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La rubrica di Saverio Lodato

Garantisti canaglia

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strage via damelio phone

di Marco Travaglio - 21 marzo 2011
L'Italia tradisce sempre

Il VIDEO e la trascrizione dell'intervento di Marco Travaglio



L'Italia tradisce sempre
 by beppegrillo.it



Buongiorno a tutti, non sono un esperto di guerre, né di strategie, né di politica estera, quindi è inutile che mi metta a parlare con voi di quello che sta succedendo e di quello che potrebbe succedere di seguito alla guerra in Libia.

La guerra degli altri
E' una guerra alla quale gli italiani alla solita maniera, ma alla fine aggregandosi all’ultimo momento hanno deciso di partecipare anche direttamente con i nostri caccia militari, vedremo.
Non c’è grande fiducia negli esperti che in questi anni, le hanno sbagliate tutte, dal Kosovo, alla Serbia, alla Somalia, all’Afghanistan, all’Iraq, a tutti i luoghi dove non siamo andati, anche se le ragioni che ci hanno spinti a andare altrove, ci avrebbero dovuti spingere a andare pure lì, mi riferisco per esempio al Rwanda e al Darfur, ma queste cose le lasciamo agli esperti e così li lasciamo sbagliare in pace, l’unica cosa che sappiamo è che non sappiamo niente, non possiamo prevedere niente, non possiamo prevedere innanzitutto quanto durerà e soprattutto non possiamo prevedere cosa succederà dopo, tanto più oggi dove siamo di fronte a una strana faccenda che non si riesce bene a distinguere tra guerra civile, rivolta per la libertà, rivoluzione, non si sa neanche come chiamarla, visto che manca una leadership, manca un’analisi seria sulla natura, sui componenti di questa ribellione che è in parte tribale, in parte sicuramente aspira a più libertà, in parte è islamica, non sappiamo quanto fondamentalista islamica e soprattutto non sappiamo quali saranno le possibili ritorsioni che ha in animo Gheddafi e che può permettersi Gheddafi nei confronti di chi lo ha attaccato, quando sento dire dal nostro governo che Gheddafi non è in grado di colpirci mi vengono i sudori freddi a ricordare tutte le dichiarazioni trionfalistiche che sono state fatte negli ultimi anni sulla grande vittoria in Iraq, sulla grande vittoria in Afghanistan, per fare un esempio, visto che c’è chi non impara mai, ma insegna sempre, Giuliano Ferrara su Il Giornale di Berlusconi di ieri, sostenendo che il problema naturalmente è l’umanitarismo che quindi i governi devono fare le guerre senza aspettare assolutamente il consenso dell’O.N.U., anzi l’O.N.U. è una cosa brutta, bisogna fare le guerre quando si vuole così si parte e buonanotte, rimpiange George Bush, pensate è rimasta una persona al mondo a rimpiangere George Bush, non è americana naturalmente, è Giuliano Ferrara, il quale scrive “con il “guerrafondaio” Bush a un mese dall’11 settembre 2001, il regime talebano, protettore di Osama Bin Laden non esisteva più” Ferrara è convinto che Bin Laden fosse un’espressione del regime talebano, ignora, i talebani non hanno nulla a che vedere con Bin Laden, quest’ultimo è figlio degli sceicchi sauditi, non dei talebani, lasciamo perdere, Ferrara è molto intelligente, quindi può dire tutte le cazzate che vuole.
A un mese dall’11 settembre il regime talebano protettore di Osama Bin Laden non esisteva più e il capo del terrorismo nazionale aveva trovato rifugio in una caserma, da cui 10 anni dopo non è ancora uscito, invece Obama, l’umanitario a quasi 3 mesi dall’inizio del sommovimento in Medio Oriente l’Occidente brancola nel buio, quindi meglio Bush che ci ha liberati immediatamente dal Al Qaeda , in realtà forse Giuliano Ferrara sfugge che se nel 2001 i talebani per dominare sull’Afghanistan erano costretti a un regime del terrore perché avevano il consenso di una minuscola parte della popolazione afgana, avevano più nemici che amici anche in casa, adesso sono popolarissimi e quindi quando gli americani e le truppe alleate scapperanno dall’Afghanistan come sono già scappate dall’Iraq, i talebani riprenderanno il potere e questa volta non ci sarà quasi più nessuno a contestarli, perché per 10 anni, checché ne dica Giuliano Ferrara hanno resistito a una coalizione infinitamente superiore, e uno dei rischi che noi corriamo è che se Gheddafi non viene spazzato via subito, visto che ha tutto il mondo contro, persino la Lega Araba è favorevole almeno alla no fly zone se non al bombardamento, che comunque tollera, Gheddafi diventi il martire non solo agli occhi della sua tribù e delle tribù alleate, ma agli occhi di quel mondo islamico che lo ha sempre detestato o tollerato perché lui non ha mai avuto nulla a che fare con il mondo islamico organizzato né tanto meno con il fondamentalismo anche se poi utilizzava di volta in volta, finanziandoli, gruppi terroristici e islamisti.
