Acquisite dalla Corte d'Assise d'Appello le sentenze Mannino (definitiva), Borsellino quater (appello) e 'Ndrangheta stragista (primo grado)
Non si chiude l'istruttoria dibattimentale del Processo d'appello sulla trattativa Stato-mafia. La Corte di assise di appello di Palermo, presieduta da Angelo Pellino (a latere Vittorio Anania), ha ammesso l'esame dei marescialli Pasquale Gigliotti e Sebastiano Serra. I sostituti Pg Giuseppe Fici e Sergio Barbiera ne avevano chiesto l'esame in quanto, da accertamenti sarebbero emerse alcune anomalie rispetto ad alcune perquisizioni e sequestri informali a carico di Giovanni Napoli (fedelissimo di Provenzano). I fatti sarebbero riconducibili al 1998, periodo in cui i due lavoravano al Ros.
Alla Procura generale Gigliotti aveva riferito che al tempo era nel Reparto operativo speciale da pochi mesi e, pur riconoscendo la firma su alcuni documenti, ha detto di non aver svolto alcun controllo sui supporti informatici che furono sequestrati al Napoli.
L'approfondimento su questo specifico punto aveva avuto luogo partendo dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Ciro Vara il quale, nel processo di primo grado, raccontò che Napoli gli aveva parlato di aver subito una perquisizione ("a casa sua avevano trovato dei dischetti, dopo qualche giorno il comandante dei Carabinieri di Mezzojuso (Pa) glieli aveva restituiti... Lo stesso Napoli mi diceva che doveva esserci qualcosa di interessante in quei dischetti. Lui li aveva fatti registrare per Provenzano...").
Effettivamente è stato accertato il sequestro dei dischetti, ma i militari del Ros non sarebbero riusciti ad esaminarli. A compiere quell'accertamento sarebbe stato proprio Gigliotti che però ha dichiarato di non avere alcuna competenza informatica.
Alla scorsa udienza il pg Fici aveva evidenziato come "la restituzione dei dischetti non è stata confermata o smentita, ma si sapeva che erano stati esaminati da un sottufficiale che si indicava come coscrivente. E' inoltre emerso che i dischetti furono consegnati all'autorità giudiziaria e che fu conferito l'incarico al perito che li esaminò, riuscendo a recuperare un frammento di documento cancellato". Genchi, un passato da poliziotto e oggi avvocato, chiese di sequestrare il computer che aveva "lavorato" i dischetti. "Dopo un'altra perquisizione a casa di Giovanni Napoli (novembre 1998) in seguito alla quale fu sequestrata una corposa documentazione su possidenze immobiliari e contabilità dello stesso anche nel territorio di San Vito Lo Capo, il computer - avevano ribadito Fici e Barbiera - fu rinvenuto presso un ufficio di informatica di assistenza. Così Genchi è riuscito a completare l'accertamento sui 7 dischetti, sui floppy disk ed il computer ancora nella sua disponibilità".
L'esame di Gigliotti e Serra, spiega la Corte - "si rende indispensabile trattandosi di prova sopravvenuta e imprescindibile per chiarire circostanze e apparenti anomalie nelle operazioni predette: e ciò sempre nel solco del tema di prova propugnato dal procuratore generale a supporto del costrutto accusatorio, recepito dal giudice di primo grado, in ordine al presunto disegno criminoso sotteso alle indagini del Ros diretto all'epoca dal generale Mori". La loro deposizione è stata fissata per il prossimo 3 marzo (inizio alle ore 10.30).
Nell'ordinanza vengono anche acquisite le sentenze non definitive della Corte d'assise di Reggio Calabria sul processo "'Ndrangheta stragista", nonché quella d'appello del "Borsellino quater". Acquisita anche la sentenza della Cassazione dell'11 dicembre scorso, con cui è stata confermata l'assoluzione, divenuta definitiva, nei confronti di Calogero Mannino, nel processo in abbreviato sulla trattativa Stato-mafia per cui l'ex ministro è stato assolto. Al contrario è stata respinta la richiesta di una nuova audizione degli ufficiali Pellegrini e Tersigni (ritenendo sufficienti le acquisizioni documentali successive alle loro deposizioni) ribadendo che "eventuali divergenze, secondo quanto risulterebbe dalla documentazione sulla gestione della fonte Riggio possono essere oggetto di valutazione in sede di discussione finale e da un nuovo esame non possono scaturire delucidazioni o chiarimenti decisivi o utili a dissipare i dubbi sull'attendibilità del loro narrato".
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