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22 settembre 2008
Egr. dott. Messineo,l'atto intimidatorio subito dal dott. Antonino Di Matteo lo scorso 14 settembre lascia intravedere dietro di sé un aspetto del tutto inquietante per quanto riguarda le modalità d'esecuzione e l'obiettivo da colpire.

In merito all'accaduto, la particolarità riguarda proprio il lancio del razzo di segnalazione da parte di colui che ha violato la proprietà del dott. Di Matteo.
Le motivazioni che hanno portato a un simile gesto non trovano al momento una spiegazione esaustiva, si resta solamente nell'ambito delle ipotesi o delle interpretazioni.
Ipotesi che lasciano comunque poco spazio all'immaginazione.
Le delicate inchieste antimafia condotte da diversi anni dal dott. Antonino Di Matteo lo hanno palesemente esposto, e lo espongono, a seri rischi per la sua incolumità e quella della sua famiglia, a partire dalle indagini per la strage di Via d'Amelio fino ad arrivare all'attuale processo per la mancata cattura di Bernardo Provenzano nel 1995, dove tra l'altro viene affrontata la cosiddetta “trattativa” tra Cosa Nostra e pezzi delle Istituzioni.
A fronte di tutto ciò è fondamentale che lo Stato dia un segnale forte, garantendo il potenziamento della sicurezza del dott. Di Matteo e di tutti quei magistrati che lavorano in prima linea contro le organizzazioni mafiose.
La sottovalutazione del reale pericolo rappresentato da Cosa Nostra e da tutte le mafie crea i gravissimi presupposti di isolamento per tutti coloro che si stanno battendo contro di esse.
E questo è un rischio che nessuno si può più permettere.
E' un dato di fatto che dopo la cattura di Provenzano e di altri capi come i Lo Piccolo la mafia si sta riorganizzando.
Una riorganizzazione che può anche prevedere il ritorno ad una strategia delle armi.
Dentro l'organizzazione mafiosa, ma anche verso l'esterno.
Non è un caso che solo qualche mese fa, nello stesso territorio dove si è verificato l'atto intimidatorio nei confronti del dott. Di Matteo, era stato progettato l'omicidio di un fedelissimo di Provenzano come Pietro Lo Iacono.
Si tratta di veri e propri segnali che non possono essere ignorati dalle Istituzioni su cui grava la responsabilità di aumentare il livello di sicurezza nei confronti dei magistrati.
La sicurezza dei magistrati antimafia è di fatto una priorità che non può essere disattesa.
Ne va del futuro del nostro Paese.
In virtù della Sua autorità ci rivolgiamo a Lei dott. Messineo affinché possa inoltrare formale richiesta agli organi competenti, per fare in modo che si adoperino nel minor tempo e nel miglior modo possibile.

In fede

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