Quindi se gli esperti sono Giuliano Ferrara stiamo freschi e quindi forse è meglio commentare i commenti alla guerra, anziché la guerra sulla quale nessuno in questo momento, se è una persona seria, può dire qualcosa, neanche gli esperti, quindi figuriamoci noi che non siamo esperti. La cosa interessante è la prima, perché noi abbiamo celebrato i 150 anni dell’unità d’Italia con grande sfoggio di retorica, trombe, trombette, grancasse, tamburi e tromboni, molti tromboni e non si è capito bene tra l’altro cosa ci fosse da festeggiare, bastava vedere questi palchi reali con Berlusconi, Schifani etc., uno indagato per quasi tutti i reati previsti dal Codice Penale e l’altro indagato per mafia per rendersi conto di quanto dovremmo provare vergogna di essere arrivati a 150 anni dell’unità d’Italia con una classe politica così!
E ci siamo dimenticati che in realtà quest’anno cade un’altra ricorrenza, il centenario della spedizione italiana in Libia, 1911, il Governo Giolitti, a 100 anni dalla spedizione italiana in Libia ci riaffacciamo in armi sulla Libia, si dirà: è una cosa diversa, certo che è una cosa diversa, quella era una spedizione coloniale, arrivava tra l’altro ben oltre il secolo dell’apoteosi del colonialismo, dell’‘800, eravamo già un po’ fuori tempo, anche se poi gli anni 30 ci affacciamo anche nel corno d’Africa e fummo impegnati ancora in Libia, quindi il fatto che gli italiani tornino in armi in Libia, non è la stessa cosa dei francesi che vanno in armi in Libia, degli inglesi che vanno in armi in Libia, degli americani che vanno in armi in Libia o dei tedeschi che non vanno in armi in Libia, il ritorno degli italiani è ovvio che espone l’Italia non soltanto perché l’Italia è il paese più vicino alla Libia, ma anche perché l’Italia diventa in qualche modo recidiva, e certi ricordi a soli 100 anni si mantengono, in Libia ci sono ancora vivi figli e nipoti di quelli che hanno visto la prima missione armata italiana in Libia.
Non è che mantengano tutti dei pessimi ricordi, perché gli italiani sappiamo benissimo che hanno costruito anche un bel pezzo delle infrastrutture della Libia le strade etc., però il ritorno dell’Italia in armi in Libia è un’altra cosa rispetto alla partecipazione di altri paesi a questa missione, è chiaro che all’epoca ci conveniva nell’ambito della presenza dell’Europa, ciascun paese europeo rivendicava protettorati e coloni in Africa, questa volta ci conviene per altri motivi, ci conviene per motivi energetici e da questo punto di vista quello che sta accadendo in Libia fa il paio con quello che sta accadendo in Giappone, il comune denominatore tra il disastro del Giappone e la guerra in Libia è l’energia, e i contraccolpi che arrivano dal Giappone e dalla Libia sull’Italia a proposito dell’energia denotano, sono una bellissima metafora della nullità della nostra classe politica che da decenni non ha mai messo mano a un piano energetico nazionale serio, soprattutto non lo ha attuato, per evitare che il nostro paese sia così ricattabile da stati come la Libia, da regimi come quello libico e l’unico modo per non farsi ricattare da questi regimi è quello di rendersi meno dipendenti e un po’ più autosufficienti di quanto non siamo oggi, invece noi non abbiamo sviluppato nessuna energia alternativa, a differenza di altri paesi, né sul fronte del nucleare per fortuna grazie al referendum al 1987, né sul fronte delle altre energie ma anche qui non voglio insegnare ai gatti a arrampicarsi, siamo sul blog di Beppe Grillo e sulle potenzialità energetiche alternative italiane, chi frequenta questo sito ne sa molto più di me.
