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elezioni sicilia 2017 candidatiIl ritorno del Caimano nella terra che non vuole cambiare mai
di Giorgio Bongiovanni
La vittoria di Berlusconi. Il “day after” delle elezioni siciliane riconsegna all’Italia il ritorno del Caimano sulla scena politica. E’ questa l’amara realtà che emerge analizzando il successo del candidato di centrodestra, Nello Musumeci, nella corsa al “trono” di Palazzo dei Normanni. Prima del voto Musumeci era considerato un “fascista perbene”, onesto, ma oggi, dopo i risultati, un tale appellativo appare addirittura eccessivo. Con il ritorno di B. ha vinto il lato più “Oscuro” della destra, quello che non rinuncia ad affiancarsi ad un partito che con i mafiosi (uno dei suoi fondatori, Marcello Dell’Utri, è in carcere condannato per concorso esterno in associazione mafiosa) ha avuto a che fare. Non solo. Musumeci non potrà mai cancellare l’onta di aver accettato nelle sue liste quegli impresentabili che comunque hanno portato “acqua” al suo mulino, rafforzando il 40% finale (circa 870mila voti).
Non possiamo sapere se, e in che misura, la mafia possa essere stata determinante in questa tornata elettorale. Si può essere certi che la mafia non ha votato Claudio Fava, l’unico ad aver avuto il coraggio di fare nomi e cognomi di quei soggetti in qualche maniera vicini a Cosa nostra. Mafia che non avrà avuto ugualmente alcun interesse a votare Giancarlo Cancelleri.
Non si può certo essere allegri del risultato finale ma grazie a Fava la vera sinistra, anche se con un solo seggio, è tornata a sedersi dietro i banchi dell’Ars, mentre il Pd di Renzi-Micari, è affondato irrimediabilmente rimanendo sotto la soglia del 20%.
Chi ha raddoppiato i voti raccolti cinque anni fa è il Movimento 5 Stelle, primo partito della Regione, con Giancarlo Cancelleri che ha raccolto 770mila voti (il 35%). Ma anche i grillini, a prescindere dagli eventuali riconteggi di voti che forse verranno richiesti, non possono essere soddisfatti. Non è possibile alla luce del dato che si evince dai numeri del vero vincitore di queste elezioni: l’astensionismo. Il 53,24% dei siciliani ha deciso di rimanere a casa e non votare. Una sconfitta per tutti, anche per il “vittorioso” neo Governatore che “regnerà” sulla Sicilia con l’appoggio di circa il 18% degli aventi diritto al voto. Paolo Borsellino diceva che “la rivoluzione si fa nelle piazze con il popolo, ma il cambiamento si fa dentro la cabina elettorale con la matita in mano. Quella matita, più forte di qualsiasi arma, più pericolosa di una lupara e più affilata di un coltello”. Il risultato delle elezioni ha dimostrato, ancora una volta, che il popolo, sfiduciato, non è intervenuto in prima persona per cambiare lo stato delle cose. Per capire se l’esito delle elezioni siciliane sarà veramente specchio delle prossime politiche non resta che attendere.

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