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Una delle prove più significative presentate al processo palermitano contro il senatore Marcello Dell'Utri, condannato in appello a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, è rappresentata sicuramente da una serie di sei telefonate. Intercettate a casa dell'imputato, nel 1986, dalla procura di Milano nell’ambito del procedimento per il fallimento della Bresciano Costruzioni.
Nelle prime tre l’imputato Dell’Utri parla con l’amico Silvio, nelle altre con Tanino Cinà. Il tema delle conversazioni è l’attentato mafioso del 28 novembre del 1986 alla sede Fininvest di via Rovani2 sul quale il Cavaliere non ha dubbi. “E’ stato Mangano” esordisce nella prima delle sei telefonate e al suo interlocutore, l’amico Marcello, spiega: “Una cosa rozzissima, ma fatta con molto rispetto, quasi con affetto…col sistema del 1975” (data in cui Berlusconi aveva subito un attentato alla stessa villa di via Rovani, in seguito al quale non aveva in alcun modo denunciato Mangano).
Della medesima opinione del Cavaliere, Fedele Confalonieri, presente ad Arcore al momento dello scoppio. Questa certezza, però, risulterà infondata il giorno successivo quando Dell’Utri, a seguito di una conversazione intrattenuta con il Cinà, telefona nuovamente a Silvio: “Tanino mi ha detto, che assolutamente è proprio da escludere, ma proprio categoricamente, che possa trattarsi di Mangano”. Berlusconi non ha bisogno di altre spiegazioni. E’ evidente che conosce il Tanino e la sua competenza in fatti di mafia. Poi si rasserena completamente quando l’amico Marcello aggiunge: “Non c’è nessuna ragione di preoccuparsi, c’è da stare tranquillissimi”, “poi ti spiego”.