E’ chiaro che questa guerra di umanità non ha nulla, non sto dicendo che è buona o è cattiva, sto dicendo che se la Libia non avesse il petrolio e il gas, nessuno si sarebbe mosso in armi contro la Libia, in Darfur e in Rwanda non ci sono petrolio e gas e nessuno si è mosso e sono state massacrate centinaia di migliaia di persone, molte più di quelle che ha massacrato Gheddafi in tutta la sua feroce dittatura che ormai ha superato ampiamente i 40 anni, compie 42 anni essendo il suo colpo di stato risalente al 1969, e in Darfur e in Rwanda sono molte più persone di quelle che Gheddafi è in grado di ammazzare di qua in avanti con o senza l’intervento dell’Occidente per reprimere altri Gheddafi, dicono, la rivolta a Misurata e a Bengasi.
Metafora, si capisce benissimo che l’Italia essendo così vicina alla Libia, essendo proprio il cuneo puntato dell’Europa sul nord – Africa, abbia coltivato in questi anni rapporti di buon vicinato con i governi che vi si succedevano, che abbia influenzato i governi che vi si succedevano, Ben Ali fu messo in piedi dopo la caduta di Bourguiba, la scomparsa di Bourguiba in Tunisia da un colpo di stato pilotato dai nostri servizi segreti e questo è venuto fuori dalle carte riservate e pubblicate negli ultimi anni.
Infatti la Tunisia diede ospitalità a Craxi, perché era stato Craxi a cooperare a mettere al potere in Tunisia Ben Ali, è stato cacciato dal suo popolo, Mubarak sappiamo benissimo di quali colpe si fosse macchiato, addirittura pare che gli attentati di qualche anno fa sul Mar Rosso, costarono la vita a parecchia gente, anche turisti, avessero dietro il regime di Mubarak , li chiamavamo i paesi arabi moderati semplicemente perché erano vicino ai nostri, facevano quello che volevamo noi.

Gheddafi, figlio nostro
Idem con Gheddafi, nessuno se lo ricorda, ma Gheddafi dopo avere mandato suoi terroristi libici a abbattere l’aereo di linea di Lockerbie sui cieli della Scozia e dopo avere avuto un ruolo con i suoi terroristi nell’attentato del 1986 alla Birreria La Belle di Berlino dove morirono molti soldati americani, subì una rappresaglia da parte degli Stati Uniti.Credo fosse, se non erro, il 15 aprile 1986, quando Ronald Reagan decise di colpirlo e di farlo fuori, non di fare la guerra alla Libia, di far fuori Gheddafi, era un’operazione naturalmente piratesca, non aveva nessuna legittimità internazionale, ma era un’operazione chirurgica, un blitz per colpirlo nel luogo dove risiedeva quella notte, naturalmente gli americani chiesero l’uso delle basi e il diritto di sorvolo al loro alleato italiano, Craxi che governava, negò l’autorizzazione e allora gli americani passarono da un’altra parte, il bello è che Craxi, Presidente del Consiglio e Andreotti, Ministro degli Esteri avvertirono immediatamente Gheddafi del fatto che stavano arrivando i caccia di Reagan, così Gheddafi si mise in salvo, non fece in tempo a mettersi in salvo la sua figlia adottiva che ci lasciò le penne nelle a altri morti, ma Gheddafi si salvò, l’abbiamo salvato noi!
Il governo Craxi e il Ministro degli Esteri Andreotti, l’ha raccontato l’ambasciatore libico in Italia Mohammed Abdel Raman Shalgam subito dopo che l’Italia ha firmato il patto di amicizia con la Libia nell’ottobre 2008, sotto questo governo Berlusconi terzo, è arrivato l’ambasciatore, ci sono state varie cerimonie, l’ambasciatore libico in Italia Shalgam, dichiarò il 30 ottobre 2008 che il 15 aprile 1986, 45 aerei americani avevano sganciato 232 bombe e 48 missili contro sei diversi obiettivi, morti una decina di civili tra i quali una figlia adottiva di Gheddafi, ma il leader avvertito dagli italiani, era riuscito a salvarsi, non credo di svelare un segreto se annuncio che il 14 aprile 1986 l’Italia ci informò che ci sarebbe stata un’aggressione americana contro la Libia.
