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lodato saverio c paolo bassani 2La mafia vola in elicottero
di Saverio Lodato
L’Italia è diventata un paese senza vergogna. Le mafie spadroneggiano. Impongono le loro leggi sul territorio. Vessano le popolazioni; impongono racket d’ogni tipo; fanno e disfanno alleanze con il potere politico e con le istituzioni, ammesso e non concesso che sia ancora possibile tracciare confini netti, visibili, riconoscibili; sparano quando c’è da sparare, sempre di meno ormai visto che rarissime volte incontrano ostacoli sul loro cammino; si presentano a viso scoperto, hanno le loro linee telefoniche, le loro sedi, i loro biglietti da visita; possono contare su alcuni sacerdoti di fiducia, alcuni amministratori comunali a libro paga, alcuni esponenti delle forze dell’ordine tenuti al guinzaglio che puntualmente le informano di blitz in arrivo o indagini in corso, persino parlamentari che presentano disegni di legge sotto dettatura; prendono sotto gamba le leggi e la giurisdizione, sapendo benissimo che prima di eventuali condanne definitive passeranno gli anni, e che ci sono le prescrizioni, gli sconti di pena, la lotteria della Cassazione, gli avvocati profumatamente pagati che brandiranno come una clava il diritto alla difesa, persino quei giudici che, volendo vivere quietamente, non cercheranno rogne magari in cambio di un obolo generoso.
E’ trascorso un anno esatto dallo scandaloso spettacolo del “funerale Casamonica” che fece gridare tutti allo scandalo. E come era stato possibile un funerale in pompa magna, con il tiro a sei dei cavalli neri, con i petali di rosa che piovevano dal cielo, con la banda musicale e le note del Padrino, con le istituzioni che si erano liquefatte di fronte  a un evento che diventò persino mediatico con le ospitate dei protagonisti a “Porta a Porta”?
Mai più, gridarono i ciarlatani di casa nostra. E disse la sua il governo. Dissero la loro i partiti di maggioranza e quelli di opposizione. Gli investigatori promisero di investigare. La commissione antimafia tuonò per bene, per giorni e giorni di fila. I grandi giornali stamparono indignate lenzuolate. Le televisioni produssero una valanga di retorica, di luoghi comuni, di “Je accuse” rivolti alla luna. Poi, come sempre accade, cadde il silenzio. Di che fine abbiano fatto i Casamonica non si è saputo più nulla. Né risulta che qualcuno dei responsabili di quello spettacolo arrogante e pacchiano abbia mai pagato.
Oggi, ci risiamo. Questa volta le mafie non celebrano un funerale. Celebrano un matrimonio. Con modalità, ove possibile, ancora più sfacciate, provocatorie, arroganti.
Questa volta non servono i cavalli neri. Serve solo, per ciò che prevede il copione, un luccicante elicottero nero. Per fare atterrare il quale viene bloccata la circolazione in un intero paese della Calabria, Nicotera, provincia di Vibo Valentia.
Ne scendono, dall’elicottero, Antonio Gallone di 31 anni, pregiudicato per spaccio di droga, nipote del boss Mancuso, il clan che controlla l’intero territorio, e Arianna, la sposa, fra il gaudio generale della folla accorsa all’arrivo.
Ora - parola di Angelino Alfano, che fa il ministro degli interni - il comune rischia lo scioglimento per mafia, provvedimento già ventilato prima dell’atterraggio dell’elicottero, perché non si è scoperto oggi che il clan dei Mancuso ha fortemente inquinato l’intera macchina del Municipio.
A tale proposito, giova sapere che il sindaco di Nicotera, tal Franco Pagano, insieme al suo vicesindaco, si sono prontamente accomodati al rinfresco organizzato dagli sposi, ad atterraggio avvenuto, proprio nella piazza principale.
Tutto questo, noi che non viviamo a Nicotera, lo abbiamo appreso dalla lettura del “Corriere della Sera” e di “Repubblica”, che riferivano l’evento, lo descrivevano, lo resocontavano, come si dice in gergo, con lo stesso spirito glamour con il quale si da conto dei matrimoni dei reali d’Inghilterra. Ormai, è non è questo il primo caso, anche i giornali di grande informazione e di grande inchiesta hanno ceduto alla tentazione di una bella verniciatura in rosa, perché, come dicevano gli antichi: “O tempora, o mores!”. Solo che questo matrimonio si segnala alle cronache per il classico dettaglio che ha dato luogo al modo di dire: “il diavolo fa le pentole, ma non fa i coperchi”.
Dalle cronache glamour, infatti, si apprende che, prima di atterrare a Nicotera, l’elicottero con gli sposini aveva fatto una bella passeggiata sulle isole Eolie, prima di virare sulla Calabria.
Quel piano di volo - dicono ora le autorità preposte - non era stato autorizzato da nessuno. Ma va?
Come non era stato autorizzato da nessuno? E un elicottero della compagnia di bandiera delle Mafie Riunite può tranquillamente ronzare sulla testa dei bagnanti di Vulcano, Panarea e di Lipari, di Stromboli e di Filicudi e Alicudi, senza che scatti nessun allarme nei cieli?
A Palermo si dice: “ma stiamo scherzando, o diciamo vero”? La verità vera è che volare senza autorizzazione non è una novità: lo aveva già fatto l’elicottero in occasione del “funerale Casamonica”. E, a quel che se ne sa, non c’erano state conseguenze di rilievo.
Concludendo. Stendiamo un velo pietoso su tutto. Facciamocene una ragione del fatto che le mafie agiscono - come dicevamo all’inizio - indisturbate. Che spadroneggiano quando trovano rappresentanti dell’autorità che girano la testa dall’altra parte quando addirittura non partecipano al rinfresco. E stendiamo un velo pietoso su quell’antimafia sbarazzina, robustamente rappresentata ormai all’interno dei grandi giornali, che ritiene che il problema principale oggi sia rappresentato da quei pubblici ministeri che vorrebbero far rispettare le leggi.
Ma una domanda non riusciamo a trattenerla. Che tipo di misure garantisce il ministro Angelino Alfano in materia di lotta al terrorismo?
Che intende dire quando adopera il “termometro” dell’allerta uno, allerta due, allerta tre, eccetera eccetera, per invitare gli italiani a dormire sonni tranquilli?
Se un elicottero si leva in volo in maniera fuorilegge, i “caccia” di Angelino Alfano non si levano in volo per ricondurlo all’ovile?
Son tutte balle, allora, quelle che ci racconta?
Per noi, non ci sono dubbi. Sono tutte balle. Angelino Alfano non sa dove stia di casa la lotta al terrorismo.
A meno che non ci si dimostri che quel volo era autorizzato: prima, durante e dopo.
Con annesso atterraggio nella piazza principale del paese. Con annesso divieto della circolazione stradale.
Quanto al rinfresco, con le autorità a banchettare, ci può anche stare, sempre usando come punto di riferimento le cerimonie di reali di Inghilterra.

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La rubrica di Saverio Lodato

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