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panoramica terra marte c CCO pixabaydi Giulietto Chiesa
In realtà non è mai finita, anche se il contraccolpo “lunare” americano fu difficile da digerire e poi il crollo dell’URSS mise la pietra tombale sugli entusiasmi russi
Da allora le missioni spaziali si sono succedute in un andirivieni costante tra la terra e la stazione orbitante, ormai divenuta internazionale. Ma senza più alcun alone politico, come ordinaria amministrazione commerciale e scientifica. La spinta americana verso i viaggi orbitali si è attenuata fin quasi a zero (raggiunto il risultato politico dell'"allunaggio" non valeva più la candela l'enorme spesa di prestigio).
Ma i tempi stanno riportando l'attenzione su ciò che circonda la Terra. E ci sono molte, diverse operazioni spaziali in corso. Alcune "ideologiche" legate al sospetto che sia necessario andare a cercare risorse fuori dal pianeta e, nel contempo, cominciare a costruire un salvagente (per i super ricchi in caso una terza guerra mondiale, sicuramente anche atomica, ma non solo, che rendesse il nostro pianeta non più vivibile. Si spiega così l'attenzione verso Marte, unico pianeta "praticabile", anche se, per ora, del tutto teoricamente. Hollywood ha già sfornato una serie di film, tutti dedicati ad abituare il grande pubblico (che non potrà certamente fruirne) all'idea che "andremo su Marte". Uscita di sicurezza.

Ma anche le questioni militari c'entrano, eccome che c'entrano. La segretezza rimane ferrea, ma si sa che gli Stati Uniti stanno freneticamente predisponendo le condizioni per un sistema anti-missile-balistico, che dovrebbe - sperano - garantire loro la possibilità di infliggere un "primo colpo nucleare" senza dover subire la ritorsione del nemico, sia esso la Russia o la Cina. E il controllo del cosmo (cioè degli oggetti orbitanti attorno alla Terra) è cruciale per ottenere la superiorità totale in caso di guerra. La Cina si sta affacciando allo spazio con intenzioni analoghe anche se, per ora, difensive. Ma lo fa con molta decisione, annunciando che nel prossimo decennio, creerà addirittura una base spaziale abitata sulla Luna (fasce di Allen permettendo). La Russia di Putin è impegnata a fronteggiare lo strapotere militare cosmico americano. Ma la disparità di mezzi è evidente e la costringe a misure "asimmetriche", migliorando costantemente la versatilità dei propri missili intercontinentali (meno costi, maggiore efficacia nello sfuggire alla possibile intercettazione). Eppure anche per Mosca il "controllo" diverrà essenziale.

Ma ora appare la notizia (Izvestija, 30 ottobre 2017) che Roskosmos (l'impresa statale della progettazione e costruzione cosmica) ha assegnato una sorprendente commessa spaziale all'impresa pietroburghese Arsenal: costruire il prototipo di una centrale elettrica atomica orbitante. Il budget per una tale impresa è sconosciuto. Lo scopo ufficiale è noto: la centrale atomica orbitante dovrebbe produrre energia per alimentare altri satelliti già in orbita o prossimi venturi (comunicazioni, ricerca scientifica, ovviamente rilevazioni militari etc). E tale alimentazione avverrebbe per mezzo di raggi laser. Progetto pieno di difficoltà ma realistico, visto che un'altra impresa russa, la Energhija, ha già effettuato con successo, a terra, la trasmissione energetica via laser a una distanza di un chilometro e mezzo. Nello spazio le difficoltà sarebbero cospicue (si tratta di oggetti rotanti, e il laser dovrebbe essere direzionato in modo millimetrico) ma l'assenza di atmosfera renderebbe il raggio molto più efficace, senza dispersione.

C'è dibattito tra gli scienziati sull'utilità di una tale centrale orbitante (ci sono batterie fotoelettriche molto efficaci, meno costose e ormai sperimentate). Inoltre l'URSS ci aveva già provato nel 1978 con il Kosmos-954, che era in realtà (ma nessuno lo sapeva) una piccola centrale atomica elettrica. Lo si seppe quando il Kosmos-954 cadde nel nord-ovest del Canada e l'Unione Sovietica fu costretta, oltre alle scuse, a pagare oltre 10 milioni di dollari di danni. L'impresa costruttrice era la stessa Arsenal, che ne produsse una trentina che, a quanto pare, non precipitarono, e rimasero sotto controllo fino alla fine della loro esistenza in qualche oceano. Resta da conoscere il perché della "riesumazione" del progetto. Non è difficile da capire che il cosmo, nei prossimi anni, sarà super affollato di satelliti spia, disturbo, rilevazione di ogni sorta di dati, inclusi quelli riguardanti l'ubicazione dei sommergibili nucleari atomici carichi di testate, oltre che di satelliti killer, cioè satelliti che sono in orbita per distruggere o disabilitare altri satelliti.

Ma non c'è soltanto la guerra. Siamo in un cambio di paradigma delle scienze e, per fortuna, c'è chi le usa non solo per fare la guerra, o per creare mostri, ma per saperne di più su chi siamo e da dove veniamo. Appena l'anno scorso - scrivono le Izvestija - il guru internettiano Jurij Miller e il grande matematico Steven Hawking hanno presentato un progetto dove la trasmissione di energia via laser è prevista per spingere un microsatellite, con accelerazioni progressive (provate a pensare alla precisione della mira), fino alla velocità fantastica di 160 milioni di chilometri all'ora (proprio 160 milioni). Il che gli permetterebbe di raggiungere Alfa Centauri in circa 20 anni.

Tratto dait.sputniknews.com

Foto © CCO - Pixabay

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