Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

borsellino s c barbagallo 2014di Salvatore Borsellino
Decisi di lasciare per sempre Palermo la mattina in cui, passando da Piazza Croci, non trovai più quel gioiello del Liberty che era stato fino alla sera prima Villa Deliella, capolavoro dell’architetto Ernesto Basile.
Al suo posto c’era soltanto un cumulo di macerie.
Grazie ad un accordo tra la mafia e la politica, negli anni in cui Vito Ciancimino cominciava la sua ascesa ai vertici dell’amministrazione comunale, il comune di Palermo aveva revocato un vincolo posto dall’assessorato ai beni culturali della Regione siciliana ed era stato distrutto per sempre uno degli edifici più belli di Palermo.
Decisi che appena avessi potuto, appena laureato, sarei andato via da quella città in cui si disprezzava la bellezza, si distruggeva l’ambiente e 10 anni dopo lasciai per sempre Palermo per andare a cercare un altro paese dove ricostruire la mia vita.
Sono tornato solo da poco, con il rimpianto di essere stato per tanto tempo lontano dalla mia terra e dal mio mare, sono tornato per venire a costruire a Palermo la “Casa di Paolo”, per lasciare a Palermo qualcosa di vivo, che possa ricordare per sempre il suo amore.
Sono tornato e sono stato felice di vedere tanti di quei palazzi che quando eravamo ragazzi erano soltanto dei ruderi restaurati e restituiti al loro splendore.
Tra questi il Regio Teatro Santa Cecilia, a pochi passi da Piazza Rivoluzione, nel cuore della Kalsa, il nostro quartiere, proprio sotto le finestre di casa nostra.

Quelle finestre da cui la notte si sentivano spesso risuonare le note delle canzoni di Robero Murolo ed i pezzi di musica jazz New Orleans che ci piaceva ascoltare in quelle interminabili riunioni notturne, li chiamavamo i “cenacoli”, che a volte duravano fino alle prime luci dell’alba.
Allora quel teatro era stato svilito fino a diventare un magazzino di ferraglia, ma negli ultimi anni è stato restituito al suo splendore ed è diventato la sede di un gioiello che tutto il mondo ci invidia, la Fondazione 'The Brass Group' di Palermo, nata nel 1974 da una intuizione del pianista Ignazio Garsia che ha fatto diventare Palermo una delle capitali del jazz europeo.
E grazie a Ignazio Garsia e al 'The Brass Group' il 19 gennaio degli ultimi due anni abbiamo festeggiato insieme con alcuni artisti espressioni della ‘sicilianità’ a cui Paolo era tanto legato, il compleanno di Paolo.
E non solo, Ignazio Garsia ci ha assicurato che quel teatro sarà, negli anni a venire, sempre il “Teatro di Paolo” a pochi metri da quella che in via Vetriera, è oggi la “Casa di Paolo”.
Ma Palermo sembra non essere cambiata, come più di 50 anni fa fu distrutta villa Deliella oggi si vuole distruggere questo nuovo gioiello che la nostra città, e non ci succede spesso, ha saputo fare nascere e fare risplendere.
Sono solo cambiati gli attori, allora era stata la Regione Siciliana a vincolare quel bene artistico e il Comune di Palermo a decretarne la distruzione, oggi è la Regione Siciliana e il governatore Rosario Crocetta a condannare a morte il 'The Brass Group' tagliandogli i finanziamenti indispensabili per la sua sopravvivenza.
Raramente accetto di fare intervenire il Movimento delle Agende Rosse in questioni che non riguardano la Verità e la Giustizia sulle stragi del ’92 e del ’93 ma tra i rimpianti della mia vita c’è anche l’indifferenza con la quale la mia generazione ha assistito al sacco di Palermo, alla distruzione della nostra Conca d’oro e degli splendidi gioielli del Liberty che adornavano Palermo.
Nel momento in cui si cerca di distruggere un altro gioiello in quella che è ritornata ad essere la mia città, la città di Paolo, la nostra Palermo, non saremo indifferenti anzi saliremo idealmente sulle barricate, con le nostre Agende Rosse per combattere, insieme al maestro Garsia, questa nuova battaglia di RESISTENZA.

LINK: The Brass Group



Villa Deliella (Palermo, aprile 1940)





Regio teatro Santa Cecilia (Palermo)


 
 

Vogliamo che Crocetta ci ascolti

Palermo, 3 marzo 2016. Il presidente della Fondazione The Brass Group e il suo pianoforte. E' la protesta iniziata da questa mattina davanti a Palazzo d'Orleans dal presidente del Brass Ignazio Garsia.

La Fondazione si è vista azzerare i contributi regionali, nonostante sia un ente di produzione tutelato per legge. In oltre cinquanta fra personale d'orchestra e amministrativo sono in stato d'agitazione. Tutti i concerti sono stati annullati, escluso quelli di valenza internazionale per cui erano già stati sottoscritti i contratti.

“Non comprendiamo il perché – ha detto Ignazio Garsia – ci debba essere una differenza fra la lirica, la sinfonica e il jazz. Riteniamo che la cultura debba avere pari diritti e dignità. Attendiamo di poter essere ascoltati dal presidente della Regione, dall'assessore al Turismo e Spettacolo e dai capigruppo dei partiti”.



Il presidente della fondazione 'The Grass Group' Ignazio Garsia


Tratto da: 19luglio1992.com

Foto © Giorgio Barbagallo

ARTICOLI CORRELATI

Il Brass Group resta senza fondi, Garsia protesta davanti Palazzo d'Orleans