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L'Isis e le città europee sotto rito. Quello di Londra dello 22 marzo è stato un vero colpo per la capitale britannica. I giorni passano e le vittime aumentano, così come gli arresti. Giulietto Chiesa analizza con IntelligoNews gli ultimi atti terroristici.

L'attentatore: l'attacco è stato rivendicato dall'Isis e il killer era britannico ma aveva aderito allo Stato islamico. Cosa legge dietro queste prime informazioni?
"Le rivendicazioni dell’ISIS sono attendibili quanto lo è uno spot pubblicitario. Cioè, di regola, non significano nulla. Avrebbero valore solo se l’ISIS ci fornisse il suo indirizzo e numero di telefono. Il killer, come tutti gli altri killer precedenti, da Charlie Hebdo in avanti, è stato ucciso in conflitto a fuoco. L’unico che si è salvato è sepolto in una prigione belga e non se ne sa niente da mesi".

Il fatto che all'inizio, forse, lo abbiano confuso con Abu Izzadeen, un cittadino britannico di origine giamaicana e portavoce di Al Ghurabaa (un'organizzazione terroristica di matrice islamica, che era stata iscritta nel 2006 nella lista nera delle organizzazioni pericolose dal Parlamento britannico attraverso il Terrorism Act) e che i due si assomiglino, cosa rileva? Che è facile perdere le tracce anche di terroristi "identificati" o che non esiste un reale monitoraggio di questi criminali?

"Nell'intera serie di attentati (Francia, Belgio, Germania) è stato rivelato che tutti i terroristi implicati, senza eccezione, erano già sotto sorveglianza delle polizie europee e dei servizi d’intelligence. Cioè erano noti per essere stati già catturati, spesso magari incarcerati, cioè interrogati. Probabilmente divenuti informatori, più o meno saltuari, delle polizie. A quanto pare le polizie li lasciano scappare, o sparire, dopo averli identificati. Come vogliamo definire queste circostanze? O sono distratte, oppure cosa sono?".

Più Europa e un'intelligence comune potrebbero risolvere il problema?
"L’intelligence europea è già “comune”: infatti tutte le intelligences europee riferiscono alla CIA e al Mossad e ne sono, per così dire, delle filiali".

Il giorno dopo l'attentato a Londra, in Belgio c'è stato un altro uomo che ha lanciato una macchina tra la folla. Era tunisino. Dobbiamo aspettarci un'escalation?
"L’escalation è in corso da tre anni. Possiamo solo seguirne gli sviluppi. Che dipendono, in modi non chiari, dagli sviluppi politici. Io presumo che ci sia una centrale di comando (oppure alcune) che è (sono) composta (e) di raffinati giocatori, che muovono pedine variamente suicide, sulla scacchiera. Noi vediamo la scacchiera, dove scorre il sangue, ma non vediamo i giocatori".

L'Italia, i servizi e il pericolo in casa. Siamo il Paese che li ospita e li fa agire come dicono molti, oppure siamo ignorati in quanto non "rappresentanti" perfetti di quell'Europa che "uccidono”?
"Non saprei. La vostra interpretazione è una, ed è possibile. Io ne ho due diverse. La prima è che “contiamo poco”, e che i giocatori puntano sui paesi che contano. La seconda è che l'Italia potrebbe aver fatto dei patti (provvisori e relativi) con qualcuno dei giocatori".

Tratto da: intelligonews.it

Foto © Ansa

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