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vive la france copyright REUTERS max rossiStrage di Nizza. Quale terrorismo? E’ un altro terrorismo? E’ equiparabile al terrorismo?
di Giulietto Chiesa

Domande legittime che si affastellano attorno a mille altre. E, in aggiunta, pure navigando in un mare di filmati youtube (questa volta subito sul web, a differenza di quanto accadde al Bataclan, nel novembre dell'anno scorso) non sappiamo quasi niente. Le notizie si accavallano, l'una più incomprensibile dell'altra.

Mi atterrò dunque al criterio più logico: non trarre conclusioni definitive sulla base di dati incerti e limitarsi ai dati certi per cercare di prevedere cosa potrebbe accadere in seguito. Su questa basi la prima considerazione che balza ai miei occhi è che, per creare una strage di immani proporzioni, tra civili inermi,  non è più necessario dotarsi di armi più o meno micidiali, di esplosivi più o meno mortiferi. Non è nemmeno necessario preparare una squadra di assassini, più o meno professionali. Per un risultato di questo genere basta un camion. Chiunque è in grado di guidarlo su un assembramento numeroso di persone che non sapranno né come né dove fuggire.

E ponete attenzione alla parola "chiunque". Da oggi la strage diventa possibile mediante un larghissimo ventaglio di possibilità, ognuna delle quali è a disposizione di "chiunque". Il terrorismo esce dalla fase della specializzazione e diventa "popolare". Ora proseguite nel ragionamento facendovi aiutare dalla statistica. In ogni comunità umana è sempre esistita una certa percentuale di individui che usiamo chiamare "instabili". Non mi addentro nella definizione, né nella descrizione, poichè ciascuno può bene intendere ciò che dico. Aggiungo solo che nella società umana globale, di cui siamo parte, la percentuale di "instabilità" risulta ampiamente in crescita.

Le tensioni cui siamo tutti soggetti sono diventate dominanti. Per molti sono incomprensibili, soverchianti. Differenze sociali, povertà, assenza di lavoro, solitudine, cervelli dilavati dalla pubblicità e dalla violenza, odio distribuito a piene mani da tutti i canali televisivi, razzismo, assenza di principi e obiettivi solidali, dominio della competizione.  Non ci vuole molto perché persone "instabili"  maturino decisioni orribili. Non occorre che siano molte. Basta che ci siano e abbiano gli strumenti, le protesi, per agire. In questo caso la protesi è stata un camion. Altre protesi si troveranno.  Saranno — come dice Olivier Roy — l'esplicitazione della radicalizzazione individuale e sociale della violenza.

L'ISIS ha subito rivendicato. Può darsi che siano loro, anche in questo caso. Ma non importa poi molto. Quello che importa, a mio avviso, è che la società globale che l'Occidente ha creato è l'equivalente di un missile. E' già partito. E' in volo.  Abbiamo messo in moto — come sta accadendo in molte direzioni — meccanismi che non siamo in grado di fermare. E' come il cambiamento climatico: abbiamo rotto equilibri che la natura ha prodotto in milioni di anni, e le macerie ci cadono addosso. Sembra che vengano dal nulla: in realtà sono l'effetto presente di concause più o meno lontane, che risalgono a noi.

Noi siamo all'origine di un impazzimento collettivo, che produce mostri. Tra di noi non meno che tra di "loro". Rinsavire è forse possibile, ma richiederebbe un cambio di politica, un cambio culturale profondo, un sistema della comunicazione tolto dalle mani dei seminatori d'odio, una politica d'investimenti che riduca, da subito, le diseguaglianze. Ma noi viviamo ancora nell'epoca della "nostra" abbondanza e crediamo sia l'abbondanza di tutti. Ma non è così.

Noi crediamo di essere il centro del mondo, ma siamo solo una periferia, le cui difese si rivelano fragilissime. Nessuno si leverà a difenderci, perché abbiamo aggredito per primi. Nessuno dei morti di Nizza è colpevole, non sono stati loro a far partire il missile di cui sopra. Ma c'è stato chi, tra i loro governanti, ha fatto partire altri missili, che hanno ucciso molte altre vittime, di gran lunga più numerose di quelle della Passeggiata degl'Inglesi di Nizza.

Infine una constatazione realistica: la nostra vita quotidiana è ormai cambiata. Vivremo circondati dai metal detectors, da "misure di sicurezza" sempre più invadenti e totali. Le nostre libertà saranno drasticamente ridotte, "per proteggerci". Ed è tutt'altro che escluso che, alla fine dei conti, questo fosse il risultato che "qualcuno" si proponeva di raggiungere. Noi tutti stiamo perdendo, ma c'è sicuramente qualcuno che vince.

Tratto da: it.sputniknews.com