"Non ho mai fatto parte del gruppo Falcone-Borsellino, anche se Arnaldo La Barbera me lo avesse chiesto. Una volta a fine giornata mi chiese di dare un'occhiata a dei brogliacci che contenevano delle intercettazioni ma non ricordo a quale delle due stragi si riferivano. Ogni sera mi arrivavano pile di brogliacci da leggere ma feci quel lavoro per due tre sere poi dissi a La Barbera che quel lavoro era assolutamente inutile e non avrebbe portato a nulla". E' quanto ha riferito Claudio Sanfilippo, attuale questore di Sassari chiamato a deporre nell'ambito del processo sul depistaggio delle indagini successive alla strage di via D'Amelio, in corso a Caltanissetta. Sanfilippo arrivò alla squadra mobile di Palermo nell'agosto del 1990. Nel 1992, all'epoca delle stragi, dirigeva una sezione istituita all'indomani dell'omicidio di Libero Grassi.
Sanfilippo ha anche detto che su richiesta di Arnaldo La Barbera diede una mano a Mario Bo a redigere il cosiddetto "rapportone" sull'attentato di via D'Amelio. "Devo essere sincero, la mia attività - ha sottolineato - è stata davvero molto limitata. Al momento in cui bisognava redigere il rapporto sulla strage Borsellino, l'ex capo della Mobile Arnaldo La Barbera mi chiese di dare una mano al collega Bo. A La Barbera era difficile dire di no e quindi collaborai. Non avevo fatto nessuna indagine quindi lo aiutai semplicemente a fare una collazione degli atti per il rapporto finale, il cosiddetto 'rapportone'. Era Bo che conosceva le attività svolte fino a quel momento. Non ho mai visto Vincenzo Scarantino, il suo nome per me era assolutamente sconosciuto".
Il teste ha poi raccontato quel che visse il 19 luglio 1992, giorno della strage: "Ricordo che c'era una grandissima confusione, di gente che andava e veniva. Mi misi semplicemente a disposizione ma non svolsi alcuna attività. Mi fermai lì fino a sera. Quello che era successo lo capivamo tutti. C'era un enorme cratere e quindi si capiva che l'esplosione era stata causata da un'autobomba". Ha poi aggiunto che i rapporti tra l'allora capo della squadra mobile di Palermo Arnaldo La Barbera e Mario Bo erano ottimi.
Nel corso della testimonianza ha infine parlato del contrasto che sorse tra La Barbera e l'ex poliziotto Gioacchino Genchi: "Quando il dottore Genchi sparì dalla Squadra Mobile si disse che c'era stata una lite ma non so nulla di cosa accadde. I rapporti tra Bo e il dottore La Barbera erano ottimi. So di qualche piccolo problema personale che il dottore Bo aveva avuto, ma non credo che questo abbia mai incrinato il rapporto tra i due".
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Depistaggio via d'Amelio, teste Sanfilippo: ''Non indagavo sulla strage''
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