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di matteo nino scorta effdi Giorgio Bongiovanni
Da una parte le recentissime indagini della Dda di Palermo che hanno portato all'arresto dell'avvocato Marcello Marcatajo, dall'altra l'audizione del Procuratore capo della Procura del capoluogo siciliano, Francesco Lo Voi, di fronte alla Commissione parlamentare antimafia in cui si conferma che il progetto di attentato al giudice Di Matteo (mai arenato, ndr) è cosa molto seria.
Le indagini coordinate dal procuratore aggiunto Vittorio Teresi e dai sostituti, Annamaria Picozzi, Roberto Tartaglia, Francesco Del Bene ed Amelia Luise, non solo fanno emergere quei rapporti tra Cosa nostra e colletti bianchi, ma anche un nuovo riscontro proprio su quella condanna a morte nei confronti del pm che indaga sulla trattativa Stato-mafia.
Il boss Vito Galatolo ha spiegato con chiarezza che i 250mila euro necessari per l'acquisto dell'esplosivo necessario per uccidere il pm sono stati acquisiti dalla vendita di alcuni box. Un affare che avrebbe visto il coinvolgimento diretto del professionista palermitano.
Nonostante l'ennesimo riscontro di fronte a questo progetto di morte, per cui si raccolgono elementi ormai da due anni, non si può non constatare il sostanziale e grave silenzio istituzionale nei confronti del magistrato. Salvo rare eccezioni (il Presidente del Senato Grasso ha inviato pubblicamente una lettera di sostegno letta da Salvatore Borsellino durante la manifestazione che si è svolta a Roma, ndr) il silenzio è stato assordante.
Ciò significa che le istituzioni stesse non credono sia in corso un progetto di morte? Forse non vedono l'alto rischio di un ripetersi della storia? Le vicende di Falcone e Borsellino, osteggiati ed isolati in vita e poi uccisi, non hanno insegnato nulla?
E' vero, Nino Di Matteo gode del più alto livello di scorta previsto in Italia, ma non è solo così che si solleva una cortina di protezione nei confronti di un magistrato.

Oltre alla persona, infatti, uno Stato che vuole definirsi sano e democratico e che vuole estirpare il “cancro” mafioso dovrebbe andare fino in fondo alla ricerca della verità su stragi, mandanti esterni e “menti raffinatissime” che si annidano dentro di esso. Per farlo l'unico modo è quello di mettere in condizione i propri servitori di indagare e lavorare nel modo migliore.
Al momento ciò non avviene nei confronti di Nino Di Matteo, attualmente escluso dalla Dda e quindi soggetto ad occuparsi di una lunga serie di “processetti” che nulla hanno a che vedere con quelle delicatissime indagini che comunque, assieme al pool trattativa Stato-mafia, sta conducendo. Qualcuno dirà che è giusto che i magistrati si occupino di tutti i reati, ma il nostro non è un Paese normale e la ricerca della verità sulle vicende buie della nostra Repubblica non possono e non devono essere messe a rischio.
E' un dato di fatto che il Consiglio superiore della magistratura, escludendo Nino Di Matteo dalla Procura nazionale antimafia, è caduto in una nuova contraddizione delle sue stesse regole sulla nomina dei magistrati, nella migliore delle ipotesi sottovalutando il significato che un tale atto avrebbe comportato. Un'anomalia che resta ancora oggi con il Tar che ancora deve pronunciarsi rispetto al ricorso presentato dal pm palermitano.
Quando finirà questo teatrino dell'assurdo? Tutti sapevano che Falcone e Borsellino erano due condannati a morte e anziché rafforzare e sostenere il loro lavoro le istituzioni scelsero la via dell'isolamento. E' questa la strategia che si vuole anche nei confronti di Di Matteo? Forse, come insinuarono su Falcone per l'attentato all'Addaura, anche Di Matteo “la bomba se l'è messa da solo” e tutta questa vicenda è una grande bufala? Lo dicano chiaramente i vertici delle istituzioni, in modo da permetterci di capire da quale parte stanno.
Al giudice Di Matteo sarà dato un incarico più autorevole per contrastare le organizzazioni criminali e quelle “organizzazioni esterne” che lo vogliono morto?
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il vice presidente del Csm Giovanni Legnini ed il Procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi possono e devono dare una risposta al quesito di tanti cittadini onesti, una volta per tutte, senza ipocrisie.

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