutte le Sue belle proposte (che io condivido) sono realmente fattibili o qualcuno molto più in alto di noi, con poteri pressoché illimitati non ce lo lascerebbe mai fare? Siamo veramente liberi di decidere strade diverse dal percorso già da altri stabilito? Grazie e buona giornata e Buone Feste.
Federico


Caro Federico, le tue domande sono analoghe a quelle di molti altri, che mi giungono da varie parti. Sono questioni davvero importanti e sentite. C'è chi capisce la drammaticità della situazione e vuole sapere cosa si deve e si può fare. Dunque rispondo a tutti. L'intervista a Fabio Mini è stata condotta da Margherita Furlan e pubblicata sul suo blog, poi ripreso da pandoratv.it. Quello che Mini racconta è un ritratto della demenza acuta che serpeggia perfino nei più alti ambienti militari e politici. Pensavano, i comandi, che, in caso di scoppio di guerra con l'Unione Sovietica, i russi sarebbero arrivati fino a Udine in pochi giorni. E, dunque, prevedevano che, per sloggiarli, sarebbe stato necessario sganciare una atomica sulla città di Udine. Scemenza duplice o triplice. Perché se i russi facessero guerra all'Europa, ovviamente facendo partire i loro missili atomici, non manderebbero certo le loro truppe a occupare il territorio nemico, funestato dalle radiazioni, pieno di morti e con tutte le infrastrutture già distrutte. Guardarsi dai generali stupidi! Che pensano che i russi vogliano invadere l'Europa. Ma lo stupido proietta la sua stupidità sugli altri e, ovviamente, poiché è stupido, fa calcoli stupidi. Ma anche criminali. Infatti, per "difendersi" dai russi, gli americani sarebbero pronti a sparare le loro atomiche anche su di noi. Col che si capisce in quale situazione ci troviamo. Mini riferiva che era prevista l'evacuazione della popolazione civile. Ma puoi immaginare cosa significherebbe, in stato di guerra, evacuare 600 mila persona da Udine e dintorni. Per portarle dove? Come se fosse facile. Invece sarebbe impossibile, come chiunque capisce. Anche perché non si tratterebbe solo di una bomba atomica, ma si dovrebbe mettere in conto decine di esplosioni di questo tipo, anzi centinaia. Con milioni di morti, dovunque. Quindi, concludendo questo solo primo aspetto, siamo di fronte a irresponsabili cretini, di cui dobbiamo temere la totale stupidità.
Ma c'è di peggio. Nei giorni scorsi Putin ha proprio descritto una situazione di questo genere quando ha messo in guardia gli Stati Uniti e i loro militari sull'abbassamento della soglia per l'uso di armi nucleari, che prevede l'impiego di cariche nucleari tattiche. Ecco la seconda imbecillità, manifestata dalla reazione dei media italiani, che hanno subito gridato alla "minaccia russa". Non c'è nessuna minaccia russa. Putin ha detto il vero: se si pensa di poter usare l'atomica a basso potenziale, scagliandola sulle zone europee della Russia, è evidente che la Russia farà altrettanto sull'Europa, e sull'Italia. E, a quel punto, l'escalation sarebbe inarrestabile, fino - come ha detto Putin - "a mettere a repentaglio la specie umana e perfino il nostro pianeta". Altro che invasione a terra! Come ha ricordato Manlio Dinucci, non è Putin che minaccia. Perfino la Federazione degli Scienziati Americani ha messo in guardia rispetto alla tentazione di usare l'arma atomica tattica. Idea che serpeggia tra i militari della Nato. Pura follia.
Ma l'Italia è corresponsabile. Noi accettiamo sul nostro territorio le nuove bombe nucleari B61-12, violando il trattato di non proliferazione nucleare che abbiamo firmato, ospitiamo le basi da cui potrebbero partire, istruiamo i piloti della Nato che potrebbero sganciarle. Ospitiamo, a Sigonella e a Niscemi, le stazioni satellitari che guideranno il sistema anti-missile che gli Stati Uniti stanno completando. E nessun partito, né i due al governo, né quelli all'opposizione, hanno mosso un dito per fermare questa assurdità, che è una minaccia contro i russi e che i russi si apprestano a fronteggiare ritorcendo la minaccia contro di noi.
E vengo alla seconda domanda: è possibile cancellare l'ordinazione degli F35? Ce lo lascerebbero fare? In primo luogo non credo che ci sia ancora stata, tra questo governo e quello americano, nessuna trattativa in merito, i cui contenuti, come lei dice, sarebbero quelli di uno scambio: voi comprate gli f-35 e mantenete le nostre basi militari sul vostro territorio e noi vi finanziamo comprando i titoli del vostro debito e risolvendo i vostri problemi immediati. L'Impero non tratta con i suoi vassalli. Specie con quelli più vili. Semmai uccide quelli che considera riottosi. Come fece con Aldo Moro e, prima ancora, con Enrico Mattei. Nulla ci dice che, fino ad ora, a Washington abbiano pensato in questi termini. Paradossalmente, se dovesse emergere una tale proposta di negoziato, io per primo