Saranno i giudici a notificare alle parti il deposito la cui data non è stata resa nota
E’ stato nuovamente rinviato il deposito della sentenza d’appello sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia. Il termine, fissato in un primo momento a 90 giorni dal verdetto, poi prorogato di altri 3 mesi, scade domani, ma la corte d’assise d’appello che ha celebrato il processo sulla trattativa tra Cosa nostra e pezzi dello Stato ha comunicato un ulteriore rinvio.
Saranno i giudici a notificare alle parti il deposito la cui data non è stata resa nota. In secondo grado, dopo le pesantissime condanne a boss, politici e Carabinieri, la corte d’assise d’appello ha ribaltato lo scorso 23 settembre, il verdetto demolendo un impianto accusatorio messo su in anni di indagini e processi. Assolti dall’accusa di minaccia a Corpo politico dello Stato con la formula “il fatto non costituisce reato”, Mario Mori, ex generale dei carabinieri del Ros, Antonio Subranni, ex capo del Raggruppamento Speciale dell’Arma, e l’ufficiale Giuseppe De Donno. Assolto anche Marcello Dell’Utri, ex senatore azzurro accusato dello stesso reato. Condanne pesanti, invece, per i capimafia Leoluca Bagarella e Nino Cinà, che con la violenza delle bombe mafiose fecero guerra allo Stato. Una decisione complessa che ha fatto discutere e che solo le motivazioni della sentenza chiariranno.
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