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di Saverio Lodato
Il buon senso vorrebbe che, dal momento in cui abbiamo il numero di parlamentari per abitanti più alto al mondo, sarebbe bene ridurli drasticamente.
Il buon senso vorrebbe che sarebbe ora di porre mano, anche se per via inizialmente referendaria, a una modifica del meccanismo elettorale che potrebbe poi trovare il suo definitivo coronamento con tutti i bilanciamenti e correttivi necessari che il Parlamento sarebbe titolato a introdurre.
Il buon senso vorrebbe che, chi sino a ieri si era schierato per il “Si” continuasse a farlo, non adoperando oggi lo specioso argomento che la vittoria del “Si” provocherebbe una mutilazione della rappresentanza fine a se stessa. A beneficio dei populismi, dei qualunquismi, degli anti-Casta.
Accade invece che la Politica, in queste ultime battute della vigilia elettorale, ci stia svelando, con infinito candore, che con il buon senso non vuole avere nulla a che vedere. Il che, per altro, non è una novità.
Nel centro destra, che si era pronunciato per il “Si”, adesso si interrogano se non sia meglio dare indicazione per il “No”, in modo da dare una spallata al governo Conte.
Nel centro sinistra, e in particolare nel Pd, molti riconoscono beatamente che il “No” potrebbe tornare utile per dare una spallata a Nicola Zingaretti il quale, invece, aveva appena fatto convergere il partito, di cui è segretario, sulla scelta del “Si”.
Fra i 5 Stelle si capisce lontano un miglio quanto stiano pesando i regolamenti di conti interni, sia in vista della leadership di un’eventuale futura maggioranza di governo, sia in vista della leadership del movimento stesso.
In generale, dentro il nuovo variegato fronte del “No”, prevale il comune denominatore di non darla vinta ai 5 Stelle che quella battaglia, della riduzione dei parlamentari, si intestarono in tempi non sospetti.
Si spiega così la sfilata delle Vecchie Glorie (in questo caso di Centro sinistra) convinte, con il loro semplice pronunciamento a favore del "No", di influenzare milioni di italiani. Ne dubitiamo fortemente.
Ma siccome il “Si” prevarrà, a scapito dei folgorati dell’ultima ora, diranno che, ancora una volta, hanno prevalso i “nemici della centralità del Parlamento”, “i nemici della democrazia rappresentativa”, qualunquisti, malpancisti e demagoghi.
Il "Si" è ormai entrato nel sangue degli italiani. Insomma, il buon senso si è fatto senso comune.
Come avvenne, quasi mezzo secolo fa, per il divorzio.
E neanche le Vecchie Glorie possono più farci nulla.

Foto originale © Paolo Bassani

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La rubrica di Saverio Lodato

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