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"Scarantino è un calunniatore seriale. Nel ricostruire i fatti ha tratto notizie dai giornali, dalle dichiarazioni di altri collaboratori, da esperienze di vita, dalla radio. Ha ritrattato nel '95, nel '98, nel 2002 e nel 2009. Ha ammesso di aver mentito e quindi è inattendibile". E' questa una delle considerazioni nell'arringa difensiva dell'avvocato Giuseppe Seminara, legale dei poliziotti Michele Ribaudo e Fabrizio Mattei, imputati insieme a Mario Bo nel processo sul depistaggio delle indagini successive alla strage di via D'Amelio.
La discussione è iniziata lo scorso 9 giugno ed è proseguita ieri di fronte al Tribunale di Caltanissetta. Il legale, ovviamente, non è affatto d'accordo con le ricostruzioni fin qui prospettate dall'accusa (i pm hanno chiesto nove e mezzo anni di carcere per Ribaudo e Mattei, mentre per l'ex dirigente Mario Bo sono stati chiesti 11 anni e 10 mesi di reclusione) e dalle parti civili. Ma non è neanche d'accordo con le conclusioni del processo Borsellino quater per cui Vincenzo Scarantino, il falso pentito della Guadagna, è stato indotto a mentire. "Non possiamo accettare una conclusione del genere - ha detto - perché si danno più opzioni, ma al contempo non si dice chi avrebbe indotto lo Scarantino". Parlando del falso pentito lo scorso 9 giugno aveva affermato che lo stesso, pur avendo la "terza elementare" è un "furbo". Perché "piano piano comincia a elaborare e a strutturarsi rispetto a quello che gli viene prospettato e comincia a mentire usando le informazioni che aveva a disposizione. Questi imputati, incensurati, hanno una dignità e una loro storia che comprende tantissime azioni svolte per contrastare la criminalità organizzata". 
E poi ancora ha aggiunto: "Questo è un processo che non può non tenere conto del fallimento di un sistema. Noi, qui, dobbiamo necessariamente prendere atto che in quegli anni, per questioni ambientali, storiche, politiche, il sistema di controllo della prova è miseramente fallito". 
Secondo il legale "questo processo, con l'assenza di tantissimi soggetti che sono morti, ha certamente arrecato un nocumento ai miei assistiti. Questo è un processo che non può non tenere conto dei fallimenti del sistema di controllo della prova. Con anomalie attribuibili ai magistrati". 
E poi ancora: "Dobbiamo avere il coraggio di trovare Scarantino 'inutilizzabile' in tutte le sue esternazioni, talmente piene di bugie, di farneticazioni che non è possibile ritenerlo attendibile. Di fronte a dieci versioni diverse di Scarantino, come si fa a scegliere quella che va contro i nostri imputati? È una forzatura costante".
"Qua siamo di fronte a due soggetti incensurati, i poliziotti Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo, e un calunniatore seriale, Vincenzo Scarantino. L'induzione la possiamo mettere in discussione, ma sul fatto che Scarantino è un calunniatore non ci sono dubbi", ha proseguito durante l'arringa. "Scarantino nel ricostruire i fatti ha tratto notizie da tutto - ha aggiunto il penalista - dai giornali, dalle dichiarazioni di altri collaboratori, da esperienze di vita, dalla radio. Quante volte ha ritrattato? Nel 1995, nel 1998, nel 2002 e infine nel 2009. Noi dobbiamo ammettere che per quattro volte ha ritrattato, ammettendo di avere mentito. E quindi, come io lo definisco, è "inutilizzabile", ma mi basta dire inattendibile". 
Nella giornata di ieri, invece, Seminara si è concentrato soprattutto sulla ex moglie di Scarantino, Rosalia Basile. "Ciò che sà la Basile è quello che gli dice Scarantino dopo il 25 luglio. E' di questo si deve tenere conto - ha detto - Rispetto ai fatti fino al 25 luglio lei non ha idea degli interrogatori. Non dice nulla dello studio che venne fatto fare a Scarantino, anche davanti ai suoi occhi. Dice che sente Mattei e Scarantino, ma non li capisce. Rispetto a questi fatti, i sopralluoghi ed i magistrati che sapevano dell'innocenza di Scarantino, riferisce dopo il 25 luglio. E c'è una circolarità della prova che è pacchiana. E qui siamo di fronte ad un soggetto inattendibile ed un altro soggetto che lo riscontra, basandosi sulle sue stesse dichiarazioni".
"Entrambi - ha infine aggiunto - hanno comunque affermato di aver sentito Radio Radicale. E contro il dottor Bo c'è stata una progressione accusatoria fino a diventare le loro dichiarazioni sovrapponibili".
Tornando a parlare di Scarantino, Seminara ha sottolineato che lo stesso "ha sempre assecondato le risposte degli interlocutori, anche durante l'esame al Borsellino Uno. Ha mantenuto sempre questo atteggiamento compiacente nei confronti dell'interlocutore. E questo la dice lunga rispetto a quello che può essere stato il fallimento del sistema, cioè quella valutazione rigorosa della prova dichiarativa".  

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