29  novembre 1986, ore 00,12

“DELL’UTRI.: Pronto?
VOCE FEMMINILE: Pronto?
DELL’UTRI.: Si?
VOCE FEMMINILE: Buonasera, sono Marinella, glielo passo!
DELL’UTRI: Ecco, grazie!
Attesa
BERLUSCONI: Pronto?
DELL’UTRI: Pronto!
BERLUSCONI: Marcello!
D: eccomi!
B.: Allora, è Vittorio Mangano…
D: Eh! ,…Che succede?
B.: … che ha messo la bomba!
D: Non mi dire!
B: Si.
D: E come si sa?
B: Eh, … da una serie di deduzioni, per il rispetto che si deve all’intelligenza.
D: Ah!…
B: …E’ fuori…
D: Ah, è fuori?
B: Sì, è fuori.
D: Ah, non lo sapevo neanche!
B: E questa cosa qui, da come l’ho vista fatta, con un chilo di polvere nera..
D: …ah!…
B: … ma fatta con molto rispetto, quasi con affetto..
D: … ah!..
B: Ecco, secondo me, è come una rich…un altro manderebbe una lettera o farebbe una telefonata: lui ha messo la bomba!
D: Perché… perché non si spiega, proprio!
B: Eh?
D: Cioè, non si spiega se non c’è un … se…
B: Io purtroppo , stasera sono stato interrogato dai carabinieri, mi hanno portato loro.. quello di Monza, no?..
D: ..sì!..
B: .. sul fatto di Vittorio Mangano…
D: …sì!…
B: .. e io ho dovuto avvisare, insomma! Cioè, ho dovuto dire : “Sì, è vero, era là…”, gli ho raccontato la storia che loro sapevano  benissimo, peraltro!
D: Eh, si capisce!
B: Loro c’erano arrivati prima di me!
D: Sì, sì, la sanno benissimo, sì, sì.
B: Ecco.
D: Tra l’altro, appunto…
B: Io … io penso che sia lui!
D: Sì, sì, sì.
B: Perché , scusami, tu spiegami perché uno debba mettere una bomba!..
D: … no!..
B: … ti dirò, eh!
D: Io non lo so..
B: Sì, poi la bomba fatta proprio rudimentale…
D: … sì, sì!..
B: … con un chilo di polvere nera!
D: Quindi, proprio..
B: …Proprio … sì, sì, col sistema proprio…
D: … per dire: faccio un botto!
B: …faccio, faccio un botto!
D: … sì!
B: Ma poi con molto rispetto, perché mi ha incrinato soltanto la parte inferiore della cancellata.
D: Ah!
B: Una cosa, un danno da duecentomila lire.
D: sì, sì, sì.
B: Quindi, una cosa anche … rispettosa ed affettuosa.
D: …sì ( ride)
B: Eh?
D: ( ridendo ) Pazzesco! Sì, sì, sì.
B: Va bè, io ritengo che sia così!  Quindi adesso aspettiamo che poi ..
D: Certo, sentiamo, sì. Comunque.. pare strano però, eh! Perché… sì, tu dici giustamente che lui …
B: Ah, non c’è altra spiegazione!
D: Sì, sì, sì.
B: E’ la stessa via Rovani come allora…
D: Sì, sì…
B: … e lui fuori di  prigione.
D: Sì, sì. Però, sentiamo, adesso.
B: Adesso vediamo!
D: Sì, sì. Io, tra l’altro, avevo parlato … mi ha chiamato quello della DIGOS…
B: … sì!…
D: .. mi ha detto se c’era bisogno , qualsiasi cosa, perché loro …
B: ..sì, sì…
D: … ho detto:” mah, guardi, ci sentiamo domani per qualsiasi cosa!”
B: qual è, quello che tu…
D: … sì, sì…
B: … sei andato a parlargli ( incomprensibile)?
D: Esatto, esatto!… sì, sì!… il quale mi ha detto anche lui …
B: Io ho fatto un summit con tutti i carabinieri di Milano e di Monza, stasera.
D: Ah, ecco!
B: Quello di Monza aveva la sua tesi…
D: Sì, sì.
B: …e… credo che sia così!
D: Sì, sì, sì. Eh, quindi, bene, va bene. Insomma, comunque credo anch’io che non ci sono altre richieste ( o simile). Anche perché non ci sono, voglio dire! Si sarebbero fatti sentore, insomma, no? Eh! Sì, sì, bè! E insomma!…
B: Va bè… niente, stiamo a vedere..
D: Va bene!
B: …cosa  succede!
D: Okay!”
Segue una parte in cui i due interlocutori fanno riferimento ad alcuni argomenti che nulla hanno a che vedere con il subito attentato, per poi riprendere il discorso su Mangano nei termini che seguono:
“B: Altre cose? Pensaci un po’ anche tu: per me l’unica cosa è quella lì!
D: Sì, sì, ma io non ci ho fatto ancora tante riflessioni , ti dirò. Però, sono… anch’io condivido.
B: Arcore…
D: Sì, sì, sì.
B: … bè, voglio dire, via Rovani, via Rovani..
D: Sì, sì, no, ma poi , voglio dire, non c’è neanche , vedi…chi…chi…
B: Cioè, questo qui… mi hanno aperto un po’ gli occhi i carabinieri, quando mi hanno detto:”Questo qui è un chiaro segnale estorsivo!”
D: Sì, sì.
B: Non c’è altra spiegazione! Perché , se fosse un fatto terroristico…
D: Io…classico avvertimento di un qualcosa che …
B: …Estorsivo!
D: … che vuole arrivare.
B: …un segnale di un’estorsione!
D:  Sì, sì, sì.
B: E, quindi, il segnale di un’estorsione, ripensi…che a undici anni fa…
D: Uh, uh…sì, sì, sì. Sì, ma non non vedo neanch’io altro…pensandoci ben, hai ragione! …da dove può arrivare, insomma?
B: No, quando poi mi hanno detto che era uscito da poco!..
D: Ma e questo io non lo sapevo proprio! Perché non ci avevo proprio fatto riferimento. Infatti, mi è venuto… mi è passato, ma dico:”mah, non può essere lui!”. In effetti, però, se è fuori…non avrei dei dubbi netti,va! Va bè, tu sei sicuro che è fuori, sì?
B: Sì, sì, me l’han detto loro!
D: Te l’han detto loro?
B: Ma loro han fatto tutto. Quando uno  ti dice…mah!…E’ venuta da..
D: Sì, sì, guarda, se è fuori, allora possiamo dire certezza , non sospetto!
B: Ti passo Fedele.
D: Okay.
B: Ciao.
D: Ciao.
B: Ciao.
CONFALONIERI: Marcello!
D: Allora?
C: Come va?
D: Eh!…
C: Sei d’accordo anche tu, no?
DELL’UTRI: Sì, sì, guarda, non sapevo che è fuori!
C: …sì…
D: .. ma se è fuori, non ci sono dubbi, direi!
C: ..sì, sì..
D: …perché non c’è… a parte che non … non c’è..voglio dire..
C: Non è un uomo di fantasia!
D: Non è un …Esatto! Proprio è… si ripete..
C: ( ridendo) Ha cominciato a dieci anni a fare così…
D: …sì, sì!…
C: … ha quarantasei anni adesso!
D: Sì, e poi , anche con un attentato timido, in effetti!
C: sì, sì.
D: … solo per dire:”sono qui”( ride).
C: ( ridendo) E già!
D: …”sono qui!”, ma , dico, no, perché va bè…
C: … come la lettera ( o simile ) con la croce nera, come l’altra volta, ti ricordi?”


ANTIMAFIADuemila N°46

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