I due funzionari di polizia si avvalgono della facoltà di non rispondere
di Aaron Pettinari - 26 novembre 2013
E' durata il tempo di fare l'appello dei presenti l'udienza odierna al processo “Borsellino Quater”. I testi citati dall'accusa e che avrebbero dovuto essere sentiti oggi, i funzionari di polizia Vincenzo Ricciardi e Mario Bo, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere in quanto imputati di reato connesso. I due fecero parte del gruppo investigativo "Falcone-Borsellino" costituito subito dopo le stragi del '92 e che era diretto dall’ex capo della mobile poi questore di Palermo, Arnaldo La Barbera, morto per un male incurabile nel 2002.
Ricciardi, già questore di Novara, oggi è in pensione mentre Bo dirige la Squadra Mobile di Trieste. Assieme a Salvatore La Barbera, dirigente della Criminalpol a Roma, sono indagati per calunnia aggravata dalla procura nissena nell’ambito delle inchieste sulle stragi palermitane del ’92 in cui furono uccisi Giovani Falcone, la moglie Francesca Morvillo, e tre agenti della polizia di scorta, e Paolo Borsellino e 4 agenti della polizia di scorta tra cui una donna.
Secondo l'accusa i tre poliziotti, obbedendo agli ordini del loro capo, avrebbero confezionato ad arte una falsa pista capace di reggere tre processi e nove gradi di giudizio centrandola sul falso pentimento di Vincenzo Scarantino. Un'accusa che viene basata anche sulle testimonianze di Salvatore Candura e Francesco Andriotta, ovvero gli stessi teste per cui la “pista Scarantino” venne ritenuto credibile. Sono proprio Andriotta e Candura che confessano di avere subito minacce e pressioni da parte dei poliziotti indagati, affinché si autoaccusassero di aver ricoperto un ruolo nel furto della Fiat 126, utilizzata poi come autobomba nella strage di via D'Amelio.
Tuttavia nessuna domanda è stata fatta durante il processo perché i due funzionati di Stato hanno scelto la via del silenzio assoluto. Per questo motivo, su richiesta delle parti, la Corte, presieduta dal giudice Antonio Balsamo, ha proceduto all'acquisizione dei i verbali degli interrogatori già resi dai due poliziotti.
Nella giornata di oggi era prevista anche la deposizione di Salvatore La Barbera, che non si è presentato facendo pervenire una giustificazione, e di Marina Busetto, compagna di Arnaldo La Barbera. E' la terza volta che la citazione della donna a comparire in udienza in qualità di teste non va a buon fine. La Corte ha disposto di procedere ad accertamenti sulle ragioni della sua assenza. La prossima udienza è stata quindi fissata per il 3 dicembre sempre presso l'aula bunker di Caltanissetta.
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