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di matteo lodato servizio tg2 patto sporcoE Morra annuncia "La trattativa Stato-mafia", come priorità della Commissione antimafia
di Giorgio Bongiovanni
Mercoledì, a Roma, si è tenuta la prima presentazione nazionale del libro scritto dal sostituto procuratore nazionale antimafia Antonino Di Matteo e dal saggista e scrittore (nonché nostro editorialista), Saverio Lodato, "Il Patto Sporco".
Un libro importantissimo che racchiude in duecento pagine quei fatti che si sono consumati nel triennio 1992-1994 ma anche i retroscena di cinque anni di dibattimento conclusi lo scorso 20 aprile con la condanna di capimafia, esponenti delle istituzioni e politici. Ieri sera il Tg2, in un servizio, ha raccontato della presentazione dando voce ai due autori. "Il 20 aprile scorso c'è stata una sentenza che ritengo storica - ha detto Di Matteo - Si è detto che il processo sulla trattativa fosse un processo vuoto e costruito su teoremi. Appena c'è stata la dimostrazione, con la sentenza dei giudici, della fondatezza di quel patto sporco tra lo Stato e la mafia è calata una coltre di silenzio. E lo spirito del libro è proprio quello di spezzare questa coltre". Ed è stato Saverio Lodato a ribadire il concetto di una nuova consapevolezza nella ricerca della verità. "Pier Paolo Pasolini si diceva convinto di sapere ma di non avere le prove - ha ricordato il giornalista - Adesso, possiamo dire di sapere avendo le prove". Durante la presentazione sua gli autori che gli ospiti intervenuti hanno evidenziato l'importanza del momento storico che si sta vivendo con la possibilità, anche grazie alla sentenza, di avviare nuovi spunti investigativi alla ricerca di una verità completa sulle stragi e soprattutto su quei mandanti esterni che quegli attentati li hanno voluti, appoggiati se non addirittura realizzati. Ci sono anche da approfondire le eventuali responsabilità politiche di chi al tempo era presente, di chi sapeva ed ha taciuto, voltandosi dall'altra parte. E questo accertamento può essere compiuto sicuramente dalla Commissione parlamentare antimafia, che si è insediata proprio mercoledì con l'elezione del Presidente Nicola Morra. Quest'ultimo, intervistato ieri dal Tg2 ed oggi da Il Fatto Quotidiano, ha annunciato che le priorità della Commissione parlamentare antimafia saranno la Trattativa Stato-mafia, la massoneria e le mafie straniere, con approfondimenti anche sul ruolo della 'Ndrangheta, le infiltrazioni mafiose nel centro-nord Italia, gli affari nel settore della sanità e delle scommesse on line. Ciò che più di ogni altra cosa riteniamo importante è la decisione di istituire un comitato specifico che si dedichi proprio alla trattativa e accogliamo con favore la proposta che a presiedere quel comitato sia il senatore Mario Michele Giarrusso. "Dobbiamo essere filologici, ma nello stesso tempo non fermarci davanti a niente e a nessuno - ha detto rispondendo ad una domanda specifica del collega Gianni Barbacetto - Dobbiamo approfondire le responsabilità di coloro che dentro la politica e dentro lo Stato hanno trattato con Cosa nostra, andando contro gli interessi dello Stato. Individuarli avrà come risultato quello di rafforzare la credibilità dello Stato. Abbiamo il dovere di accertare la verità, che non è stata tutta accertata nella sentenza del processo di Palermo. E dobbiamo accertarla in tempi rapidi, altrimenti non riusciremo a fare davvero giustizia". Parole importanti che auspichiamo siano seguite a fatti concreti. Se così fosse, per la prima volta, si aprirebbe uno squarcio capace di dimostrare che le Commissioni antimafia non siano del tutto inutili, come è quasi sempre stato fino ad oggi. Mettere al primo posto la ricerca della verità sulla trattativa ed i mandanti esterni delle stragi del 1992-1993, scegliendo figure esperte capaci di dare un chiaro indirizzo ai lavori, è già una novità. Speriamo che la promessa sia mantenuta.

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