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salvini matteo c imagoeconomica 2di Saverio Lodato
Matteo Salvini sta ingrassando, ha la faccia gonfia, si è ingrigito. Mentre meno di qualche settimana fa, quando faceva molto caldo, il mare era una tavola, e il buon Dio gli regalava il suo barcone quotidiano traboccante di Negri da incatenare, respingere al largo, sbattere, come una scarpa rumorosa, sul tavolo della trattativa con l'Europa-Ladrona, era tonico, il Salvini. Appariva televisivamente più asciutto. Persino festoso, scintillante, pimpante da morire, sfotticchiava chi gli capitava sotto. Un bel giovanottone, che non smetteva di ricordare che tiene famiglia, con moglie, figli e nipoti, quindi italiano come tutti gli italiani.
Il sequel repressivo rendeva bene, i sondaggi per la Lega volavano, e lui si ergeva al centro del Mediterraneo come una divinità imponente, pronta a distribuire torti e ragioni.
Ora, però, l’inverno è alle porte, il mare non è più una tavola, e persino il buon Dio sembra aver esaurito, almeno per ora, la manna che veniva dal mare, insomma: si è drasticamente interrotto il flusso delle carrette venute dall’Africa. E Salvini, in qualche modo, ci sembra che stia somatizzando, che stia diventando un po’ più gonfio. È un'impressione, per carità.
Deve aver capito che da qui a maggio, quando si terranno le elezioni europee, la manna marina non potrà più aiutarlo.
Cosa può fare?
Di arrendersi, non se ne discute.
Ammettere di star facendo la figura dello straccione che si incattivisce contro poveri, emarginati e derelitti, non se ne parla nemmeno.
Di riconoscere che nello zainetto di un certo tipo di leghista - quello che sin qui Salvini è stato fiero di rappresentare e interpretare - c’è solo la pagnotta acida del razzismo, non se la sente.
E allora?
Allora, Salvini, non lascia. Raddoppia.
Non ci sono più i Negri di Mare? Pazienza.
Ci sono pur sempre i Negri di Terra.
Ecco allora che la Divinità imponente si trasferisce in montagna.
Prima per ordinare che siano tradotti altrove, entro trenta giorni, i Negri di Terra che a Riace non davano fastidio a nessuno, e rappresentavano persino un'enclave d’eccellenza.
Poi per applaudire certe oche giulive, che con tanto di fascia tricolore, hanno avuto la bella pensata di togliere il pasto caldo ai bambini scolari, figli dei Negri di Terra, perché corre voce che i loro genitori, nella loro Africa Nera, siano invece miliardari.
Ci furono ministri degli interni, in Italia, pensiamo ai Tambroni, agli Scelba, ai Gava, che, rispetto al Salvini di oggi, ci appaiono di statura gigantesca. Eppure furono costretti a dimettersi, cacciati a furor di popolo.
Ma questa è un'altra storia.

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La rubrica di Saverio Lodato

Foto © Imagoeconomica