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lodato vespa casamonicaDue elicotteristi per un elicottero solo*.
di Saverio Lodato

Casa Monica a Casa Vespa. Apriti cielo!
"Uno spettacolo vergognoso e offensivo"; "Servizio pubblico paramafioso"; "Un affronto a chi è impegnato nella battaglia alle mafie"; "La Rai chieda scusa"…
E il PD scoprì Bruno Vespa dall’oggi all’indomani, scoprì "Porta a Porta", scoprì l’uso spregiudicato del servizio pubblico, scoprì che la mafia e i mafiosi, chiamateli come vi pare, possono tranquillamente essere invitati in salotto, in quel salotto buono che da oltre trent’anni, lo stesso PD, insieme alla buona compagnia di tanti altri giullari di corte d’ogni razza politica e partito, considerava, e considera, con mal celata ammirazione, la terza Camera dello Stato.
In altre parole, il Pd scopre ora che magari la riforma del Senato val bene un cavallo, ma un conto è disarticolare una delle due camere, altra cosa stabilire che anche "Porta a Porta" deve rispondere ai criteri dell’informazione, come dovrebbero esser chiamati a fare tutti i comuni giornalisti mortali.
Bruno Vespa lo è? Ma no che non lo é. Ci mancherebbe. E’ talmente ovvio. E lo sanno tutti!
Ha fatto e disfatto, per la parte che lo riguardava, s’intende, governi della Prima e della Seconda repubblica. Fu notaio, con carta e penna, per quel "patto davanti agli italiani" con un Silvio Berlusconi agli albori.
Il suo salotto, alla bisogna, si trasformò in un’efficiente lavanderia dove gli innocenti venivano smacchiati e stinti sino ad apparire meravigliosamente colpevoli; e dove colpevoli incalliti e recidivi, con lo stesso programma di "lavatura e stiratura" - come avrebbe detto il grande Totò - saltavano fuori, a fine trattamento, meravigliosamente innocenti.
Eh, si…

Quante ne ha fatte, in questi anni, quel furbacchione di Bruno Vespa. Quante battaglie, quante guerre, quante campagne, quante crociate… bastian contrario di talento, il Vespa ha istruito e celebrato processi di primo grado, ne ha celebrati d’appello, e persino la Cassazione, se i suoi verdetti non gli scompinferavano, come avvenne per "il processo del secolo" a Giulio Andreotti condannato e prescritto per mafia, lui, dalla sua lavanderia , lo fece uscire "INNOCENTE"; mettendola in riga, la Cassazione.  
Quanti delitti, quante stragi, quante pagine nere della storia nazionale rivisitate, quanti criminologi, quante criminologhe, e quanti Ris e Ros in studio, e quanti plastici, e quanti maghi, e quante maghe, e ciarlatani di lusso, e legioni di testimoni, e truppe di opinionisti, e miracoli a cielo aperto, e medici in rotta con la farmacopea nazionale, e avvocati di grido e avvocatucoli, e soubrette, e olgettine, e trans di regime, e scandali a luci rosse, a luci rosa, e a luci verdi, e latitanti intervistati nel "buen retiro", e ricattatori di vaglia che potevano dire la loro, e rilievi della scientifica, e foto di proiettili, di armi bianche e armi d’assalto, e di volti tumefatti e di cervelli spappolati e di obitori; insomma: l’Italia, l’Italia degli ultimi trent’anni…
Ora il Pd insorge perché la figlia e il nipote del Casamonica defunto, Vittorio "Re di Roma", al secolo, Vera e Vittorino, sono finiti invitati a "Porta a Porta".
Ma come? sembrano dire i dirigenti del partito più votato dagli italiani, abbiamo compiuto il capolavoro di normalizzare Roma Capitale dello Stato-Mafia, non sciogliendone il Municipio, tenendo al suo posto il sindaco Ignazio Marino, mettendogli sulla spalla il prefetto Franco Gabrielli, il super commissario che vide l’elicottero pirata perforare la sicurezza dei cieli di Roma, senza che nessuno, né grande né piccolo, abbia perso la poltrona, e con il buon ministro Angelino Alfano che raccoglieva i faldoni dei rapporti dell’"intelligence", Vespa, dicono quelli del Pd, ci riscodella tutta la minestra, avendo persino successi di ascolto.
