di Francesca Mondin
Nel versante calabrese affiora una nuova figura dai contorni ambigui: il monaco. Un uomo “vicino ad ambienti istituzionali” che, secondo quanto detto dalla sorella di Rocco Santo Filippone, avrebbe cercato e riferito informazioni ai Filippone sulle attività d’indagine della Guardia di Finanza nei loro confronti. Questo emerge dalla testimonianza dell’ispettore Giuseppe Briguglio della Squadra mobile di Reggio Calabria che stamani al processo “'Ndrangheta stragista” a carico di Rocco Santo Filippone e del boss di Brancaccio Giuseppe Graviano, ha riferito in merito ai colloqui in carcere tra il pentito Giuseppe Calabrò e la madre Maria Concetta Filippone, sorella dell’imputato.
Nel colloquio, ha spiegato Briguglio Giuseppe, il collaboratore di giustizia e la madre stanno parlando di alcune attività della Guardia di Finanza sull’acquisizione dei dati anagrafici di tutti, quando la madre inizia a parlare di questo soggetto: “Il monaco ha amicizia con qualcuno, si è informato e ha detto che la Guardia di Finanza è andata là ma in questo momento ancora non sanno cosa stanno facendo” insomma Maria Filippone, ha spiegato l’ispettore, “fa sapere al figlio di avere qualcuno vicino ad ambienti istituzionali”.
L'ispettore Briguglio ha riferito i tratti salienti di altre conversazioni registrate in carcere tra il pentito e i famigliari, in cui quest'ultimi, in particolare la madre, rimproverava il figlio per le dichiarazioni fatte ai magistrati a maggio 2014. Ai magistrati infatti Calabrò aveva dato una nuova versione dei fatti che smentiva quella fatta negli anni precedenti. In passato Calabrò aveva detto che gli agenti erano stati uccisi perché seguivano la sua automobile carica di armi, guidata da Consolato Villani. A maggio del 2014 Calabrò aveva vuotato il sacco tirando in ballo il cugino e lo zio, Antonio e Rocco Santo Filippone (a destra), e dichiarando in una lettera di voler rafforzare il suo contributo narrativo a favore della condivisa strategia stragista di 'Ndrangheta e Cosa Nostra.
Un fatto che aveva mandato su tutte le furie la madre, infatti, come ha riportato l'ispettore oggi, nei primi colloqui di maggio dello stesso anno si vede chiaramente “la signora Filippone molto contrariata” ed a un certo punto esplode e “con tono alterato dice al figlio di ritornare tutto indietro” ed abbandonare queste sue nuove versioni, per poi ricordare: “Fede, fedeltà, fedeltà! Devi sempre tenere la bocca chiusa e così non sbaglierai mai”.
Di lì a poco il detenuto abbandonava definitivamente i suoi propositi collaborativi a favore dell'Autorità Giudiziaria.
L'udienza è stata rinviata a venerdì 1° dicembre per ascoltare due fuzionari del servizio centrale antiterrorismo che si sono occupati delle indagini.
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