Le dichiarazioni di questo Ambasciatore libico sono state poi confermate da Boxo Craxi il quale dice che Craxi era stato avvertito dagli spagnoli che gli americani erano partiti, perché naturalmente non potendo passare dall’Italia, gli americani passarono dalla Spagna, Cossiga ha tempo: in tempo reale il nostro servizio segreto informò il governo libico dell’imminente attacco e anche Andreotti ha confermato che ci fu quell’avvertimento.
Quindi Gheddafi è figlio nostro, era il 1986, siamo nel 2011, per 25 anni Gheddafi ha potuto schiacciare il suo paese, violare i diritti umani, seminare prima terrorismo, poi profughi, poi minacce, poi ricatti al mondo intero, grazie al fatto che Andreotti e Craxi l’hanno salvato, questo è il contributo che ha dato l’Italia alla libertà e alla democrazia in Libia, questo è il pedigree, quel Gheddafi che oggi stiamo bombardando, poteva essere morto nel 1986, 25 anni fa! Dato che è al potere dal 1969, anziché 42 anni, avrebbe potuto governarne 15 o 16 e basta che è una bella differenza, ma grazie a noi è lì da 42, dopo avere cacciato gli italiani, avere loro confiscato i beni per 3 miliardi di Euro di oggi, dal 1986 sono cambiati molti governi naturalmente, ci sono stati i governi della prima repubblica, il pentapartito, poi i governi della seconda, Berlusconi, Prodi, Berlusconi, Prodi, D’Alema, Amato, Berlusconi, Prodi, Berlusconi, Dini in mezzo me lo sono dimenticato.
Tutti questi governi ovviamente hanno dovuto fare i conti con il fatto che al di là del Mediterraneo c’era Gheddafi, alcuni con una certa dignità, altri con lo sbraco totale, nel frattempo le nostre imprese si servivano di Gheddafi come se fosse un Bancomat, cominciò la FIAT mettendosi in società con Gheddafi negli anni in cui aveva le pezze al culo, in cui Romiti era amministratore delegato, adesso abbiamo società come la Juventus, di nuovo la FIAT, Eni, Finmeccanica, Unicredit, che hanno interessi o che hanno i soldi libici dentro, in pancia, era proprio necessario trovare soci libici? Siamo sicuri che senza soci libici queste società sarebbero defunte? Non credo! I rapporti tra Italia e Libia sono anche una bella metafora della nostra classe politica perché di Craxi e Andreotti abbiamo detto, Prodi ha dichiarato chiaramente, ha detto: noi non potevamo essere in rapporti ostili o non avere rapporti con la Libia, ma rivendica, quando c’ero io, non abbiamo sbracato e devo dire non si è mai visto Prodi baciare le mani o gli anelli a Gheddafi, né allestire sceneggiate come quella che è andata in onda ancora qualche mese fa con i cavalli berberi, i dromedari e i cammelli in omaggio, le Gheddafi girl prese in affitto per far finta di convertirsi dopo un discorso delirante di questo pazzo e le dichiarazioni di amicizia personale che Berlusconi, si diceva amico personale di Gheddafi, di Ben Ali e di Mubarak, ne avesse mancato uno! E poi naturalmente Putin, Lukashenko, c’è tutto il meglio, amici personali, quindi Prodi mantenne rapporti di buon vicinato tra l’Italia e la Libia, D’Alema esagerò un po’, molto, Berlusconi sbracò, Berlusconi sbracò esaltando Gheddafi come leader di libertà, dicendosi felice di partecipare al quarantennale della grande rivoluzione, non c’è stata nessuna rivoluzione in Libia, c’è stato un colpo di stato militare che nel 1969 ha deposto il vecchio rais Idris e ha portato al governo, al potere Gheddafi e la sua cricca, non c’è stata nessuna rivoluzione!
La grande rivoluzione e poi baci, abbracci, pacche, toccatine, Bunga, Bunga Berlusconi ha anche spiegato che è stato Gheddafi a insegnargli questo rito per il quale il Cavaliere sarà prossimamente su questi schermi imputato.
