Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Il magistrato delle “Carte a posto”
di Giorgio Bongiovanni e Karim El Sadi
Giuseppe Pignatone, ex Procuratore Capo della Repubblica di Roma, è stato nominato presidente del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano da Papa Francesco, occupando quindi il posto del precedente Presidente Giuseppe Dalla Torre. Pignatone ha trascorso 45 anni in magistratura. L'8 maggio scorso, al compimento dei 70 anni, ha lasciato la procura di Roma, che guidava dal 2012, ed è andato in pensione dopo essere entrato in magistratura nel 1974. Prima dell'esperienza capitolina, aveva guidato per 4 anni l'ufficio dei pm di Reggio Calabria e per 30 anni aveva lavorato al palazzo di giustizia di Palermo. Per il Vaticano, uno Stato oggetto, nel corso degli anni, di scandali internazionali come il crack del Banco Ambrosiano (con protagonista assoluto Monsignor Marcinkus, l’uomo della finanza Vaticana e capo dello Ior), Vatileaks o l’ultimo venuto a galla proprio ieri su delle operazioni finanziarie milionarie sospette Pignatone può essere l’"uomo più indicato” per far fronte a tali intrighi di potere. Un magistrato giuridicamente preparato e di valore, ma non certo di assalto in temi come la ricerca dei mandanti esterni delle stragi di mafia. Va ricordato infatti che quando venne chiamato a ricoprire ruoli centrali di comando in procura ai tempi di Grasso, preferì adottare una strategia di difesa piuttosto che di attacco in certe inchieste scabrose dove era necessario il pugno di ferro. Insomma un magistrato dalle “carte a posto” che non fu certo "amico" di Giovanni Falcone il quale, quando il magistrato nisseno era sostituto procuratore a Palermo, venne da lui drammaticamente ostacolato nel 1991. Saprà Pignatone, che da procuratore di Roma si è già occupato di questioni come le inchieste sullo Ior e sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, trovare il coraggio di andare fino in fondo e scoperchiare quelle verità rimaste senza risposta nonostante le molteplici rogatorie presentate da magistrati come Luca Tescaroli e Mario Almerighi? Saprà Pignatone mettersi contro tutto e tutti nel verminaio Vaticano? Alla luce di quanto avvenuto in passato sorge spontaneo più di un dubbio. Magari la "pensione raggiunta" potrebbe aver infuso nuovi stimoli e saremo smentiti. Nel frattempo, però, restano "le carte a posto".

Foto originali © Imagoeconomica