"Luigi Schiavo, Giuseppe La Rocca e Ciro Imperante per anni sono stati etichettati come 'i mostri di Ponticelli', accusati e poi condannati per aver ucciso e seviziato due bambine nella periferia di Napoli nel 1983. Eppure non hanno mai smesso di dirsi innocenti e continuano a farlo anche dopo aver scontato la pena più dura, l'ergastolo, chiedendo oggi la revisione del processo. Mi sono occupata del loro caso nella scorsa legislatura presiedendo un comitato interno alla commissione Antimafia. In quella sede, studiando gli atti e ascoltando persone che hanno fornito nuovi elementi, ho potuto riscontrare palesi incongruenze e lati oscuri nelle modalità e nei tempi rapidissimi in cui furono condotte le indagini, su cui parrebbe aver esercitato la propria influenza anche la criminalità organizzata. La relazione a mia prima firma, scritta con l'indispensabile contributo della psicologa forense Luisa D'Aniello, che segue il caso da decenni anche al fianco del giudice Ferdinando Imposimato, e dall'investigatore Giacomo Morandi, raccoglie il lavoro svolto finora. Ma non basta, bisogna andare avanti. Perciò sto chiedendo incessantemente alla presidente in carica della commissione Antimafia di riavviare il comitato sul caso del 'Massacro di Ponticelli'". Così Stefania Ascari, deputata del Movimento 5 Stelle e membro della Commissione Antimafia. "Noi abbiamo il dovere di accertare la verità là dove vi sia anche un solo dubbio che degli innocenti abbiano pagato per colpe non proprie e la giustizia deve avere il coraggio di mettere in dubbio se stessa qualora vi siano motivi fondati. Schiavo, La Rocca e Imperante potrebbero aver scontato 27 anni di carcere senza aver commesso alcun crimine, vittime a loro volta di malagiustizia. Condannati, ma innocenti. Chiediamo verità e, finalmente, giustizia", conclude.
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Mafia, Ascari: ''Antimafia continui indagine su massacro Ponticelli''
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