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E' saltata, questa mattina, la deposizione nel processo d'appello 'Ndrangheta stragista del collaboratore di giustizia Antonio Parisi. Come si è appreso in udienza la Procura generale non è riuscita a perfezionare la citazione dello stesso a causa di un difetto di notifica.
Il Procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo, applicato nel processo, ha già fatto sapere che provvederà ad una nuova citazione per l'udienza prevista il prossimo 20 aprile. 
Le dichiarazioni di Parisi sono inserite negli atti del processo che vede imputati il boss di Brancaccio Giuseppe Graviano ed il capomafia di Melicucco Rocco Santo Filippone (condannati in primo grado all'ergastolo per l'omicidio dei due carabinieri Vincenzo Fava e Antonino Garofolo, ndr) in un'informativa della Dia. 
In particolare Parisi avrebbe dovuto riferire in merito a tre pagine scritte a mano e consegnate nel 2013 al procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo.
In quell'occasione disse al magistrato di avere appreso da un altro detenuto nel carcere di Padova "in possesso di numeri di telefono del Sismi", particolari riguardanti il rinvenimento nell'ottobre del 2004 di esplosivo in uno dei bagni del comune di Reggio Calabria", amministrazione allora guidata dall'ex presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti
Un episodio, quest'ultimo, su cui da tempo si stanno compiendo accertamenti (tanto che diversi passaggi dei verbali sono omissati, ndr). Quell'attentato mancato non si verificò in quanto, come venne scoperto durante la rimozione dell'ordigno, il tritolo non poteva esplodere per mancanza dell'innesco. 
Parisi disse anche che in quel periodo, "nell'anno 2004, mese di novembre, tre o quattro giorni prima che l'onorevole Berlusconi arrivasse a Reggio Calabria, un appartenente al Sismi decideva di simulare un attentato al sindaco di allora Giuseppe Scopelliti".

Foto © Imagoeconomica

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