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chiesa giulietto eff wdi Lucia Bigozzi
“Obama dice una cosa e il Pentagono un’altra”. “Non credo che Trump sia filo-Putin; lui vuole un’America più ripiegata sui suoi problemi interni e sarà meno proiettata all’esterno, quindi avrà meno atteggiamenti aggressivi verso il resto del mondo”. E Putin? “Mosca guarda con una certa attenzione alle dichiarazioni di Trump perché se si verificassero, l’America sarebbe meno aggressiva nei confronti della Russia”. Sono due concetti che Giulietto Chiesa, giornalista, scrittore ed esperto di scenari geopolitici, mette sul tavolo della riflessione nella conversazione con Intelligonews, calibrando la lente di ingrandimento sul delicato scacchiere tra Occidente e Oriente.

Obama all’Onu è sembrato dichiarare guerra più a Putin che all’Isis: che idea si è fatto?
"In effetti non so se sia Obama che fa la guerra a Putin… Diciamo che Obama la fa a parole perché – ahimè per lui – non ha altro da dire. In realtà, Obama ha perso il controllo dei suoi, perché se si guarda la successione degli eventi è chiarissima: lui manda Kerry a incontrare Lavrov, si mettono d’accordo e dopo due giorni partono i bombardamenti sulle truppe siriane che fanno una strage. Allora, ci sono due interpretazioni possibili; la prima è che Obama sia uno che mente e la seconda è più semplice: Obama dice una cosa e il Pentagono ne dice un’altra".

Nell’ipotesi in cui a vincere le presidenziali sia Trump, quanto questo potrebbe cambiare il modo di rapportarsi con la Russia? Della serie: Trump è filo-Putin o ciò che dice è fuffa?
"No non si può dire che Trump sia filo-Putin, non lo credo. Trump vuole un’America più ripiegata sui suoi problemi interni e sarà meno proiettata all’esterno; quindi avrà meno atteggiamenti aggressivi verso il resto del mondo. Quindi, in questo senso si può dire che sarebbe più gradito, se mantiene la parola più di quanto non sia la signora Clinton la quale, invece, manifestamente esprime desideri di aggressione e di rivincita. Io la metterei così: Mosca guarda con una certa attenzione alle dichiarazioni di Trump perché se si verificassero, l’America sarebbe meno aggressiva nei confronti della Russia".
 
L’eventuale vittoria di Trump cambierebbe o no le relazioni con i repubblicani in quanto conservatore?
"No, non credo che sia tanto così. I repubblicani sono molto conservatori ma anche Reagan era un conservatore e poi, alla fine, fece l’accordo con Gorbaciov sulla riduzione delle armi. I repubblicani sono diventati molto più reazionari di quanto non fossero venti anni fa, tanto è vero che il Senato a maggioranza repubblicana e la Camera dei deputati idem, hanno or ora consentito la vendita di enormi quantitativi di armi all’Arabia Saudita e hanno praticamente dato il via libera alla politica aggressiva degli Usa; questo per dire che dipende. Mettiamola così: bisogna vedere se Trump in caso di vittoria riesce a controllare o a rovesciare il comportamento dei senatori del suo partito".
(23 settembre 2016)

Tratto da: intelligonews.it

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