Ho qui qualche articolo che ho ritagliato, prevedendo questo devo dire non capisco nulla di politica internazionale ma un po’ di naso su quello che sarebbe successo mi è rimasto, quindi sono anni che accumulo ritagli in una cartellina intitolata “Gheddafi” 16 settembre 2010 “da Maroni a D’Alema tutti al ricevimento libico, festa all’ambasciata.” “al ricevimento e all’ambasciata libica per l’anniversario della rivoluzione primo settembre 1969 il Ministro dell’Interno Maroni, l’Ambasciatore libico Gaddur, si appartano, parlano, toni conviviali, nei giardini della sede diplomatica ci sono Alba Parietti e Vittorio Sgarbi, si affaccia il Presidente del Copasir, Massimo D’Alema e il Sen. Nicola La Torre conversa con l’amministratore di Finmeccanica Pierfrancesco Guarguaglini, il Presidente dell’Antimafia Pisanu spiega le ragioni della sua opposizione alle elezioni anticipate, mentre si avvicina l’Ing. Ligresti”. Primo aprile 2009 l’anno prima “6 mesi fa erano tutti a Tripoli, al Palazzo dei Congressi a farsi premiare con la medaglia di benemerito della rivoluzione cioè di migliori amici del Colonnello Gheddafi c’era Andreotti a ritirare il suo attestato, l’ex Ministro dell’Interno Pisanu con loro Lamberto Dini, Nicola La Torre (il braccio destro di D’Alema) e Vittorio Sgarbi, oggi sono attoniti, dispiaciuti e colpiti dall’ennesima tragedia del mare, dall’ennesimo barcone che si è trasformato in bara nelle acque del Mediterraneo”, ma sulla causa si dividono, perché? Perché non può essere colpa di Gheddafi, gli ha dato l’onorificenza! Non credo ci siano responsabilità di Gheddafi nella tragedia di queste ore, dice Dini, Gheddafi dà molta importanza al rapporto di amicizia privilegiata con l’Italia, ha preso un impegno solenne, bisogna pazientare, sarà efficace, anche La Torre non crede a responsabilità di Gheddafi, mandato appositamente da D’Alema al cospetto di Gheddafi 6 mesi fa, prima di dare giudizi politici bisogna acquisire elementi precisi, si sa che la Libia è zona di passaggio per moltissimi immigrati.
Intanto su L’Espresso, un grande giornalista come Fabrizio Gatti documentava lo sterminio nel deserto libico dei profughi che venivano segregati, lasciati morire di fame, di sete, di stenti per rispettare quell’accordo feroce che aveva stipulato con l’Italia, a noi bastava che non ci mandasse gli immigrati, se poi crepavano nel deserto chi se ne importa, lontano dagli occhi, lontano dal cuore questo era il titolo vero del nostro accordo.
Abbiamo Gianni Letta insignito addirittura del titolo di sua altezza reale da Gheddafi, tanto distribuiva così le patacche, poi abbiamo la visita con la tenda a Villa Doria Panfili che fu restaurata per 100 mila Euro di spesa, poi si scoprì che Gheddafi dormiva fuori, quindi avevano buttato via pure i soldi, con gli incontri con gli imprenditori e tutti questi imprenditori che cinguettavano con questo gaglioffo, con queste amazzoni al seguito, la Marcegaglia mano nella mano e lui che parlava di rivoluzione femminile, lui che nel libretto verde tratta le donne come poco più che bestie! E tutto lo stato maggiore Moretti delle Ferrovie, Profumo di Unicredit, Conti dell’Eni, Bombassei della Confindustria, Scaroni nell’Enel siamo a una svolta disse la Marcegaglia mano nella mano, il superamento delle condizioni storiche che hanno condizionato il passato apre la strada a una svolta che ci condurrà a un’intensa e strutturata collaborazione bilaterale, erano tutti innamorati, Santanché, la Prestigiacomo, la Carfagna, tutte entusiaste di questo discorso di Gheddafi sulla rivoluzione femminile, questo capofila del femminismo che aveva appena affittato centinaia di ragazze per inscenare la finta conversione al suo islam privato.
Questo succedeva non anni luce fa, succedeva pochi mesi fa! 13 giugno 2009 e poi l’ultima visita nel 2010, ancora 6 mesi fa, c’è l’ultimo bacio di Berlusconi a Gheddafi, poi sono iniziate le rivolte nel nord Africa, quando si è ribellata la Tunisia Frattini ha indicato come modello Mubarak, infatti è immediatamente caduto Mubarak, allora Frattini ha indicato come modello Gheddafi e quando è iniziata la rivolta non è che la nostra classe politica ha chiesto scusa per avere tenuto in piedi questi regimi per decenni, no, ha invocato la sopravvivenza di questi regimi, la stabilità, non è vero che la nostra classe politica si è schierata dalla parte delle popolazioni che si ribellavano, soltanto quando loro hanno cacciato i tiranni ci siamo affrettati a mettere il cappello su quelle rivolte, ma sia Berlusconi, sia Frattini, sia D’Alema non hanno detto che doveva essere cacciato Gheddafi, quando già erano stati cacciati Ben Ali e Mubarak, no, D’Alema ha detto che bisognava invitare Gheddafi a fare le riforme, magari a fare una bicamerale pure in Libia!