non mi tirerei indietro. Si tratterebbe di soppesare vantaggi e svantaggi immediati, e anche i vantaggi e gli svantaggi strategici. Ma ad una trattativa del genere bisogna andarci sapendo cosa si vuole e cosa si può. E soprattutto, sapendo qual è la forza politica, il sostegno delle masse popolari, di cui si dispone. Il problema è che una tale trattativa non è neppure cominciata e noi siamo di fronte a degli ordini imperiosi, ai quali pieghiamo la testa. Dunque, come minimo, si tratta di vedere se l'Italia è capace di dire, con grande fermezza, che non accetterà più tutto quello che le è stato imposto. E, in primo luogo, che non è più disposta ad accettare di pagare la preparazione ad una guerra che non vuole e che ritiene fatale per il proprio popolo.
Certo che, così facendo, si corrono dei rischi. Ma chi pensa che non ci siano rischi è bene che cambi mestiere. E chi pensa che chi ha il potere vi rinunci per qualche inspiegabile gentilezza, è bene che si ritiri dalla politica perché non ha capito nulla del mondo in cui vive. Dunque rispondo sì alla tua domanda: dovremo cancellare l'acquisto degli F-35.
E questo discorso vale anche per le altre domande sull'Unione Europea. Ci lasceranno fare i certificati fiscali, o altre misure di moneta complementare? Draghi sarà d'accordo? Potrà bloccare le nostre aste per i titoli, o renderle problematiche? Intanto la tua domanda su Draghi descrive già una situazione abnorme. Draghi può fermare le decisioni della maggioranza di un popolo? Certo che può farlo. Se si trova di fronte un popolo di pecore, guidato da pecore.
Vice versa non potrà farlo, o incontrerà grandi difficoltà, se il popolo si doterà di una guida, di un partito, di una direzione politica, di una maggioranza parlamentare che gli consenta di opporsi e ne interpreti le esigenze. L'esempio francese dei gilet gialli dimostra che una grande mobilitazione popolare può rovesciare i piani del Potere, anche senza una rivoluzione. Ma, in ogni caso, le masse debbono darsi una guida, capace di formulare un progetto, un piano, una linea di marcia. Perché una rivolta spontanea, temporanea, senza una guida politica, non è in condizione di cambiare le cose. Penso ai ripetuti fallimenti di movimenti estemporanei. Penso a "Occupy Wall Street", penso al cosiddetto Movimento Viola in Italia. Falliti perché, appunto, privi di una struttura e di un progetto. Anzi penso che, in qualche caso, questo tipo di proteste senza sbocco siano alimentate proprio dal Potere: per dare l'illusione di una rivolta e di una vittoria, mentre sono solo l'apertura di una valvola per far uscire un po' di vapore.
Il problema diventa dunque un altro. Primo: bisogna sapere che si dovrà lottare. Non regaleranno niente. Di fatto si tratta di sconfiggere un vero e proprio colpo di stato "legale". L'hanno compiuto alleandosi con i loro maggiordomi italiani. Che sono quelli che oggi sono all'opposizione contro questo governo. Bisogna dunque sconfiggere gli uni e gli altri. Ma sapendo che loro hanno la legge (truffaldina quanto si vuole) dalla loro parte. Dunque bisogna saper stare, come diceva Machiavelli, volta a volta "in sulla volpe e in sul lione". Usare la forza del popolo, quando occorre. E usare l'intelligenza dei suoi leader quando occorre. In questo caso abbiamo un governo che "vorrebbe" fare qualche cosa, ma è confuso e diviso. E non è in grado di dire con chiarezza che cosa vuole. Quindi non chiama le masse popolari al suo soccorso.
Occorrerebbe adesso dotarsi di un governo capace di chiamare il popolo alla lotta e anche al sacrificio. Perché "loro" possono farci del male. In molti modi: chiudendo i bancomat o usando lo spread, o facendo entrare in campo le loro polizie, o perfino organizzando il terrorismo contro di noi, in varie forme e sotto varie barriere.
L'hanno già fatto, con la strategia della tensione, con le bombe nelle piazze, usando le mafie. Potrebbero rifarlo. Il problema è che questa generazione non sa cosa sia lo scontro sociale duro. Abbiamo vissuto bene in questi ultimi decenni, mangiando le briciole che cadevano dal tavolo dei "Signori". I quali potevano permettercele avendo rapinato il resto del mondo. Adesso "loro" sono inquieti e nervosi, perché stanno perdendo il controllo delle pecore. Il mondo non è più così facilmente rapinabile adesso.
E noi, noi popolo, siamo solo all'inizio di un risveglio, non abbiamo organizzazione e idee, troppo sparse per essere forti; non abbiamo ancora ben capito come ci hanno chiusi in gabbia e non sappiamo bene dov'è la porta per uscirne. Ma non è impossibile, tenuto conto che la crisi monta simultaneamente in molte parti dell'Europa. E "loro" sono senza una ricetta per uscire dalla loro crisi.
Giulietto Chiesa

Tratto da: facebook.com

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