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Nino Di Matteo*


Ritengo che lo Stato non debba dare alcuna importanza, né processuale né di altro tipo, ad affermazioni come quelle contenute nella “lettera” di Aglieri. I mafiosi, infatti, non sono e non possono essere interlocutori dello Stato e quest’ultimo non può dialogare con essi. L’unico spazio che, a mio avviso, gli imputati di mafia potrebbero avere è quello della collaborazione, ma non si deve credere alle mere affermazioni di principio circa l’asserita resa di Cosa Nostra o la dichiarata estraneità a determinati episodi stragisti. Personalmente, tra l’altro, non mi interessa più di tanto quali siano i motivi che hanno ispirato Aglieri o altri detenuti ad assumere questo atteggiamento. Noi, come potere istituzionale, non possiamo che tener conto di eventuali atteggiamenti di collaborazione che, però, non sono assolutamente presumibili da quanto accaduto.
*Sostituto Procuratore di Palermo

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