Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

chiesa giulietto pandoratv 500Interrogazione parlamentare su Niceta, la replica dei familiari
di Giulietto Chiesa

Che è in sciopero della fame da 28 giorni.
Perché?
È un cittadino incensurato che, volontariamente, ha informato la magistratura in qualità di “persona informata sui fatti” di mafia a sua conoscenza, perfino quelli di un ramo della propria famiglia. Dichiarazioni pesantissime, che tirano in ballo il "gotha" di Cosa nostra, dal gruppo Guttadauro a Matteo Messina Denaro. In seguito alle sue dichiarazioni, rese ai pm Pierangelo Padova e Antonino Di Matteo, verificate e considerate attendibili, la Procura della Repubblica di Palermo ha chiesto l’inserimento di Angelo e della sua famiglia nel programma “speciali misure di protezione del Ministero dell’Interno” in qualità di Testimone di Giustizia.
Ma “qualcuno” (da identificare e, a mio avviso, da sottoporre a provvedimento penale) ha cambiato, senza avvertirlo, il suo status: da quello di Testimone a quello di Collaboratore di Giustizia.
Ma, in base alla Legge n. 45 del 13 febbraio 2001, essere Collaboratore di Giustizia significa essere equiparato a soggetto “interno” all’organizzazione criminale che fornisce le sue dichiarazioni in cambio di benefici processuali, penali e penitenziari.
Angelo Niceta ha dunque rifiutato di essere trattato come Collaboratore di Giustizia. Ora si trova esposto alla vendetta mafiosa, senza lavoro, senza protezione, senza mezzi di sostentamento. Lui e la sua famiglia.  
Questa non è giustizia. È esporre a pericolo di vita chi ha scelto di rivelare i segreti a sua conoscenza della Palermo borghese e mafiosa. Esiste una petizione, su Change.org (ha già raggiunto 24.000 firme), che chiede:  
a) Il riconoscimento anche formale del suo status di Testimone di Giustizia;
b) L'attivazione della scorta e delle altre misure di protezione a tutela sua e della sua famiglia;
c) L'intervento del Comune di Palermo a mettere in atto le misure in suo potere per fare fronte all'attuale gravissima situazione di isolamento sociale ed indigenza economica che si è creata a causa della sua "scomoda" testimonianza.
Ottenere queste richieste significa salvare la vita di Angelo Niceta. Giulietto Chiesa e Pandoratv.it sono con lui.

ARTICOLI CORRELATI

Interrogazione parlamentare su Niceta, la replica dei familiari