I Casamonica che dovevano fare a "Porta a Porta"? Spiegare che le note del Padrino piacciono a tutti. E questo hanno fatto. Dire che il "caro estinto" era buono come il Papa. Al cuore non si comanda. E che male c’è?  E Vespa che doveva fare? Quello che ha sempre fatto. Lasciarli parlare. E’ noto infatti che l’arte giornalistica di fare le domande in Italia non è una scienza esatta…
Dove sta lo scandalo?
Ne volete una prova? Non trovate strano che l’elicotterista sia rimasto nell’ombra? Che i giornali non ne abbiano mai rivelato l’identità? O non ce ne siamo accorti noi? Si sa che è un ex pilota Alitalia caduto in bassa fortuna e al quale è stato ritirato il patentino. E si sa che quando un giornalista di Fanpage.it, Alessio Viscardi, si è recato a Terzigno da dove era partito l’elicottero, ignoti signori lo stavano menando di brutto impedendogli così di fare le riprese.
Possibile che a nessun talk show faccia gola avere in studio l’elicotterista dello scandalo? Strano. Non è che c’è qualcosa sotto? Un posto in prima serata non si nega a nessuno. Invece il nostro elicotterista continua a volteggiare nei cieli dell’ignoto.
Alla vigilia del Giubileo, scoprire che si può tranquillamente affittare un elicotterista per una questione, diciamo così, "di famiglia", sapendo che nessun caccia della nostra aviazione si leverà in volo per prenderlo per un orecchio e ricondurlo, con le buone o le cattive, dentro il seminato, avrebbe, questo sì, dovuto scatenare un putiferio.
Invece niente di niente. Silenzio assoluto sia dell’Alfano, sia del Gabrielli. E spaventoso silenzio dei media.
Ora volete venirci a raccontare che "Porta a Porta" è da trent’anni un permanente scandalo mediatico? Ma davvero? Grazie. Lo sapevamo già.
Tutto anche questa volta andrà secondo copione.
E i Casamonica hanno già ringraziato Bruno Vespa per aver potuto dire la loro. Nella stessa condizione dei Casamonica si trovano alcune migliaia di italiani che da "Porta a Porta" si sono visti riconoscere questo raro privilegio, altrimenti impensabile, in un Paese moderno e civile.


*(10 Settembre 2015)
Dice un vecchio adagio che "chi si loda s’imbroda", dunque non ci loderemo per non correre il rischio. Ci limiteremo, questo sì, a utilizzare l’altro adagio, quello che recita: "il tempo è galantuomo".
Questa mattina infatti, scorrendo le notizie del sito "Dagospia", siamo saltati sulla sedia alla lettura di questo titolo: "Casamonica funeral mistery. Il giallo del volo in elicottero, le accuse dell’ex dipendente Alitalia al quale è stata sospesa la licenza: 'ci fu un cambio di pilota. Alla Romanina un altro uomo prese i comandi'" (tratto da La Repubblica-Roma del 10 settembre; cioè oggi).
Incredibile, inaudito: ma allora i piloti furono addirittura due?  E il bello è che restano entrambi privi di identità agli occhi dell’opinione pubblica. Sentite infatti cosa c’è scritto nell’ articolo: "Nella relazione all’ Enac l’ex dipendente Alitalia fa il nome dell’ uomo che lo avrebbe sostituito ai comandi del’elicottero … ". Il mistero si moltiplica per due.
