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di Salvatore Borsellino - 25 Gennaio 2009
Ma può un uomo mentire spudoratamente usando affermazioni false per cercare di distruggere la reputazione di un uomo come Gioacchino Genchi che ha sempre servito e continua a servire lo Stato?



Lo Stato, quello vero, quello per cui è morto Paolo Borsellino e non l'antistato che ormai all'interno del primo si è saldamente annidato grazie proprio a quella trattativa per la quale Paolo Borsellino ha dovuto essere eliminato.
Un uomo forse no, ma non se è qualcuno che ha dovuto essere indicato come "alfa" nel corso delle indagini di uno dei processi sui mandanti esterni di quella strage che finora sono stati sempre bloccati quando stavano per arrivare dove non si può arrivare, cioè alla verità.
Non se è qualcuno che insieme con l'altro indagato in quel processo, "beta", proclama pubblicamente "eroe" un essere bestiale e un assassino come Mangano, se è qualcuno che ha più volte spergiurato sui suoi figli per fare meglio passare come vere le sue menzogne, se è qualcuno capace di raccontare oscene barzellette su una delle più grandi tragedie dell'umanità come lo sterminio degli ebrei nei campi di concentramento nazisti.
Non se è qualcuno che ha l'impudenza di dire che andrà a trovare il padre di una famiglia di martiri, come il papà dei fratelli Cervi, senza neanche sapere che è già morto.
Non se è qualcuno che si può fidare della completa assuefazione di gran parte degli italiani a qualsiasi tipo di menzogna e di vergogna.
Non  se è qualcuno che non ha bisogno, mentendo, di simulare un'espressione adatta del viso, tanto quell'espressione, quel ghigno che avrebbe dovuto essere un sorriso accattivante è ormai consolidato da decine di interventi chirurgici.
Allora si, se è qualcuno così può farlo e, a questo punto non possiamo sapere quanto profondo sia il baratro nel quale sta trascinando il nostro paese con la complicità e il silenzio, nel migliore dei casi, di quella che una volta si chiamava opposizione e senza la quale la vita democratica di una paese è irrimediabilmente compromessa.
Quello dell'opposizione è un tasto tragico.
Dopo il risultato disastroso delle ultime elezioni politiche, durante la cui campagna elettorale Veltroni ha più pensato ad eliminare la sinistra piuttosto che pronunciare anche il solo nome dell'avversario, l'intera dirigenza di quel partito avrebbe dovuto rassegnare le dimissioni riconoscendo il proprio fallimento nei confronti di chi, pur essendo nemico dichiarato della democrazia invece, i meccanismi e i difetti della democrazia sa bene sfruttare a proprio vantaggio per acquisire il potere.
Ma dopo avere fatto vane profferte di dialogo a chi come dialogo intende soltanto il dare ordini a chi deve solo obbedire senza discutere.
Dopo avere chiaramente dimostrato come la questione morale che avevano sempre agitata non era altro che vuote parole da parte di chi non aveva nell'armadio solo scheletri ma anche cadaveri ancora caldi.
Dopo essersi dimostrati incapaci di condurre la benché minima forma di opposizione, preoccupati solo di appoggiare quelle leggi che potevano essere utili anche alla loro parte, come appunto il divieto delle intercettazioni e la "soluzione finale" per l'eliminazione dei magistrati con la complicità di un CSM indegno di essere definito come organo di autogoverno della magistratura.
Dopo tutto questo oggi si è passati ad un'altra fase come risulta evidente dalle dichiarazioni di Rutelli di fronte a Bruno Vespa, il servo dei potenti, che si è prestato a fare da apripista per le dichiarazioni del giorno dopo in Sardegna del presidente del consiglio.
Chi non è capace di agire da uomo cerca almeno di procurarsi un buon posto da servo.
