di Francesca Mondin
Totò Riina, il capo della cupola di Cosa nostra durante le stragi che nell'agosto del 2013 si lasciò andare a considerazioni e commenti con il compagno d'ora d'aria Lorusso su quello che successe nella strage di Via D'Amelio, sarà sentito il sette gennaio al processo Borsellino quater. E' da gennaio scorso che si attende questa audizione, sarebbe dovuto essere ascoltato nell'udienza di domani ma ieri la difesa ha fatto sapere che Riina, detenuto al 41 bis nel carcere di Parma, è ricoverato nell'ospedale della città emiliana. L'udienza di domani quindi, è stata revocata e la Corte oggi ha deciso di rimandare l’audizione del capo dei capi al nuovo anno.
Stamani la Corte, presieduta da Antonio Balsamo, ha inoltre dato il via libera per l'audizione di due nuovi teste. Il questore Calogero Germanà, sarà chiamato a riferire sull’incontro avuto a Roma con il prefetto Luigi Rossi nel 1992. Germanà all'epoca era applicato alla Criminpol di Palermo e stava facendo delle indagini che prendevano spunto da una relazione del giudice Salvatore Scaduti, per identificare un parlamentare di nome Enzo, che sarebbe stato riconducibile ad un'azione volta a influenzare l'esito del processo per l'omicidio Basile. Nell'incontro a Roma il prefetto si sarebbe interessato se c’era qualcosa sull'allora ministro Mannino.
Salvatore Scaduti invece sarà chiamato a testimoniare sull'intimidazione ricevuta alla vigilia della camera di consigli per la sentenza del processo sull'omicidio del capitano Basile. Sono state inoltre acquisite le tre sentenze sull'omicidio Salvo Lima e i verbali dell'esame del collaboratore di giustizia Vito Galatolo del maggio scorso.
Non sono state accolte le richieste per i confronti tra il consulente informatico Gioacchino Genchi e il giudice Ilda Bocassini e tra il generale Mario Mori e l'ex presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Luciano Violante perchè la Corte ha ritenuto le circostanze non essenziali ai fini del processo.