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di Salvatore Borsellino -  1 Maggio 2009
In merito alle inaccettabili lezioni di moralità che Nicola Mancino pretenderebbe di impartire a Sonia Alfano, alla quale va tutta la mia solidarietà, devo purtroppo constatare che lo stesso Mancino, non pago di avere finora occultato la verità riguardo all'incontro avuto con Paolo Borsellino ...


...  alle ore 19 e 30 del 1° Luglio 1992, nascondendosi dietro una pretesa e persistente amnesia, comincia adesso a riferire, estraendole dalla nebbia della sua memoria, circostanze che, guarda caso, riguardano persone morte e quindi non più in grado di smentirlo.
Non mi resta quindi che ribadire ancora una volta allo stesso Mancino come Paolo Borsellino, piuttosto che smentire il colloquio avuto con Mancino, annotò di suo pugno nell'agenda che è ancora in possesso della famiglia e dove segnava ora per ora i suoi incontri e i suoi spostamenti, prima , alle ore 18.30 il nome di Parisi e poi, alle ore 19.30, il nome di Mancino.
Allora o Mancino deve accusare apertamente Paolo Borsellino di avere registrato, a futura memoria, una annotazione falsa o deve confessare di avere avuto questo incontro con Paolo e in conseguenza raccontare che cosa avvenne in quel colloquio e perché Paolo ne uscì sconvolto.
Ci dovrebbe anche dire lo stesso Mancino quale fosse il motivo della presenza di Bruno Contrada presso lo stesso Minsitero proprio mentre Gaspare Mutolo stava raccontando a Paolo che Contrada non fosse altro che un traditore dello Stato.
Se poi non può farlo perché dovrebbe allora ammettere di avere prospettato a Paolo la trattativa in corso tra mafia e Stato, tra Stato e antistato, e non può farlo perché quella trattativa è proprio il motivo scatenante che rese necessaria l'eliminazione di Paolo Borsellino, si ricordi che, oltre alla Giustizia terrena, alla quale si può anche riuscire a sottrarsi, esiste anche una Giustizia superiore alla quale è difficile, molto più difficile sottrarsi.

Tratto da: 19luglio1992

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