Il trattato di amicizia con il "leader di libertà"
Frattini ha detto che bisognava prenderlo a modello per un percorso di apertura alla democrazia nel nord – Africa e Berlusconi mentre Gheddafi cominciava a bombardare le popolazioni ribelli ha detto “non gli telefono perché non voglio disturbarlo” ma non è successo anni fa, è successo tra gennaio e febbraio, cioè l’altro ieri!Immettetevi adesso nei panni di Gheddafi che si vede bombardare da noi, vede i nostri caccia sulla sua testa che cercano di fargli la pelle nell’ambito della coalizione alla quale ci siamo aggregati all’ultimo momento, facendo finta di stare ovviamente da una parte e dall’altra, armiamoci e partite questo è stato il tentativo di Berlusconi all’inizio, noi siamo sempre così, provate a ricordarvi quando Mussolini è entrato in guerra, è entrato in guerra quando ormai pensava che la guerra fosse finita, infatti noi andammo a dare la pugnalata alla schiena alla Francia, quando il lavoro sporco l’avevano già fatto i tedeschi!
Poi noi finiamo le guerre sempre dalla parte opposta rispetto a quella dove le avevamo cominciate le guerre, questa volta siamo addirittura migliorati, perché noi stiamo facendo una guerra a un regime con il quale abbiamo un trattato di amicizia, di alleanza e di mutua assistenza anche militare che non è mai stato disdettato e non è un trattato che risale all’‘800 , è un trattato che risale a 3 anni fa che è stato ratificato dal Parlamento due anni fa, si intitola “Trattato di amicizia partnerariato e cooperazione, l’hanno firmato il 30 agosto del 2008 Silvio Berlusconi e Gheddafi” dove? A Bengasi.
L’Italia si impegna a versare 5 miliardi di dollari in 25 anni, a compensazione dei danni inflitti alla Libia da parte dell’Italia durante il periodo coloniale, il fatto che Gheddafi abbia fregato 3 miliardi di Euro ai nostri concittadini prima di cacciarli dalla Libia quando ha preso il potere, evidentemente non è contemplato. Il governo di centro-sinistra aveva promesso 3 miliardi di dollari, Berlusconi ha abbondato, 5! Siamo generosi! E poi Gheddafi viene chiamato leader della rivoluzione, non c’è ovviamente nessun accenno alle incredibili violazioni dei diritti umani che tutte le grandi agenzie internazionali da Amnesty International alla Human Rights Watch denunciano da anni contro gli oppositori, Art. 2 titolo “Uguaglianza sovrana, le parti rispettano reciprocamente la loro uguaglianza sovrana, nonché tutti i diritti a essa inerenti, compreso in particolare il diritto alla libertà e all’indipendenza politica, esse rispettano altresì il diritto di ciascuna delle parti di scegliere, sviluppare liberamente il proprio sistema politico, sociale, economico e culturale” diciamo a Gheddafi “fai come cazzo ti pare!” al tuo interno.
Art. 4 “le parti si astengono da qualunque forma di ingerenza diretta o indiretta degli affari interni o esterni che rientrino nella giurisdizione dell’altra parte, tenendosi allo spirito del buon vicinato” pensate a Gheddafi che ha firmato questa roba, che si vede bombardare da Berlusconi che ha firmato questa roba, si è impegnato a astenersi da ogni forma di ingerenza diretta o indiretta, bombardare secondo voi è un’ingerenza diretta o indiretta? Attenendosi allo spirito di buon vicinato.
