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Lunedì scorso la testimonianza del colonnello Michele Sini

Slitterà al prossimo 24 maggio l'inizio della requisitoria della Procura generale al processo d'appello sulla trattativa Stato-mafia. Il Presidente della Corte d'assise d'appello, Angelo Pellino, ha infatti predisposto per lunedì la conclusione della fase dibattimentale con le parti che dovranno discutere delle ultime richieste di acquisizione documentale.
Intanto, la scorsa udienza, è stato sentito il colonnello Michele Sini, nel 1998 comandante della sezione del Ros che effettuò l'arresto di Giovanni Napoli, considerato favoreggiatore del boss Bernardo Provenzano.
Proprio Sini era anche l'autore di una nota informativa in cui si rendeva edotta la Procura di una restituzione di tre telefoni cellulari e di un rilevatore di microspie che erano stati "acquisiti per fini investigativi". Magistrato competente era la dottoressa Maria Teresa Principato che sentita sul punto, pur non ricordando il fatto in sé, ha riconosciuto di aver apposto la firma sull'informativa.
Nell'attività investigativa su Napoli venne sequestrato diverso materiale, tra cui anche floppy disk e, successivamente, anche un computer.
Nei giorni successivi però i telefonini ed il rilevatore furono clamorosamente restituiti.
"Non fui io a portare la nota informativa alla Principato - ha detto Sini rispondendo alle domande dell'avvocato di Mori, Basilio Milio - Credo che furono portate dal capitano Ierfone che al tempo si era impegnato parecchio su quelle attività".
Sini ha detto di non ricordare alcun rimprovero o rimostranze da parte della dottoressa Principato per quella restituzione: "Non vi furono osservazioni. Sui cellulari fu fatta un'attività e da un cellulare furono estratti 96 numeri telefonici e compiuti accertamenti. Non ricordo però l'approfondimento". Durante il controesame della Procura generale, però, Sini non ha saputo dare una risposta su chi diede l'ordine di non sequestrare i cellulari ed il rilevatore. "Non posso ricordare, sono passati 23 anni" ha detto più volte. Ugualmente ha detto di "non ricordare" perché si lavorò su un solo cellulare.
Il processo è stato rinviato al 17 maggio, quando si scioglieranno le ultime riserve della Corte sulle richieste di acquisizioni documentali.

Foto © Emanuele Di Stefano

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