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di Giorgio Bongiovanni - 28 luglio 2010
Siamo alla frutta. Ed è una gran bella notizia!
In occasione della presentazione dell’ultimo numero della rivista “Icocervo” gli emeriti delinquenti Cirino Pomicino, condannato per la tangente Enimont e salvato in calcio d’angolo con un patteggiamento per corruzione, Fabrizio Cicchitto, l’incappucciato piduista e persino Renato Farina, lo spione betulla in vendita al miglior offerente, sono stati chiamati a disquisire di “Delitti di mafia e teoremi improbabili” con particolare riferimento alle stragi del biennio ’92 e ’93.

No, non è uno scherzo. E’ proprio così. Pomicino, Cicchitto e Farina che parlano della morte di Falcone e Borsellino!
E le loro teorie sono davvero imperdibili, altro che teoremi improbabili. Secondo il loro brillante stravolgimento dei fatti, che sibillinamente rielabora il dato certo delle false dichiarazioni di Scarantino, la chiave di interpretazione delle stragi non riconduce, come logica vorrebbe, al depistaggio di Stato su cui sta indagando la Procura di Caltanissetta. Questo significherebbe in effetti il fastidioso dover ammettere ciò che è ormai evidente agli occhi di tutti i cittadini con un minimo di capacità cognitive: le stragi rientrano in un disegno politico-mafioso ben preciso che ha una continuità nella storia del potere e della mafia sin dagli albori della Repubblica e avevano come scopo certo l’insediamento di una nuova forza politica capace di garantire, non più tanto le esigenze atlantiche, scemate con la caduta del muro di Berlino, quanto piuttosto un assetto che doveva essere moderato e conducesse ad una cauta ma efficace riforma della Costituzione.
Niente affatto. Ecco la verità vera, frutto delle limpide diaboliche meningi.
Secondo Pomicino le bombe cessano, non perché finalmente i mafiosi pensano di aver trovato l’accordo che cercavano, ma perché i pentiti hanno cominciato ad ottenere i benefici previsti dalla legge per la loro collaborazione. E per Farina, chi ha sbagliato nella gestione di Scarantino, attenzione i magistrati!, non i funzionari della polizia già sotto inchiesta, che indagano oggi non potrebbero farlo per un evidente conflitto di interessi. Strano. Non risulta che a Caltanissetta ci sia nessuno di coloro che investigò su Capaci e Via D’Amelio a quel tempo, di chi mai starà parlando il dotto betulla?
Poi c’è il teatrino con Veltroni. Cercano di rimpallarsi la responsabilità della trattativa. Con chi dialogava Totò Riina a suon di bombe sulla pelle di due degli uomini migliori del nostro Stato, di valorosi servitori delle Istituzioni e di inermi innocenti? Con la prima repubblica che crolla? Con la sinistra che vince a singhiozzi? Con il partito costruito su misura per Berlusconi da Marcello Dell’Utri, cerniera tra Cosa Nostra e mondo politico già condannato per concorso esterno in ben due gradi di giudizio nonostante i suoi intrallazzi tra massoneria, P3, Opus Dei, politica, affari e circoli di ogni risma?
Un bel dilemma, non c’è che dire. Sta di fatto che in tutti questi anni nessuno dei governi in carica ha messo in atto un vero, serio programma di lotta alla mafia e l’ha lasciata diventare una potenza economica tale da essere la prima azienda d’Italia, e di cui non possiamo fare a meno, con i suoi referenti comodamente assisi in Parlamento. Destra, sinistra, centro? Che buffoni!
Mi verrebbe da chiamarli scimmioni, se non fosse per la loro mente consapevolmente malvagia che cerca di confondere, sporcare, depistare…
Allora dov’è la buona notizia, vi domanderete?
Beh, mi viene da pensare che se quello stesso potere che ha ordito le stragi si è ridotto ad assoldare questi personaggi dal curriculum indifendibile per difendersi con teorie astruse e ancora più compromissorie per l’intera classe politica, è proprio al declino. Gli sono rimasti giusto gli ultimi colpi in canna se ha bisogno di un Pomicino, scaricato persino dalla Camorra, per addentrarsi nei percorsi mentali più contorti pur di ammonticchiare il marciume sotto il tappeto ormai logoro.
Quindi benché il disgusto istintivo dell’intelligenza costretta a leggere di queste fandonie, ci possiamo consolare.
Si sta sbriciolando il sistema nato dal sangue delle stragi, e sebbene la strada per la verità sia ancora lunga e impervia, possiamo cominciare a sperare che almeno spariscano ai nostri poveri occhi queste brutte facce.

ANTIMAFIADuemila
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