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di Giorgio Bongiovanni
Per la Procura di Roma, dopo il voto in Commissione, è favorito Marcello Viola

E' un segnale di svolta quello che proviene dalla Commissione per gli incarichi direttivi del Consiglio superiore della magistratura, impegnata nella scelta del nuovo Procuratore di Roma che succederà a Giuseppe Pignatone, andato in pensione lo scorso 9 maggio.
Saranno tre le proposte presentate al Plenum: il procuratore generale di Firenze, Marcello Viola, il procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo e il procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi. Ed è al momento del voto che c'è stata la "sorpresa" con Viola che ha preso 4 voti a favore mentre Creazzo e Lo Voi hanno raccolto un voto ciascuno. La scelta finale spetterà l Plenum, dopo che sui candidati proposti avrà dato il suo parere anche il ministro della Giustizia.
Per il pg di Firenze Viola (assieme a Lo Voi appartenente alla corrente di Magistratura Indipendente), hanno votato, Antonio Lepre (MI), Piercamillo Davigo (Autonomie e Indipendenza), Emanuele Basile (laico della Lega) e Fulvio Giglioti (M5S); in favore del procuratore di Firenze Creazzo il togato di Unicost Gianluigi Morlini, presidente della quinta commissione, e per il procuratore di Palermo Lo Voi il togato di Area Mario Suriano. Secondo quanto emerso è stata respinta la proposta avanzata preliminarmente per effettuare audizioni dei candidati, chiesta da Suriano e appoggiata anche da Gigliotti e Morlini, con i voti contrari di Basile, Davigo e Lepre.
E' un segno della discontinuità, dunque, quello proveniente dalla Commissione. Viola, prima che procuratore generale di Firenze, incarico che svolge dal 2016, è stato procuratore di Trapani, con grande esperienza nella lotta alla mafia e componente dell'ufficio Gip Palermo negli anni più difficili della repressione del fenomeno criminale mafioso. Viola è anche considerato esperto di modelli organizzativi per la collaborazione con le altre istituzioni per ottenere l'ausilio di personale amministrativo per gli uffici giudicanti e molto attento anche alla repressione non solo dei grandi fenomeni criminali ma anche della piaga dell'abusivismo edilizio.
Viola, magistrato dalla schiena dritta che non guarda in faccia a nessuno. Per anni impegnato nella ricerca del superlatitante Matteo Messina Denaro, e con inchieste delicate sul rapporto mafia-massoneria, è stato anche minacciato varie volte.
Per quanto riguarda gli altri due candidati, Giuseppe Creazzo, attuale procuratore di Firenze, è stato anche a capo di una procura di frontiera come Palmi, dove si è specializzato anche nella lotta alla 'Ndrangheta. Per 3 anni è stato vice capo dell'ufficio legislativo del ministero della Giustizia. La sua figura professionale è considerata completa per avere avuto anche una significativa esperienza nelle funzioni giudicanti, in primo e secondo grado, come giudice del Tribunale di Reggio Calabria e consigliere presso la corte d'Appello della stessa città, dove ha svolto anche le funzioni di sostituto procuratore della Repubblica. "Indiscusse" sono definite le sue doti organizzative. Poi c'è Francesco Lo Voi, in magistratura dal 1981, oggi procuratore a Palermo. Dal 2010 al 2014 è stato membro nazionale di Eurojust all'Aja. A Palermo è stato anche sostituto procuratore e sostituto pg presso la Corte d'Appello. Ha ricoperto anche l'incarico di sostituto procuratore generale presso la corte di Cassazione ed è stato componente del Consiglio superiore della magistratura dal 2002 al 2006.
Sia ai tempi di Falcone e Borsellino che nel recente passato il Csm aveva dato dimostrazione di essere più un Sinedrio capace di compiere scelte politico-correntizie più che di merito, con una lunga serie di "bocciature" clamorose (tra le più recenti ricordiamo ad esempio contro il pm Antonino Di Matteo). Alla luce dei dati riscontriamo, finalmente, che per il Csm potrebbe essere veramente iniziata una nuova stagione, con la scelta delle nomine in maniera libera e coerente.
Ovviamente c'è già chi critica la nuova "impostazione", come la giornalista di La RepubblicaLiana Milella, che sostiene essere Lo Voi un migliore candidato in quanto esperto in indagini di mafia e in quanto "stretto amico di Falcone".
Ma non è certo l'amicizia con questo o quel magistrato, anche se di altissimo valore e di cui in questi giorni ricorre la memoria, che si possono fare valutazioni.
Non ricordiamo osservazioni quando lo stesso Lo Voi, nonostante avesse meno titoli rispetto ai due candidati Sergio Lari e Guido Lo Forte, è stato nominato come Procuratore capo di Palermo. Senza voler togliere alcunché alla professionalità di Lo Voi, possiamo dire che in questi anni è stato sufficientemente moderato alla guida della Procura del Capoluogo siciliano. Diamo atto delle recenti indagini svolte sulla riorganizzazione di Cosa nostra, addirittura con l'operazione che ha smantellato il tentativo di istituire una nuova "Cupola" (o forse sarebbe meglio definirla "cupoletta", dato che a nostro avviso i grandi capi restano i boss storici), ed anche le altre indagini che hanno disarticolato mandamenti ed affari, ma si è sentita forte l'assenza nei grandi processi come quello sulla trattativa Stato-mafia, dove ha preferito non presenziare a nessuna udienza (neanche il giorno della sentenza), salvo comunque firmare il ricorso in appello nei confronti dell'ex ministro Calogero Mannino. Insomma un operato che si può ritenere fin qui sufficiente. Infine, l'episodio della partecipazione alla cena organizzata dall’associazione “Fino a prova contraria”, in presenza di vari ministri, ex ministri, generali ed imprenditori, che non è stato certo un bel segnale.

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