Un altro tasto tragico è quello del Presidente della Repubblica che con il suo silenzio tombale in un momento così grave per la nostra Repubblica continua a tacere in maniera tale da fare dubitare se sia ancora in vita, non assume nessuna posizione dimenticando di essere il presidente di quello che si può ormai considerare un organismo eversivo, il CSM.
Gioacchino Genchi va difeso con ogni mezzo da chi oggi ha a cuore le sorti della Giustizia in Italia.
Gioacchino Genchi è la persona che più di ogni altra si è avvicinato alla verità sulle stragi del 1992, è per questo che è pericolosissimo ed è per questo che si tenta di eliminarlo con ogni mezzo, anche attraverso le menzogne più spudorate.
L'opinione pubblica in Itala ha ormai dimostrato di essere in grado di assorbire tutto, anche l'evidente contraddizione di un Presidente del Consiglio che afferma pubblicamente l'approssimarsi di "Uno scandalo sconvolgente, il più grave scandalo della Repubblica" e poi a richiesta di chiarimenti risponde "Non so nulla di preciso e di concreto. Ma se è tutto vero come sembra, è una cosa che ha dell'incredibile".
Quello che è veramente incredibile è come questo personaggio lanci pubblicamente degli allarmi così gravi e poi affermi di non saperne nulla, forse che i suoi esperti di disinformazione non gli hanno ancora comunicato la strategia precisa per l'eliminazione di Gioacchino Genchi e quindi, prima di rispondere, deve attendere di sapere maggiori dettagli?
Se ha bisogno di saperne di più sui veri spioni perché non chiede aiuto a Pio Pompa che nel novembre del 2001, dopo essere entrato al SISMI come consigliere del direttore, il generale Niccolò Pollari, gli scriveva "Sarò, se lei vorrà, il suo uomo fedele e leale... Desidero averla come riferimento ed esempio ponendomi subito al lavoro."
Il lavoro era quello di schedare politici e magistrati, colpire, screditare, creare falsi dossier, costruire falsi indizi e finte prove.
Allora il Vicepresidente del Comitato di controllo sull'attività dei sevizi segreti dichiarò : "Fra i documenti sequestrati in via Nazionale ci sono dossier che riguardano magistrati, uomini politici dell'opposizione e addirittura militari di alto grado. Essi erano tenuti sotto controllo e contro di loro si costruivano dossier e false informazioni. Nei documenti si progettavano interventi contro di loro e l'obiettivo era “disarticolare. Una parola che non può non evocare finalità eversive”.
Non sono forse i dossier di Pio Pompa la vicenda Sismi-Telecom uno dei più gravi scandali della nostra Repubblica? Ma allora lo stesso Presidente del Consiglio cercò di minimizzare tutto, ora preannuncia uno scandalo senza saperne ancora nulla, forse che i questo caso le cose potrebbero riguardarlo più da vicino?
Qualunque indagine sul "terzo livello" o sui "mandanti occulti", non potrebbe fare a meno di Gioacchino Genchi, non del suo "archivio" che non esiste, che, nei periodi in cui dai PM gli sono stare affidate delle indagini, non ha mai riguardato intercettazioni ma solo tabulati telefonici, ma delle sue conoscenza e del suo metodo.
E forse per questo che si è deciso di eliminarlo, non dico fisicamente, oggi sono altri i metodi usati, ma da qualsiasi contatto e possibile utilizzo da parte del contesto giudiziario?
C'è già in fase avanzata il progetto di ridefinire il legame del PM con la polizia giudiziaria, ma magari ci vuole ancora un po´ di tempo e l'eliminazione di Gioacchino Genchi potrebbe essere diventata una cosa urgente. Magari per qualche indagine in atto a Caltanissetta, a Palermo, a Firenze, alla quale le recenti deposizioni di Massimo Ciancimino hanno dato nuovo slancio, e in una certa direzione, che rende necessario di agire in fretta, molto in fretta.......

Tratto da: 19luglio1992.com

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