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A dirlo il Consulente della difesa Luca Antonio Nicola Lapegna

C'è stata manipolazione sulle intercettazioni di Scarantino? "Io non posso dire di aver riscontrato manipolazioni. Non si riscontrano, ho scritto in riassunto elementi e dati certi che attestino nella sostanza la manomissione dolosa o colposa del sistema di intercettazione posto sotto esame. Il mio è un supporto tecnico specializzato che porta informazioni e risorse. Ho fatto un lavoro di riascolto delle udienze e lettura di documenti perché non capivo come si era arrivati a certe conclusioni". E' questa la conclusione della perizia tecnica investigativa del consulente di parte Luca Antonio Nicola Lapegna, chiamato a testimoniare deponendo davanti al tribunale di Caltanissetta, nell'ambito del processo sul cosiddetto depistaggio delle indagini successive alla strage di via d'Amelio e che vede imputati i poliziotti Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo, accusati di calunnia aggravata dall'aver favorito Cosa nostra.
La prima parte dell'esame si è tenuta ieri presso l'aula bunker di Caltanissetta e rispondendo alle domande degli avvocati Giuseppe Panepinto e Giuseppe Seminara è stato abbastanza perentorio nell'esprimere il proprio parere: "Non vi erano anomalie negli apparecchi telefonici utilizzati ma tutto ha una sua spiegazione".
Nello specifico il consulente era stato chiamato ad analizzare il funzionamento degli apparecchi utilizzati per intercettare le telefonate del falso pentito Vincenzo Scarantino, nel periodo in cui questi aveva vissuto nella località protetta di San Bartolomeo al Mare, in Liguria.
Il consulente, attraverso la proiezione di diversi video riguardanti il funzionamento degli apparecchi che venivano utilizzati all'epoca, ha cercato di chiarire quei dubbi che si erano aperti durante le precedenti udienze. Ovvero quando alcuni testi hanno parlato in maniera chiara della presenza di "anomalie" nelle intercettazioni telefoniche dell'utenza in uso a Scarantino. Qualcuno ha parlato di problemi nella linea telefonica, a volte uscivano numeri anomali, altre volte l'apparato non stampava. Guasti tecnici degli apparecchi utilizzati per registrare le telefonate, mancanza di energia elettrica, nastrini ritrovati in diversi pezzi.
"Ho replicato in laboratorio l'ambiente delle intercettazioni così come era all'epoca ed ho ripreso i vari eventi - ha riferito il teste in aula - La parola anomalia è stata usata troppe volte. Perché l'anomalia può avere una spiegazione tecnica. Invece si usava la parola anomalia anche per spiegare un evento che non si sapeva spiegare". 
E poi ancora ha aggiunto: "Anche quando mancava la corrente elettrica al traslatore l'Rt2000 rilasciava uno scontrino con la spiegazione di ciò che era successo, un evento che per molti era inspiegabile. Non era necessario resettare tutto il sistema. Inoltre questo apparecchio non permetteva di rilevare il tempo reale di un evento telefonico, avendo al suo interno un contatore che stimava i minuti e non i secondi. Si tratta di un sistema analogico. E' anche possibile - ha aggiunto il teste - che venga composto un numero telefonico e che le bobine, contenenti i nastri magnetici, rimangano bloccate. Ciò nonostante, l'Rt2000, rilascia regolarmente lo scontrino dell'avvenuta conversazione oppure andrebbe forzato facendo leva sui tasti". 
Il consulente ha anche escluso la possibilità che non è possibile sovrascrivere volontariamente delle tracce sull'Rt2000. L'esame, molto tecnico, è durato diverse ore e non sono mancati anche i momenti di tensione tra le parti. Il processo è stato infine rinviato al primo luglio 2021. 

Foto © Shobha

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