L’idea era quella di collegare il cambiamento climatico alle minacce alla sicurezza globale. La bozza del testo - elaborata da Irlanda e Niger e presentata alle Nazioni Unite come risultato della conferenza mondiale sul clima tenutasi a Glasgow lo scorso novembre- è stata sostenuta da oltre 100 paesi. Fra questi, però, non rientrano quelli che al vertice scozzese erano stati esclusi, come Russia, Cina e India. Ma se Pechino si è astenuta e Nuova Delhi ha votato contro l’iniziativa, Mosca ha invece messo direttamente il veto, considerandola semplicemente “inaccettabile”.
Nel documento si invitava il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, “a considerare i rischi per la sicurezza legati al clima come elemento centrale nelle strategie di prevenzione dei conflitti”. L’ambasciatore russo alle Nazioni Unite, Vassily Nebenzia, ha sottolineato come la proposta di Irlanda e Niger avrebbe però finito per stabilire un approccio pericolosamente “unilaterale” in vista dei prossimi contenziosi internazionali. “Ci opponiamo a fissare un legame generico e automatico tra cambiamento climatico e sicurezza internazionale, trasformando una questione scientifica e socio-economica in una questione politica”, ha spiegato il diplomatico.
L’iniziativa, infatti, intendeva in qualche modo equiparare la minaccia climatica a quella bellica. O, almeno, creare un collegamento fra queste due dimensioni, spianando la strada alla possibilità di affrontarle allo stesso modo. Se il cambiamento climatico è in grado di generare guerre, allora chi non fa nulla per affrontarlo nei termini indicati dall’ONU potrebbe facilmente essere considerato un pericoloso infrattore da dover rimettere subito in riga. Mosca e Pechino questo lo sanno bene, e proprio per questo stanno ben attente a non fornire a Washington nuovi pretesti per isolarle ulteriormente.
Il no di Russia e Cina va anche inserito nell’attuale contesto di escalation in Ucraina e nel Mar Cinese Meridionale. Mosca e Pechino stanno facendo cartello per rispondere compatte all’espansionismo statunitense, coscienti che Washington non esiterebbe a giocare contro di loro la carta climatica per portare acqua al proprio mulino. Ai paesi non occidentali, quindi, sembra non rimanga altro da fare che sostenersi a vicenda. Calcolando che solamente Cina, India e Russia rappresentano il 40% della popolazione mondiale, si direbbe che i numeri non gli manchino di certo.
Tratto da: casadelsole.tv
Mosca frena il delirio ecologico occidentale
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