di AMDuemila
La Procura generale di Palermo ha presentato ricorso in Cassazione contro l'assoluzione dell'ex ministro Calogero Mannino nel processo sulla trattativa Stato-mafia. I sostituti procuratori Generali, Giuseppe Fici e Sergio Barbiera, hanno impugnato la sentenza del collegio della prima sezione della Corte d'Appello di Palermo, presieduto da Adriana Piras, consiglieri a latere Massimo Corleo e la relatrice Maria Elena Gamberini, per motivi di diritto.
Infatti, così come previsto dal codice, viene contestata la logicità e la conformità alla legge della sentenza che, il 22 luglio scorso, nel processo in abbreviato, aveva scagionato l'ex esponente democristiano dall'accusa di violenza o minaccia a corpo politico dello Stato, confermando l'assoluzione dei giudici di primo grado.
Si deve evidenziare che Mannino è stato assolto nei due gradi di giudizio per "non aver commesso il fatto". Nelle motivazioni della sentenza di primo grado si affermava che mancava la prova che il politico fosse stato il motore della cosiddetta trattativa tra lo Stato e la mafia.
Ma i giudici della Corte d'appello non hanno spiegato solo il perché della conferma del giudizio di assoluzione. Sono andati oltre allargando i propri pareri anche alle valutazioni adottate dai giudici della Corte d'Assise di primo grado, che nel procedimento con rito ordinario hanno condannato boss mafiosi (Leoluca Bagarella, Antonino Cinà), ufficiali del Ros (Mario Mori, Antonio Subranni e Giuseppe De Donno), politici (l’ex senatore di Forza Italia, Marcello Dell’Utri) e il figlio di Vito Ciancimino, Massimo, per calunnia. La Procura generale, diretta da Roberto Scarpinato, ha così deciso di presentare ricorso.
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