Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Dal libro Perché fu ucciso Giovanni Falcone la trattativa secondo le conclusioni del sostituto procuratore Luca Tescaroli, pubblico ministero, in primo e secondo grado, al processo per la strage di Capaci.

Solo per completezza, va rilevato che i due citati dichiaranti hanno riferito la loro porzione conoscitiva, che rappresenta una parte più complessa, da nessuno dei due conosciuta nell’integralità. Invero, Salvatore Cancemi era in condizione privilegiata, rispetto al Brusca, per poter conoscere del rapporto o, comunque, dei contatti con le persone importanti dallo stesso menzionate, posto che Vittorio Mangano, che nel passato aveva coltivato quelle relazioni, è uomo d’onore del suo mandamento e che lo stesso Cancemi era intervenuto per far mettere in disparte il predetto Mangano nel mantenimento dei rapporti con quei soggetti, onde consentire al Riina la gestione diretta del rapporto.
Nondimeno, la conoscenza di tali rapporti da parte di Raffaele Ganci e di Salvatore Biondino, riferita dal Cancemi, appare coerente, sviluppando logicamente le sue indicazioni, se si pone mente al fatto che Pierino Di Napoli, uomo d’onore della “noce”, e, quindi, gerarchicamente dipendente dal Ganci, era un anello di collegamento nel “percorso” delle somme di denaro versate dalle cc.dd. persone importanti all’organizzazione, e che il Biondino era il personaggio più vicino, in senso assoluto, al Riina, in seno a Cosa Nostra.
Perciò, le indicazioni di Brusca, allo stadio delle attuali acquisizioni dibattimentali, non si pongono in antitesi con quelle del Cancemi, ma devono ritenersi complementari.
Interagisce temporalmente con le relazioni di cui s’è detto quel dinamismo politico di cui ha riferito Ezio Carlo Cartotto, il quale ha dichiarato di essere venuto a conoscenza, nel maggio-giugno 1992, che l’On. Marcello Dell’Utri ha portato avanti e curato un progetto politico, diretto a sostituire i referenti politici del gruppo Fininvest (riconducibili alla DC e al PSI), che avevano dimostrato di non essere più funzionali alle esigenze di quella struttura imprenditoriale, con altri più idonei a soddisfare le aspettative; progetto che veniva attuato gradualmente, attraverso la conversione di dirigenti Fininvest in funzionari di partito; che, intorno all’aprile 1993, l’On. Silvio Berlusconi decideva di sostenere ed aderire al programma politico proposto dall’On. Dell’Utri al termine di una riunione a cui aveva partecipato anche l’On. Bettino Craxi. Ha aggiunto che, nel luglio 1993, veniva costituita l’associazione “Forza Italia! Associazione per il buon Governo” (vedi i verbali di assunzione d’informazione del 20 luglio 1997 e del 16 luglio 1999, depositati nel corso dell’udienza del 22 ottobre 1999, al fine della sua escussione sulle circostanze anzidette, che la Corte d’Assise d’Appello ha ritenuto non essenziale, con ordinanza del 1 dicembre 1999; il contenuto di detti verbali è stato riportato, in larga parte, nel libro “L’odore dei soldi” di Elio Veltri e Marco Travaglio, Editori Riuniti, febbraio 2001, da p. 71 a p. 89.
Ed ancora, proseguendo nell’evidenziazione dei dati probatori sintomatici delle iniziative volte a individuare nuovi canali politico-istituzionali, mette conto evidenziare che Maurizio Avola ha riferito che, negli ultimi mesi del 1992, si era svolta a Palermo una riunione dei rappresentati delle varie “province” siciliane alla quale aveva partecipato Eugenio Galea, all’epoca vice rappresentante provinciale di Catania, nel coro della quale Salvatore Riina aveva esposto il piano strategico ordito dall’organizzazione, consistente nell’instaurazione di un clima d’attacco allo Stato che avrebbe consentito di “togliere il vecchio” sistema politico e, al contempo, di creare un clima favorevole per l’affermazione di un nuovo soggetto politico (vedi trascrizione udienza del 14 marzo 1996, celebrata nell’ambito del processo di primo grado, e, in particolare, pp. 4 e 9). Si tratta di una riunione che si colloca, senza dubbio, in una congiuntura del tutto particolare, poiché il livello dello scontro con lo Stato s’era fatto consistente e le cosiddette “trattative” erano in corso, mentre altre forme di aggressione nei confronti delle Istituzioni erano in cantiere, quali il progetto di attentato nei confronti del dott. Pietro Grasso.
Orbene, l’accostamento di dette indicazioni a quelle del Cancemi e del Brusca consente di inquadrare le ipotesi di trattativa coltivate e gli attentati eseguiti e programmati, nell’azione volta a creare le condizioni per l’affermazione di una nuova formazione politica.
Che, in particolare, l’ipotesi di trattativa con papello fosse propedeutica a favorire l’ingresso di una nuova forza, è reso verosimile dal fatto che il 15 gennaio 1993, giorno dell’arresto del Riina, era stata indetta una riunione della commissione, a detta del Brusca, per affrontare, tra l’altro, tale questione.

(Fine seconda parte)
Tratto da Perché fu ucciso Giovanni Falcone di Luca Tescaroli – Rubettino Editore

 ANTIMAFIADuemila N° 19 Febbraio 2002

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos