di Lorenzo Baldo e Aaron Pettinari
“Noi siamo arrivati al temine della nostra requisitoria - ha evidenziato il pm Nino Di Matteo al termine del suo intervento -. Personalmente, lo stesso vale per il collega Del Bene, la nostra applicazione al processo cessa con l’udienza di oggi. Per me questa è un'ultima udienza di un impegno in due procure particolarmente esposte come Palermo e Caltanissetta, che è durato 25 anni. Questo processo, che ho seguito fin dalle indagini preliminari assieme al collega Ingroia, si è portato dietro, ed è destinato a portarsi dietro, una scia infinita di veleni e di polemiche. Man mano che andavo avanti, già nella fase delle investigazioni, iniziavo ad avere contezza del costo che avrei pagato con questo processo e credo di non essermi sbagliato. Hanno più volte affermato che l’azione di noi Pubblici ministeri è stata caratterizzata perfino da finalità eversiva, nessuno ci ha difeso da accuse così gravi. Ma noi l’avevamo messo nel conto, perché così avviene in quei casi, sempre meno frequenti, in cui l’accertamento giudiziario non si limita alla ricostruzione minimalista degli aspetti criminali più ordinari, ma si rivolge all’individuazione di profili più alti e di causali più complesse. Quelle che, come in questo processo, corrono parallele non per un singolo fatto criminoso, ma ad una vera e propria strategia. Nel nostro caso quella strategia stragista con la quale Cosa Nostra ricattò lo Stato con la complicità di uomini di quello Stato. Siamo veramente onorati di avere avuto l’occasione di confrontarci con la eccezionale, serena, profonda autorevolezza di questa Corte di Assise. Abbiamo una sola ulteriore consapevolezza che ci fa vivere con umiltà, ma anche con un orgoglio che nessuno ci potrà togliere, di aver sempre agito esclusivamente per cercare la verità nel rispetto della legge rifuggendo da ogni calcolo di convenienza o opportunità. Ma in ogni momento anche in quelli più difficili, nei quali abbiamo avvertito la sensazione di profondo isolamento, senza paura, con la serena determinazione di chi sa che prestando obbedienza ai principi della nostra Costituzione ed in primo luogo quello di uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge sta semplicemente compiendo il suo dovere di magistrato”.
Foto © Castolo Giannini
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