Ascoltate: "Nel documento ricostruisce quanto accaduto quella mattina aggiungendo un particolare finora inedito (il riferimento è al primo elicotterista, quello al quale è stato ritirato il patentino di volo n.d.r.). Partito dal centro del napoletano (Terzigno n.d.r.) e diretto – secondo il piano di volo – all’ elisuperfice della Romanina, il primo pilota sarebbe atterrato, sceso dal veivolo e avrebbe lasciato i comandi ad un altro pilota trovato sul posto. Quest’ultimo sarebbe poi salito sull ‘R22 insieme ad un altro uomo, incaricato di portare con sé il cesto che conteneva i petali di rosa".
Non credevamo ai nostri occhi alla lettura di queste parole. Ma davvero è bastato l’articolo che precede queste note, e pubblicato nel tardo pomeriggio di ieri da "Antimafiaduemila", per svegliare di soprassalto un’informazione che dorme il sonno dei giusti? Adesso, logica vorrebbe che i giornali dedicassero paginate e paginate all’argomento ( e non sulle “cronache romane”…). E che Vespa a "Porta a Porta" raffigurasse i tre, con sagome di cartone, che stanno concordando gli ultimi dettagli mentre l’elica dell’elicottero inizia a ronzare …
Resta il fatto che ora gli interrogativi vengono giù a valanga.
Chi sono e come si chiamano i due elicotteristi? Si conoscono? Per chi lavorano? Hanno precedenti penali di qualche tipo? Hanno, magari, parentele illustri? E perché si sono dati il cambio? Stavano eseguendo un piano programmato nei minimi dettagli? E’ normale che un pilota, dopo essere atterrato, dica all’altro: "adesso vai avanti tu … fatti il fine corsa"? E il secondo uomo, quello "che porta il cesto", chi è , come si chiama? Lavora per un’impresa di pompe funebri? Conosceva i due piloti, ne conosceva uno solo, li ha conosciuti entrambi sulla piazzuola? Il terzetto non sapeva che non si può andare a spasso con un elicottero per i cieli di Roma senza autorizzazione? O avevano ricevuto una proposta – e qui ritorna il film "Il Padrino" tanto caro alla genia dei Casamonica - "che non potevano rifiutare"?  E come mai nessuno dei tre, a quel che se ne sa, ha avuto grane particolari con la giustizia dopo che è esploso lo scandalo del funerale del "re di Roma"?
Qualcosa ci diceva che il tallone d’Achille di tutte le ricostruzioni giornalistiche era dato proprio dalla nebulosa che avvolgeva l’intera storia del sorvolo di Roma. Non avevamo tutti i torti. Ed ecco un’altra domanda, già che ci siamo: chi sono quei signori che hanno impedito al giornalista di Fanpage. it, Alessio Viscardi, di andare a fare qualche ripresa a Terzigno? Sono stati identificati? Denunciati per minacce a un giornalista che stava facendo soltanto il suo lavoro? E si muovono come se fossero i Guardiani Giustizieri di uno scalo che non sembra appartenere al territorio nazionale e dove viene fatta rispettare la legge della Repubblica Italiana. Come mai? Restano tutti anonimi, privi di identità, anche loro.  Come i due elicotteristi e il portatore di fiori. Può bastare.
Ma nell’ articolo di Repubblica- Roma leggiamo, a mò d’epigrafe dell’intera vicenda: "Lo stesso prefetto Franco Gabrielli aveva ammesso pochi giorni dopo il fatto: 'Se su quell’elicottero ci fosse stato un terrorista sarebbe stato un problema per tutti'". Bontà sua.
Ma di questo nessuno si è preso gran pena. Diversamente come avrebbero fatto il ministro Alfano e il prefetto Gabrielli a restare sulle loro poltrone? Quando qualche zuzzurellone sorvola la Casa Bianca poi lo vediamo in tv in mezzo a due robusti agenti FBI. E ci sono le dimissioni nella catena di comando.
Da noi tutto finisce a tarallucci, con la richiesta, cioè, delle dimissioni di Bruno Vespa  perché ha invitato i Casamonica a "Porta a Porta". Quando Bruno Vespa sarà cacciato dalla Rai, fateci un fischio. Non vorremo essere colti alla sprovvista.     
S.L.
    
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