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tribunale-toghe0L'udienza è terminata ed è stata rinviata al 23 ottobre 2014
"Omicidio dalla Chiesa fu una cortesia per Craxi e Andreotti"
di AMDuemila - 16 ottobre 2014
“Quando è stato ucciso il generale dalla Chiesa mi è stato confidato che non fu solo Cosa nostra, ma che era stata più che altro una cortesia fatta a Craxi e Andreotti… era risaputo in Cosa nostra questo". A dirlo è il collaboratore di giustizia Francesco Onorato, sentito al processo “Borsellino quater” nel quale si cerca di giungere alla verità sulla morte del giudice Paolo Borsellino, ucciso nella strage di via D’Amelio il 19 luglio 1992 insieme agli agenti della scorta. Prima di Onorato è stato ascoltato il pentito Di Maggio  che ha raccontato delle due riunioni della Commissione di Cosa nostra nelle quali si decise di dare uno “schiaffo morale” alla Dc votando Martelli e nelle quali si parlò anche dell’uccisione dei magistrato Falcone e Borsellino e del allora sindaco Leoluca Orlando.


“La Barbera indirizzava le indagini su Scarantino, in Cosa nostra sapevamo”
Al processo Borsellino quater depone il pentito Francesco Onorato: “Volevamo ucciderlo perché aveva voltato le spalle a Cosa nostra. Era nelle mani dei Madonia”
di AMDuemila - 16 ottobre 2014
"La Barbera c'ha i corna dure, riesce a portare in una strada diversa questa indagine". A dirlo erano i boss di Cosa nostra in carcere sin dal primo momento. A raccontarlo questa mattina è il pentito Francesco Onorato che sta deponendo al processo Borsellino Quater in corso davanti alla Corte d'assise di Caltanissetta. "Quando Scarantino collabora sia con Pino Galatolo che con qualche altro uomo d'onore si parlava di questo episodio che La Barbera usava lo Scarantino per parare altre persone, portando una strada diversa da quella che poi realmente era. Eravamo nella stessa sezione nel '95-'96 io e Pino Galatolo, fratello di Enzo, e rappresentante della famiglia dell'Acquasanta". Il collaboratore di giustizia poi conferma quanto aveva già riferito al processo trattativa ovvero che "La Barbera era in mano ai Madonia". Secondo Onorato "Volevano uccidere La Barbera perché aveva voltato le spalle a Cosa nostra mentre c'era un passato che La Barbera era in mano ai Madonia, della famiglia di Resuttana. Il discorso su La Barbera nasce per come aveva ammazzato due rapinatori mentre nessuno si poteva permettere, all’infuori di Cosa nostra, di uccidere a Palermo, neanche un poliziotto. Parlando con Biondino mi aveva detto che i Madonia non lo volevano toccato perché l'avevano in mano".

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