Art. 4 spiega bene questo spirito “nel rispetto dei principi della legalità internazionale, l’Italia non userà né permetterà l’uso dei propri territori in qualsiasi atto ostile contro la Libia e la Libia non userà, né permetterà l’uso dei propri territori in qualunque atto ostile contro l’Italia”, questa è fantastica, noi membri della Nato ci impegnavamo a non dare il nostro territorio a chiunque, Nato compresa, volesse compiere degli atti ostili contro la Libia, adesso noi stiamo prestando non solo il nostro territorio, ma stiamo pure usando i nostri aerei per atti ostili contro il regime libico che ci eravamo impegnati a lasciare fare come cazzo gli pareva, immaginate Gheddafi! Naturalmente il governo libico si impegnava a fermare gli sbarchi e gli sbarchi non si sono mai fermati e ogni volta che arrivavano gli sbarchi, lui faceva sapere che non gli bastavano quei 5 miliardi di dollari che già gli avevamo promesso e cominciato a pagare, che voleva anche un’autostrada, che voleva questo, che voleva quell’altro, che voleva dei soldi anche dall’Europa, continuava a ricattarci, pattugliamenti congiunti, fornitura di motovedette da parte della Guardia di Finanza italiana alla Libia.
Furio Colombo… chi ha votato questa roba? Lega, Pdl all’epoca ancora unito, Partito Democratico con due eccezioni Furio Colombo e i Radicali e Andrea Sarubbi i due del PD che hanno votato contro in tutto il Parlamento sono stati Andrea Sarubbi e Furio Colombo poi i Radicali eletti nel PD che poi una giusta l’hanno fatta, poi l’Italia dei Valori tutta contraria e l’Udc adesso Casini tutta contraria, quindi due soli gruppi parlamentari hanno votato contro il trattato di amicizia e partnerariato italo – libico Italia dei Valori e Udc più i Radicali eletti nel PD più Colombo e Sarubbi.
Non se ne è parlato nel paese, nessuno praticamente sapeva che noi ci stavamo alleando con la Libia, perché questo trattato prevedeva azioni militari, manovre congiunte, scambi di informazioni militari e tecnologie avanzate, l’impegno a non usare basi militari italiane o Nato contro la Libia in nessun caso, qualunque sia l’evento, pattugliamento congiunto, soldati italiani e soldati libici al confine Libia – Ciad, confine immenso ovviamente, società italiane non citate, organizzeranno un monitoraggio elettronico al confine Ciad - Libia, il famoso muro elettronico per acchiappare i profughi, la forza congiunta italo – Libica non doveva colpire i mercanti di schiavi e di profughi che organizzano la tratta di questi disperati, ma direttamente i profughi che possono essere fermati anche in mare, molto prima che si avvicinano alle nostre coste e che si possa verificare se sono profughi politici, religiosi, se scappano da terre di guerra o se invece sono semplicemente persone disperate che clandestinamente tentano di introdursi nel nostro paese, sapete che un profugo non può essere respinto, se scappa da una dittatura o da una persecuzione religiosa o politica o ideologica o da una guerra.
Il trattato con la Libia scrisse Furio Colombo due anni fa “è fuori dalla Costituzione italiana, fuori dalla convenzione di Ginevra, fuori dalla carta dei diritti dell’uomo, fuori dalle prescrizioni delle Nazioni Unite sui diritti dei rifugiati perché rende impossibile, per esempio, ogni tentativo di rispettare il diritto di asilo dei profughi intercettati”. Questi sono i precedenti della guerra alla Libia che stiamo facendo, a questo punto non saprei se è una guerra giusta o ingiusta, se servirà, se non servirà, se migliorerà le cose, se le peggiorerà, se tutelerà i nostri interessi, almeno lì abbiamo degli interessi, in Afghanistan e in Iraq non si è mai capito che interessi avevamo noi, gli avevano gli americani, noi no, eravamo gli ascari, qua almeno degli interessi li abbiamo, bisogna capire se questa guerra almeno quelli li tutela oppure no, perché state tranquilli che i bombardamenti che stiamo facendo non è che sono teleguidati su obiettivi gheddafiani, vanno a colpire ovviamente “do coio, coio”, hanno già preso sicuramente dei civili e bombardare anche civili per evitare che Gheddafi bombardi i civili, speriamo che non sia un’altra delle tragiche contraddizioni di questa guerra

L’unica cosa che dobbiamo sapere è che se Gheddafi è ancora lì con il botulino, i capelli finti e il trucco che gli ha prestato il nostro e le mignotte intorno, non è perché è forte lui è perché per almeno 30 anni l’abbiamo tenuto in piedi noi e noi siamo abilissimi a tenere in piedi qualcuno e poi a un certo punto a scoprire, ops che non andava bene, c’erano tutti gli elementi per saperlo prima chi era Gheddafi e adesso naturalmente la storia come sempre accade, magari tardi, ma ci presenta il conto, passate parola!

Tratto da: beppegrillo.it

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