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guerra-siria

di Tony Cartalucci - Land Destroyer - 3 settembre 2012
I leader politici occidentali ammettono che le operazioni NATO in Libia hanno giocato un ruolo di primaria importanza nel consolidamento della fazione AQUIM di Al Qa’ida (Al Qa’ida del Maghreb Islamico).

Bruce Riedel della Brookings Institution finanziata dalle 500 aziende della lista di Fortune, nel suo articolo "The New Al Qaeda Menace," ammette che AQIM è ora fortemente riarmata proprio grazie all’intervento NATO in Libia e che la base di AQIM in Mali, in Nord Africa, è sede operativa delle attività terroristiche lungo la regione.

Sia AQIM che la sua omologa libica, il Gruppo Combattente Libico Islamico (LIFG) sono entrambe elencate dal Dipartimento di Stato USA nella lista delle “Organizzazioni Terroristiche Straniere”. Allo stesso modo sono presenti negli elenchi dell’Home Office britannico (.pdf, indicate come GSPG), e le Nazioni Unite riconoscono come terroristiche ambedue le organizzazioni.

Ciononostante, l’intervento militare in Libia è stato perseguito dall’Occidente col consenso dell’ONU avendo la piena consapevolezza che i militanti che guidavano le cosiddette “rivolte per la democrazia” non fossero nient’altro che i continuatori del terrorismo violento perpetrato per decenni dagli affiliati di Al Qa’ida. L’Occidente ne aveva piena consapevolezza principalmente perché sono stati i servizi segreti occidentali ad armare e sostenere questi militanti negli ultimi 30 anni e, nel caso libico, pure coccolandone i leader a Washington e a Londra.

Inoltre lo stesso esercito statunitense ha meticolosamente documentato in merito ai terroristi stranieri che combattevano in Iraq e Afghanistan, evidenziando che la più alta percentuale di questi proveniva dalle città libiche di Bengasi e Darnah, la cosiddetta “culla” delle “rivolte per la democrazia” in Libia.

“I combattenti stranieri di Al Qa’ida in Iraq” del CTC di West Point (.pdf)

Ciò che vi viene rivelato non è altro che la premeditazione di una bugia: il luogo dove si sventolava il cartello “attivisti” nel tempo di una notte si è trasformato nell’avamposto di combattenti agguerriti e armati fino ai denti alla guida di carri armati e di piloti di jet pronti a scatenare una guerra a tutto campo contro il leader libico, Muammar Gheddafi. In realtà, è stato il frutto di 30 anni di supporto che l’Occidente ha fornito in segretezza ai gruppi di militanti in tutto quel territorio - un sostegno che non si sarebbe poi concluso con la caduta di Gheddafi.

I terroristi del LIFG si riversarono immediatamente ad est in Siria e ad ovest in Mali oltre i loro confini: una struttura logistica che hanno perfezionato nell’ultimo decennio nel corso delle loro operazioni in Iraq e Afghanistan. Il comandante del LIFG, Abdul Hakim Belhaj, già nel novembre del 2011, si trovava al confine turco-siriano per fornire danaro, armi e combattenti terroristi del suo LIFG, sotto la supervisione dei servizi segreti occidentali, assieme con finanziamenti e armi che gli USA riciclavano attraverso i membri del Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC) quali il Qatar e l’Arabia Saudita. Da quel momento si può confermare che i militanti libici si sono posti alla guida di tutte le brigate di combattenti stranieri all’interno della Siria.

Come ha ammesso Bruce Riedel del Brookings, queste armi sono andate anche verso ovest, in Mali. L’Algeria aveva timore che un tale scenario si stesse svelando, proprio durante lo svolgimento dell’intervento NATO in Libia - un timore che oggi si è infatti pienamente realizzato. Ironicamente, Riedel, nell’agosto del 2011, cercò di creare un caso sull’ipotesi di un’Algeria “prossima alla caduta” in un articolo che titolava letteralmente “L’Algeria sarà la prossima a cadere”.

Un anno fa, Riedel cercò di sostenere che la cosiddetta “Primavera Araba” si sarebbe diffusa in Algeria dopo essersi ben radicata nella vicina Libia. Aveva mancato di spiegare, e oggi la cosa è ormai sotto gli occhi di tutti, che per “Primavera Araba” Riedel intendeva la sovversione appoggiata dagli USA e, più specificatamente, la militanza terroristica armata dalla NATO col marchio di fabbrica di Al Qa’ida.

Con gli USA che ormai armano, sostengono apertamente e fanno letteralmente il “tifo” per Al Qa'ida in Siria, sembra ormai chiaro che la “Guerra al Terrore” sia stata una frode senza precedenti perpetuata al costo di milioni di vite distrutte e di un incalcolabile prezzo sociale e economico. La NATO, ben cosciente delle conseguenze, sta letteralmente costruendo nel Nord Africa e in Medio Oriente dei cosiddetti “Califfati” che i leader occidentali hanno sostenuto sulla testa dei loro popoli suggestionabili nell’intento di perpetuare la loro guerra globale. Prendendo ispirazione dalle pagine del romanzo “1984” di Orwell, è stata creata una guerra artificiale per sostenere gli interessi delle corporazioni economico-finanziarie e le loro strategie interne e internazionali. La cosiddetta “minaccia alla civiltà occidentale” è, nei fatti, una legione straniera a servizio degli interessi delle corporazioni economico-finanziarie occidentali, che esegue la politica estera di Wall Street e Londra su scala globale, nei modi e nei luoghi in cui nessuna altra forza occidentale avrebbe mai potuto agire.

La blitzkrieg (‘guerra lampo’, NdT) terroristica nel mondo arabo non si concluderà in Siria. Continuerà, se sarà loro consentito, in Iran, fra le montagne del Caucaso e fino in Russia, nei confini occidentali della Cina e anche in tutto il sud-est asiatico. Il prezzo dell’ignoranza, dell’apatia, e della complicità nel sostenere la cosiddetta “Guerra al Terrore” dell’occidente ci attrarrà paradossalmente tutti gli orrori possibili, quelli reali però, proprio quelli che ci erano stati prospettati se non avessimo combattuto questa “Lunga Guerra”

Il nostro sostegno ad entrambe le parti politiche di destra e sinistra, così come il nostro quotidiano patrocinio agli interessi economico-finanziari che guidano questa politica, hanno ormai consolidato un inedito e crescente paradiso di tranquillità per i terroristi - e fino a quando i governi laici moderati continueranno ad essere compromessi e rovesciati, noi potremo solo immaginare quali saranno i contraccolpi, le vendette e le ulteriori conseguenze che questa politica estera distruttiva potrà provocare. Immaginare che questo tipo di ingerenze non si possano ripercuotere su di noi, anche sotto forma di un attacco “false flag” da far sbiadire il ricordo dell’11/9, sarebbe assolutamente folle.

Già oggi noi tutti stiamo subendo la devastazione economica e ovunque, in casa nostra, siamo oppressi da un controllo soffocante di apparati per la sicurezza. Fino a quando subiremo passivamente la politica in corso invece di imporne una che sia veramente la nostra, si potrà solo andare di male in peggio.

Fonte: landdestroyer.blogspot.co.uk

Traduzione per Megachip a cura di Tullio Cipriano.
Tratto da: www.megachip.info

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