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Sono forse il gruppo di persone che più di ogni altro è stato esposto alle conseguenze di esperimenti nucleari. La tribù degli Shoshone, distribuita nei territori compresi tra la California e il Wyoming, ha dovuto sopportare oltre 900 test atomici dal 1951 a questa parte. “È un processo sistematico per eliminarci e fare pulizia etnica”, denunciano i rappresentanti di questa comunità, costretta a fare i conti con problemi di salute causati da decenni di esperimenti militari.
A partire dal 1951, nei territori degli Shoshone sono stati condotti un centinaio di test nucleari nell’atmosfera e più di 800 nel sottosuolo, corrispondenti a un totale di 620 chilotoni. Per fare un confronto, l’impatto della bomba atomica lanciata su Hiroshima nel 1945 è stato pari a 13 chilotoni. 
Le conseguenze sulla popolazione sono quelle enumerate dall’attivista Ian Zabarte, che in un’intervista concessa all’emittente televisiva Russia Today parla di un infinità di tumori, malattie, malformazioni e morti premature. “Quando abbiamo firmato un trattato col Governo degli Stati Uniti non pensavamo che stessimo firmando la nostra distruzione”, ha dichiarato il rappresentante degli Shoshone.
Come se fosse una specie di consenso informato, il documento siglato dalla tribù nel 1863 ha finito per lasciare carta bianca al Governo degli Stati Uniti. Nonostante i test atomici siano oggi terminati, le conseguenze degli esperimenti sono ancora presenti fra la popolazione nativa. Inoltre, diverse attività militari segrete vengono tuttora condotte in quei territori, dove esiste anche un problema di stoccaggio di scorie nucleari. “La nostra terra è stata occupata e ci hanno rubato le nostre opportunità”, sintetizza Ian Zabarte. Per l’attivista e per la sua comunità, l’incubo atomico non è ancora terminato.

Tratto da: casadelsole.tv

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